di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Sicuramente è stata la partita del torneo, probabilmente sarà ricordata come una delle più belle dell’anno, quella che vedeva di fronte nel penultimo quarto di finale del Masters1000 del Canada, Roger Federer e Tomas Berdych, 44 giorni dopo l’incontro disputato a Wimbledon, che pose fine alla striscia di ben 7 finali dello svizzero nel giardino di casa sua.
Bastava ricordare i toni poco concilianti che avevano caratterizzato il post-partita londinese, per immaginare come lo scontro odierno potesse essere qualcosa più di una semplice rivincita.
L’inizio scintillante dell’elvetico sembra voler mettere immediatamente le cose in chiaro. Roger intimorisce il suo avversario con una serie di soluzioni d’attacco in cui non si esibiva da tempo.
Berdych, dal canto suo, sembra abbagliato dall’inizio fulmineo del numero 3 del mondo e non riesce a mettere in campo una sufficiente percentuale di prime. Nei primi due turni di battuta riesce in qualche modo a recuperare da 0-30, salvando anche due palle break. E’ costretto, però, a capitolare nel sesto game. Non c’è partita. Il 6-3 con cui si conclude il primo set sta fin troppo stretto all’elvetico (autore del 100% di punti sulla prima) che dispone a suo piacimento dell’avversario, sceso in campo con una fasciatura bella consistente alla coscia destra dolorante già nel match precedente, vinto a fatica sull’ucraino Dolgopolov.
Nel secondo set Berdych tiene con più facilità i suoi turni di battuta (nel primo parziale aveva sempre iniziato con un handicap di 0-30) e comincia per la prima volta a insidiare lo svizzero al servizio, dopo che nel primo parziale era riuscito a sottrargli soli 4 punti.
Il primo campanellino d’allarme per Roger giunge nel sesto game, sul 3-2 per il ceco. Berdych si procura le sue prime palle break, portandosi sul 15-40. Lo farà anche due game più tardi, ma in entrambe le occasioni Roger si salva e, sul 4-4, è lui a procurarsi due palle break che somigliano a due matchpoint. Berdych le annulla con autorità e, sul 6-5 in suo favore, strappa per la prima volta il servizio al suo avversario (colpevole di ben due doppi falli) rimandando l’epilogo del match al terzo set.
Federer sembra scosso dall’inatteso epilogo del parziale precedente. Con l’inerzia tutta dalla parte del ceco, Roger si procura anche 3 palle break consecutive, ma qui è bravo Tomas ad aggrapparsi alla battuta e a respingere al mittente la minaccia con gli interessi. Berdych, infatti, non solo tiene il servizio, ma strappa, per la seconda volta negli ultimi 3 turni di battuta dello svizzero, il break all’avversario. Federer ha perso l’esplosività del primo set e mezzo, e sembra alzare bandiera bianca contro un avversario ormai padrone del campo che si appresta a servire per il match sul 5-3. Lo svizzero non brekka l’avversario dal sesto gioco del primo set e la percentuale di conversione delle palle break è, come al solito, bassissima. Raggiunge addirittura un miserrimo 9% (1 su 11) quando spreca la terza palla break concessa da un Berdych per la prima volta esitante, dopo un’ora e mezzo di tennis sublime. La quarta palla break è quella fatale al ceco che deve fare i conti, oltre che con l’avversario, con il pubblico (forse troppo) apertamente schierato con lo svizzero. Si giunge così al tiebreak, inaugurato da un nastro vincente che rende irraggiungibile per il boemo la risposta di Roger. Federer vola prima sul 4-0, poi sul 5-2, ma nel momento di assestare il colpo del k.o. consente all’avversario di rifarsi sotto (5-5). Quando sembra per l’ennesima volta riaprirsi una partita dalle mille emozioni, ecco giungere il dritto inside-out con cui Roger si procura il primo matchpoint di questo incredibile incontro. Deve giocarlo sul servizio di Berdych che, chiamato a rete dallo svizzero, non riesce ad addomesticare lo slice dell’elvetico, per la gioia del nutrito pubblico sugli spalti.
Federer si giocherà un posto in finale nel Masters1000 canadese contro Novak Djokovic che non ha lasciato scampo al francese Jeremy Chardy, battuto nettamente col punteggio di 6-2 6-3.
Nel pomeriggio si erano qualificati per le semifinali gli altri due “Fab Four”, Rafael Nadal e Andy Murray, sebbene in maniera molto diversa. Se lo scozzese ha, infatti, approfittato di uno stanco David Nalbandian, sfiancato da due settimane dense di impegni e costretto ad arrendersi con un doppio 6-2, ben più equilibrato si è rivelato il match tra il numero 1 del mondo e il tedesco Philipp Kohlschreiber, sempre sconfitto nei 6 precedenti, ma spesso in grado di mettere alla frusta il gioco del maiorchino. Anche in questa occasione Nadal ha sudato le proverbiali sette camicie per sconfiggere il tedesco, arresosi per 3-6 6-3 6-4 e incapace nel terzo set, sul 3-2 in suo favore, di sfruttare una palla break. Neutralizzato il pericolo, Rafa ha operato a zero il break nel game successivo, chiudendo, di fatto, le ostilità.
L’anno scorso erano giunti nei quarti del Masters1000 canadese i primi 8 giocatori del mondo. Quest’anno gli organizzatori possono essere ancora più contenti visto che possono contare sulla presenza di tutti e 4 i “Fab Four” in semifinale.
I risultati di giornata:
[1] R Nadal (ESP) d P Kohlschreiber (GER) 36 63 64
[2] N Djokovic (SRB) d J Chardy (FRA) 62 63
[3] R Federer (SUI) d [7] T Berdych (CZE) 63 57 76(5)
[4] A Murray (GBR) d D Nalbandian (ARG) 62 62
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