La Vinci gioca un buon secondo set, ma non può nulla contro Serena Williams. Può salire al numero 11, ma l’obiettivo sono le prime 10. “Vediamo a fine anno”.
Serena Williams è nei quarti al Roland Garros con appena 10 game al passivo
Di Riccardo Bisti – 2 giugno 2013
Roberta Vinci ha fatto il suo dovere. Ha fatto quello che ci si aspettava. Contro Serena Williams, “questa” Serena Williams, ci vuole un miracolo delle divinità tennistiche. Oppure armi tecnico-tattiche che la Cichi non possiede. Il suo fioretto mette in difficoltà tante giocatrici, così come il suo tennis delicato, fatto di discese a rete e volèe tanto belle quando efficaci. Per dirla con Rino Tommasi, il tennis è uno sport dove un peso mosca può battere un super-massimo. Vero, ma Serena Williams sfugge al ragionamento. E i meriti di Patrick Mouratoglu sono sempre più grandi, torneo dopo torneo. A Roberta resta la soddisfazione di aver fatto match pari per quasi un set, prima che il tabellone segnasse il 6-1 6-3 finale. E la consapevolezza di aver tolto più game a Serena rispetto alle precedenti avversarie. Contro Serena non puoi ambire ad altro. Il primo set è partito male, con un break in avvio dopo aver sciupato una palla game. Poco da fare. Dopo aver ceduto il primo, Roberta ha cercato di godersi la situazione (turno importante, su un campo importante, senza nulla da perdere) e ha iniziato a giocare sempre meglio. Il suo tennis è diventato via via più aggressivo e ficcante. In verità, ha sempre dovuto arrancare, ma cosa puoi fare contro la Williams? Roberta restava disperatamente a galla sullo 0-1 (cancellate tre palle break) e sull’1-2 (annullata un’altra), fino a quando non giungeva l’unica, minuscola occasione.
Sul 3-3, l’azzurra si è trovata 15-30 sul servizio di Serena. L’americana ha dovuto giocare una seconda palla e la risposta di Roby è finita out di un soffio. Sarebbe andata 15-40, la scalata sarebbe stata ancora ripidissima, ma avremmo potuto divertirci. Il ruggito di Serena, invece, ha fatto capire che la pacchia era finita. E così, dal 3-3 e 40-40, l’americana ha infilato un parziale di 10 punti a zero. Rimpianti? Per questa partita, nessuno. Qualcuno per il sorteggio, visto che sia Vinci che Errani sono finite nella parte alta del tabellone, presidiata da Serena Williams. Roberta è stata bravissima a fare il suo dovere, mentre Sara deve superare ancora un paio di step per arrivare a una semifinale che significherebbe moltissimo. La Vinci esce dal singolare a testa alta (c’è ancora un doppio da giocare), forte dell’applauso dei parigini. Un applauso che vale molto, perché i francesi hanno un palato tennistico molto fine. “Si sa che Serena è fortissima, praticamente ingiocabile – ha detto la Vinci – si sapeva che sarebbe stato un match quasi a senso unico. Per metterla in difficoltà avrei dovuto giocare un match incredibile. Ho cercato di rischiare per toglierle un po’ di sicurezza. Forse avrei dovuto fare qualcosa di più nel primo set”. Ma cosa vuoi dirle.
Il bello è che la classifica WTA potrebbe sorriderle. Oggi come oggi potrebbe salire al numero 11, ma sono ancora in ballo Ivanovic, Stephens e Jankovic. “Certo che penso alla classifica! – ha detto la pugliese – vorrei entrare tra le prime 10. La sfortuna, qui a Parigi, è stato proprio il sorteggio che mi ha messo contro Serena negli ottavi. Magari contro un’altra giocatrice avrei potuto fare qualcosa di più. Adesso spero di giocare bene sull’erba, anche se i conti si faranno a fine stagione”. Nei quarti, Serena se la vedrà con Svetlana Kuznetsova, brava a superare Angelique Kerber in tre set (6-4 4-6 6-3 lo score) e a riproporre un duello già visto nel 2009, sempre a livello di quarti. Allora vinse la russa, a proposito di armi tecnico-tattiche per affrontare Serena….
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