Dicono che la Curvstar EPIC sia una racchetta rivoluzionaria, ma ricorda molto la Snauwaert Ergonom…
Di Riccardo Bisti – 17 aprile 2014
Sarebbe stato bello se Manuela Emmrich avesse scambiato due parole con Carlo Gibello. Trent’anni fa, il distinto signore torinese brevettò una tipologia di racchetta alternativa, con il piatto corde inclinato di 42 gradi rispetto all’asse longitudinale. L’idea fu accettata con entusiasmo dall’azienda belga Snauwaert, che immise sul mercato la Snauwaert Ergonom. La presentarono nel 1983 all’ISPO di Monaco di Baviera, un "salone" dell'attrezzatura sportiva. Le reazioni furono inorridite. Come si permettevano di rivoluzionare l’attrezzatura più di quanto il grafite stesse facendo con il povero legno? Le critiche negative si tradussero in un clamoroso flop di vendite, e la Ergonom finì ben presto nel dimenticatoio, viva nei ricordi di qualche appassionato e riciclata ogni volta che si parla di “stranezze”. A quanto pare, la Emmrich non ne ha mai sentito parlare, perchè non l’ha mai menzionata durante la promozione suo progetto. La racchetta si chiama Curvstar EPIC ed è incredibilmente simile alla Ergonom degli anni 80. Da allora sono passati trent’anni, e chissà che non possa essere la volta buona per rivoluzionare il mercato delle racchette. La Emmrich viene da una famiglia di tennisti. Il fratello Martin è un ottimo doppista, mentre papà Thomas è stato il più grande tennista della Germania Est. Forse avrebbe potuto diventare un ottimo giocatore, ma l’impossibilità di varcare i confini lo limitò a vincere decine di titoli nazionali dal 1970 al 1988. TennisBest ha raccontato la sua storia qualche mese fa. Scrivemmo che partecipa con successo ai tornei senior. Bene, di recente ha vinto gli europei di doppio utilizzando la Curvstar in cui la figlia crede moltissimo.
LA RACCHETTA CHE PROTEGGE IL POLSO
Manuela ha iniziato a giocare all’età di 6 anni, ed è sempre stata allenata dal padre. Voleva diventare una campionessa, ma le hanno inculcato l’importanza di una buona cultura. Ha preso il diploma di scuola superiore, ma poi un incidente in moto l’ha tenuta ferma a lungo, bloccando ogni speranza. “Tuttavia, quando mi sono rimessa in sesto, mi hanno offerto di giocare a livello college e ho vinto i campionati NCAA nel 2005. Allora sono rimasta negli Stati Uniti, ho frequentato una scuola di management e da lì ha preso forma il progetto Curvstar”. Volendo credere ai suoi racconti (ovvero che non ci sia alcun legame con la Snauwaert), l’idea sarebbe arrivata da un amico di famiglia, folgorato dalla visione sci parabolici. All’inizio furono presi in giro per la loro forma, poi sono entrati a gamba tesa nel mercato. “Con l’ausilio di ingegneri e medici abbiamo analizzato i movimenti del corpo per servizio, volèe e colpi da fondo – dice Manuela Emmrich – e ci siamo resi conto che una racchetta angolare produce più slice e rotazioni”. Forti di questa convinzione, hanno studiato un telaio dalle performance di alto livello in grado di mantenere lo sweetspot più o meno nella stessa posizione. “Io ho avuto diversi problemi al polso – dice la Emmrich – ma dopo aver testato il prototipo ho avvertito un certo sollievo”. Già, prototipo. Attualmente, la produzione non è ancora partita. Avevano lanciato una campagna fondi tramite il sito Kickstarter. Chiedevano 50.000 dollari per portare avanti il progetto della EPIC, mentre arrivando a 150.000 avrebbero potuto iniziare a sviluppare altri modelli, sia quelli più rigidi dedicati agli agonisti che quelli per bambini. Non ce l'hanno fatta, raccogliendone meno di 10.000. Tuttavia, Manuela non si è scoraggiata e ha promesso grandi novità, tanto che sul loro sito è scattato un countdown verso chissà quale novità. “Il materiale utilizzato è assolutamente standard – continua la Emmrich – la richiesta fondi serve per migliorare il materiale e sviluppare altri telai. La racchetta rientra nella categoria delle ‘leggere’, però si può piombare. Gli altri modelli hanno giò il loro prototipo, ma il successo nelle vendite e la raccolta fondi ci consentiranno di svilupparli. Per adesso, ci stiamo concentrando sul progetto EPIC”.
VOGLIA DI NOVITA'
La Curvstar sarà messa in vendita al costo di 249 dollari, ma adesso è reperibile via internet a prezzo scontato. Nessun problema per le incordature: si possono usare i maneggi tradizionali, anche in termini di tensione. Anche le macchine incordatrici sono le stesse: l’unica differenza è che il manico esce lateralmente rispetto alla macchina. La Emmrich è convinta che il progetto possa essere rivoluzionario. “La forma della racchetta è la stessa da anni, da quando la Prince ha lanciato il longbody. Da allora, tutte le novità si sono basate sul miglioramento dei materiali. Io credo che Curvstar possa essere la mossa giusta per creare un nuovo entusiasmo”. La Emmrich dice di prendere spunto dai nuovi brand che stanno emergendo sul piano dell’abbigliamento, anche con testimonial importanti. “Questo fermento certifica che i giocatori vogliono avere cose nuove, essere unici. Speriamo che il nostro prodotto possa avere la stessa accettazione. Per questo abbiamo scelto un colore verde acceso, ben diverso dagli standard”. Per adesso, c’è tanto entusiasmo ma ancora pochi riscontri. Qualche media si è interessato al progetto, ma il sostanziale insuccesso della campagna di reperimento fondi fa capire che sarà un percorso lungo. Manuela ci crede, vuole ribaltare la storia. Negli anni in cui la Snauwaert Ergonom falliva il suo progetto, papà Thomas non poteva uscire dalla Germania Est. Oggi, 30 anni dopo, la famiglia Emmrich può uscire da confini ancora più grandi: quelli del tradizionalismo. Nella speranza di trovare un testimonial più credibile del boliviano Mario Martinez, l’unico professionista che accettò di giocare con la Ergonom. Nel 1983 salì al numero 35 del mondo, poi crollò. E l’anno scorso fu accusato di tentata violenza sessuale nei confronti di una ragazzina. La Curvstar vuole di più. E di meglio.
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