Dopo un periodo di lungo e forzato fermo, il rientro in campo deve tenere in conto una serie di precauzioni per garantire di tornare in forma senza acciacchi ed infortuni. Qualche preziosa indicazione su come comportarci con la nostra attrezzatura

Giochi male? La colpa non è della racchetta

Questo momento è il meno adatto per cambiare racchetta e variare i propri parametri di gioco (peso, bilanciamento, inerzia, rigidezza del telaio, misura del manico etc.); allo stesso modo sono assolutamente da evitare stravolgimenti suggeriti da un rendimento non ottimale in campo, nella maggior parte dei casi dovuto all’inattività.

Nonostante la regolare preparazione fisica svolta a casa durante lo stop, il tennis in campo, soprattutto all’aperto dopo un inizio di stagione giocato indoor, può essere un altro mondo o, come dice qualcuno, un altro sport. Normale non trovare profondità, non avere costanza e velocità di palla ed altrettanto normale è giocare di forza perdendo fluidità e decontrazione alla ricerca di quel “quid” che non si trova con naturalezza.

Le articolazioni dopo le prime ore si faranno sentire, come pure i dolori alla mano per assenza di calli e per mancata abitudine alla stretta. E’ fondamentale concentrarsi sulla minima forza di presa, massima scioltezza di azione e correttezza di esecuzione, oltre a un’attenzione alla pulizia e allo stato del nostro grip o overgrip che oggi diventano di primaria importanza.

Corde: abbassiamo il tiro

Una corda ferma sulla racchetta, soprattutto se si tratta di un monofilamento di tipo agonistico, ha perso probabilmente parte delle sue qualità iniziali lasciando spazio a vibrazioni parassite che possono rivelarsi letali per la salute del nostro braccio. Sarebbe terribile tornare in campo e doversi fermare per un infortunio. Cerchiamo di dare dunque qualche indicazione utile.

Per prima cosa controlliamo lo stato della nostra incordatura. Lo possiamo fare scostando le corde orizzontali rispetto alle verticali, verso l’alto o verso il basso, e nel caso risultassero segnate ed intaccate come da piccoli solchi, saranno da cambiare.

In secondo luogo facciamo, con l’aiuto del nostro incordatore di fiducia, un controllo della tensione dinamica del piatto corde: se inferiore del 20% rispetto alla tensione dinamica iniziale procediamo alla sostituzione, sapendo che la corda, come si dice gergalmente, è morta, ovvero ha perso in modo apprezzabile le proprie caratteristiche.

Se decidiamo poi di cambiare le corde, sostituiamo quelle esistenti con corde più morbide e ad una tensione inferiore rispetto a quanto siamo soliti fare.

Le 6 regole d ‘oro

  1. Non cambiare racchetta e parametri (peso – bilanciamento – inerzia)
  2. Controlla lo stato delle corde della tua racchetta (anche da ferme le corde possono perdere caratteristiche dinamiche). Sostituisci le corde se con tensione dinamica inferiore del 20% rispetto al dato iniziale
  3. Prediligi armeggi a bassa rigidezza dinamica: multifilamenti, syntgut, budello naturale e ibridi
  4. Incorda a tensioni inferiori di 1-2kg rispetto a quanto sei solito fare
  5. Controlla lo stato del grip della racchetta e provvedi alla sostituzione quando sporco o rovinato
  6. Sostituisci l’overgrip ad intervalli regolari, appena rovinato e/o sporco

L’articolo completo, con un ampio approfondimento su telai, corde e palle, sarà pubblicato sul numero di giugno de Il Tennis Italiano