Il meeting ATP di New York avrebbe proposto i cambiamenti per il calendario 2014: Bercy (e altro?) spostato a febbraio, Masters anticipato e tornei sudamericani a dicembre.
Il centrale di Buenos Aires, tappa centrale della “Gira Sudamericana”
 
Di Riccardo Bisti – 27 agosto 2012

 
Il 2014 sarà l’anno zero del tennis mondiale. Sabato scorso si è tenuta a New York, presso il Waldorf Astoria Hotel in Park Avenue a Manhattan, il meeting obbligatorio dell’ATP. Dovevano partecipare tutti i giocatori ammessi nel main draw dello Us Open, pena una sanzione pecuniaria. Gli argomenti erano due: i tornei del Grande Slam e la restrutturazione del calendario. Sugli Slam si è scritto parecchio nei giorni scorsi, si è addirittura parlato di un boicottaggio del prossimo Australian Open per convincere i tornei a destinare più soldi ai giocatori. L’argomento-calendario, su cui si dibatte da anni, era passato in secondo piano. Ma dalle notizie che trapelano sta per arrivare una rivoluzione, in cui alcune tradizioni saranno letteralmente mandate all’aria. Ecco i cambiamenti ventilati:

  • Il Masters 1000 di Parigi Bercy dovrebbe essere spostato da novembre a febbraio per allontanarlo dalle ATP World Tour Finals. Il Masters verrebbe dunque anticipato a fine ottobre, subito dopo i tornei asiatici, e i top players avrebbero più settimane di riposo in vista della nuova stagione.
  • Non ci sarebbe nessun torneo indoor europeo a fine stagione, lasciando totalmente spazio all’Asia.
  • I tornei dalla Gira Sudamericana sarebbero spostati da febbraio a dicembre, scattando tre settimane dopo la fine del Masters ATP. Tra loro non ci sarebbero tornei obbligatori, il che garantirebbe più riposo a top players. Ma agli altri? Tra questi tornei verrebbe inserito l’ATP 500 di Rio de Janeiro, in cui si è già ventilata la partecipazione di Nadal.

 

Sarebbe una rivoluzione epocale. Nato nel 1986, Parigi Bercy è stato per anni il più importante torneo di fine anno, almeno fino a quando il Palais Omnisport era uno dei palazzetti più moderni d’Europa. La compressione del calendario e la vicinanza con le finali ATP, tuttavia, ne hanno ridotto la forza e aumentato i forfait. Spostarlo a febbraio significa preservare (forse) la partecipazione dei top-players, ma si cancellerebbe la storica stagione europea indoor. Ci si domanda che fine faranno i tornei di Vienna, Valencia, Basilea, Mosca e Stoccolma (senza considerare Metz e San Pietroburgo, già spostati a settembre). Verranno spostati anche loro a febbraio? Se così fosse, il secondo mese dell’anno sarebbe stracolmo di tornei: ci sono già gli indoor europei di Montpellier, Zagabria, Rotterdam (che è un ATP 500) e Marsiglia. Tenendo conto che l’indoor americano sparirà quasi del tutto (resterà il solo torneo di Memphis, declassato a 250, mentre sparirà San Josè), è possibile che le 3-4 settimane successive all’Australian Open siano monopolizzate dai tornei indoor europei, prodromo a Dubai e ai Masters 1000 americani di marzo.
 
Per lasciare libero il campo, si sarebbe ipotizzato di spostare in toto la Gira sudamericana su terra battuta. Fino a metà degli anni 90, questi tornei si giocavano a fine stagione, poi erano spariti del tutto. Con il nuovo millennio sono tornati e hanno trovato collocazione in febbraio. Si sono costruiti una buona tradizione e tanta voglia di crescere. Insoddisfatti del campo di partecipazione, avevano ipotizzato un cambio di superficie, passando dalla terra al cemento per assicurarsi la presenza di alcuni top 10. Se le indiscrezioni fossero vere, direbbero addio ai progetti di crescita: la Gira Sudamericana scatterebbe tre settimane dopo la fine del Masters e abbraccerebbe tutto il mese di dicembre prima che il carrozzone si sposti in Oceania per i tornei di preparazione all’Australian Open. Trattandosi di tornei 250 e 500, peraltro su terra battuta, non potrebbero mai avere un grande campo di partecipazione. Forse anche per questo è trapelata l’ipotesi della partecipazione di Rafa Nadal al neonato ATP 500 di Rio de Janeiro. Sarebbe curioso, visto che proprio lo spagnolo era tra i più attivi nel chiedere un calendario più breve e maggiore riposo per i giocatori. Ribadiamo che si tratta di indiscrezioni e non vi è nulla di certo: di sicuro il nuovo calendario dovrà essere discusso e approvato nella prossima riunione ATP, prevista in gennaio prima dell’Australian Open.