WIMBLEDON – Nadal cede un set a Klizan ma si ritrova e adesso sfida Rosol, suo giustiziere nel 2012. Passa Bolelli: finalmente la dea bendata gli concede l’opportunità di una rivincita.
Di Riccardo Bisti – 24 giugno 2014
Occhio ai ricorsi storici. Lo scorso anno, Rafa Nadal battè Martin Klizan a Roland Garros con il punteggio di 4-6 6-3 6-3 6-3 e vinse il torneo. Chissà se ci ha pensato dopo averlo battuto con il medesimo punteggio al primo turno di Wimbledon. Per Rafa è stata una giornata importante, quasi decisiva. Aveva bisogno di sensazioni positive dopo la sconfitta dello scorso anno, al primo turno, contro il modesto Steve Darcis. Stavolta, tuttavia, c’era un Nadal diverso. Competitivo, desideroso di vincere. Lo sguardo dello zio Toni, più apprensivo del solito, mostrava l’importanza di questo torneo per il clan Nadal. E quando lo slovacco si è preso il primo set, i fantasmi stavano per materializzarsi. Ma Rafa ha fatto il ghostbuster e li ha cacciati via, anche se nel quarto set si è preso un warning per “time violation” da parte di Fergus Murphy. “E’ stata una partita positiva perchè ho vinto” ha tagliato corto. Ma l’attenzione è già al secondo turno e alla grande sfida contro Lukas Rosol, l’uomo che due anni fa lo infilò nel precipizio di un infortunio al ginocchio poi definito come “Sindrome di Hoffa”, che l’ha tenuto lontano dai campi per sette mesi. Si dice che Rafa sia rimasto particolarmente infastidito dal comportamento di Rosol in quella giornata, e che ogni vittoria successiva sarebbe stata ancora più dolce. “Ho perso perchè lui è un ottimo giocatore e gioca molto bene su questa superficie – ha detto – è aggressivo e dovrò giocare bene. Sennò, non mi vedrete al terzo turno”.
NADAL E L'ERBA NEL CUORE
All’inizio, Klizan disegnava il campo con il rovescio. Nadal sentiva la pressione e ha combinato un paio di pasticci (volèe sbagliata più doppio fallo) che hanno spedito lo slovacco sul 5-4 e servizio. Quando ha rimontato da 0-30 e ha intascato il primo set, lo slovacco deve aver accarezzato il sogno dell’impresa. Quando il campo è ancora verde, Rafa è vulnerabile. E’ così da tempo immemore, da quando perse contro Gilles Muller nel 2005 (il lussemburghese, tra l’altro, sarà il prossimo avversario di Roger Federer). Poi ha cominciato a servire meglio, ed essere ancora più aggressivo con il dritto in direzione anomala (ancora più efficace contro un mancino come lui). Qualche crepa c’è e si vede, come quando si è fatto breakkare sia nel terzo che nel quarto, ma era già in vantaggio e ha saputo gestire bene la situazione. Di sicuro avrà bisogno di qualcosa in più contro Rosol, ma non c’è dubbio che lo troverà. “L’erba è una superficie complicata, ma me la porto nel cuore perchè ci ho vinto uno dei tornei più importanti della mia vita – ha chiosato – non voglio mentire: le sconfitte dell’anno scorso e di due anni fa mi hanno colpito molto. Tuttavia, quando ho perso il primo set, non ci ho pensato. I miei unici pensieri erano per il punto successivo. Il passato è passato. Sapete, sulla terra non devo pensare molto perchè le cose vengono automaticamente. Invece sull'erba ho giocato poco e ogni volta è come ripartire da zero. Devi aggiustare i ritmi e i movimenti, trovare la direzione giusta per il servizio. E l’unico modo per riuscirci è giocare partite”.
BOLE, TOP-100 IN VISTA
Sarà d’accordo Simone Bolelli. La lunga assenza dai grandi palcoscenici (prima per colpa sua, poi per lo sfortunato infortunio al polso) poteva essere un tunnel senza ritorno. Ma da quand ha ripreso a vincere partite, una dopo l’altra, sta ritrovando idee, soluzioni e vittorie. Ha vinto tre challenger, si è qualificato per il Roland Garros e adesso ha intascato 45 punti d’oro battendo Tatsuma Ito con il punteggio di 7-5 7-6 3-6 7-6. E’ un risultato significativo, sintomatico della capacità di giocare bene i punti delicati. Simone, cuore di ghiaccio in sola apparenza, ha sempre avuto la qualità di giocare bene i tie-break e i punti importanti. Lo ha mostrato contro il giapponese, che sarà arrabbiato per aver perso contro un lucky loser, lui che invece aveva passato le qualificazioni. Ma il destino è strano, è una ruota che gira. Dopo avergli regalato numeri sfortunati, finalmente sembra sorridere al bolognese. E i top-100 sono sempre più vicini, oseremmo dire “matematici” visto che avrà zero punti da difendere fino all’Australian Open (compreso). Adesso pesca Philipp Kohlschreiber, talentuoso e in forma. Si conoscono bene e si sono affrontati tre volte, l’ultima un paio di mesi fa a Monte Carlo. Non è un disonore affermare che “Kohli” è più forte di Simone. Lo dice la carriera, lo insegnano i risultati. Ma non significa che lo sia nella singola partita. E proprio a Wimbledon gli ha regalato alcuni dei suoi successi più prestigiosi. Sognare è lecito, perchè no? E la prospettiva di una semifinale di Coppa Davis dove potrebbe essere inatteso protagonista potrebbe dargli un pizzico di carica in più. "E magari la superficie veloce potrà regalarmi qualche punto facile" ha buttato lì, come a dire che ci crede. Che il terzo turno non è solo un miraggio.
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