Splendida Roberta Vinci: dà una severa lezione alla stellina Belinda Bencic e trionfa nel nuovo WTA di San Pietroburgo. È il suo decimo titolo in carriera, il primo a livello Premier. Un altro passo avanti verso la meritata top ten. 

L’intervistatore le ha chiesto se il successo potesse motivarla a continuare per altre 2 o 3 stagioni. Lei ha fatto “no” col ditino e poi ha aggiunto “magari ancora uno”. Ma quello che conta, in questo momento, è che Roberta Vinci sta giocando il miglior tennis della sua carriera, esplorando traguardi un tempo sconosciuti. Prima la finale a New York, quindi il primo titolo in un WTA Premier, nel nuovissimo torneo di San Pietroburgo, dove è stata accolta come una star e ha ripagato l’affetto degli appassionati con due match splendidi fra semifinale e finale. Dopo il 7-5 6-4 di sabato ad Ana Ivanovic, la tarantina ha fatto ancora meglio contro Belinda Bencic, regolata 6-4 6-3 in meno di ottanta minuti. La svizzera diventerà fortissima, con questa finale entrerà fra le prime 10, ma contro una giocatrice unica nel suo genere come la Vinci non ci ha capito granchè. Roberta l’ha tramortita a suon di discese a rete e volèe, una più dolce dell’altra, con la sua solita leggerezza d’altri tempi. E poi ha sbagliato pochissimo, appena 12 gratuiti, praticamente un terzo dei 32 colpi vincenti, la gran parte col diritto e al volo. Inoltre ha servito alla perfezione, senza dare particolari appigli all’avversaria. “Credo sia stata quella la chiave della mia vittoria”, ha detto nel post partita. “È stato un match complicato, Belinda è una grandissima giocatrice, e poi sbaglia poco. Ma fortunatamente sono riuscita a rimanere focus in tutti i punti”. A parte il servizio, è stata fondamentale la sua partenza: nel primo game ha salvato due palle-break con coraggio, spingendo col diritto, e poi è scappata immediatamente sul 3-0. La Bencic l’ha ripresa sul 4-4, ma poi ha ceduto di nuovo il servizio sul 4-5. E nel secondo set le è bastato perderlo sull’1-2 per non avere più la minima chance di vittoria.

 

347 PUNTI DALLA SESTA (!) POSIZIONE

Per la Vinci è il decimo titolo in carriera, il primo dal 2013, ma soprattutto – come già accennato – il più importante. Per il prestigio, ma anche per i 470 punti in palio. L’azzurra ha ripetuto più volte di voler abbandonare il tennis a fine 2016, ma è innegabile che fino a quando trova motivazioni (e risultati) così la decisione rimane distante, qualcosa a cui è meglio non pensare. Non è un caso che quando le hanno chiesto se tornerà nel 2017 a difendere il proprio titolo abbia esitato un tantino. Ha tirato un bel respiro, sorriso e poi risposto “why not?”, “perché no?”. Non poteva dire altrimenti, ma le sue intenzioni sembrano altre, specialmente se dovesse realmente centrare quest’anno l’obiettivo top ten. “Con questa finale ho compensato la delusione per non aver raggiunto le top 10 nel 2013”, ha detto dopo lo splendido Us Open, e ora quella delusione potrebbe cancellarla del tutto. Numeri alla mano, sembra impossibile che non ce la faccia. Domani sarà numero 13, la stessa posizione che avrebbe raggiunto perdendo la finale. Invece ha vinto e rosicchiato altri 165 punti a coloro che la separano dal traguardo: Venus Williams, Carla Suarez Navarro e Lucie Safarova. Basterà qualche bel risultato fra Doha e Dubai per mettere insieme gli ultimi punti che le mancano, poco più di 150, forse ancor meno visto che le dirette concorrenti avranno scadenze importanti nelle prossime settimane. Lei invece ha ben poco da difendere fino a Montreal, ragion per cui potrebbe non solo centrare le prime dieci, ma arrivare anche qualche gradino più su. La classifica è cortissima: fra la sua 13esima posizione e la sesta della Sharapova ci sono appena 347 punti. Una miseria. Insomma, sognare è lecito, ma quello verrà dopo. Prima c’è l’appuntamento con la storia: il circuito WTA è pronto ad accogliere la sua 117esima top ten.

 

WTA PREMIER SAN PIETROBURGO – Finale

Roberta Vinci (ITA) b. Belinda Bencic (SUI) 6-4 6-3