Dopo aver fatto spesso parlare di sé, dicendone di cotte e di crude sugli avversari (e non solo) del team cileno di Coppa Davis, Marcelo Rios rinuncia al ruolo di assistente tecnico. “È stanco e non si trova a suo agio – ha detto il direttore federale Javier Jadue – ma in futuro chissà…”

Alla fine, Marcelo Rios ha capito da solo che il ruolo di assistente al team cileno di Coppa Davis non fa per lui, e ha annunciato la sua rinuncia. L’incarico richiede parecchia diplomazia, concetto assente nel vocabolario di un personaggio un tantino oscuro, da sempre abituato alle polemiche. Nel breve periodo in cui ha assistito il capitano Nicolas Massu ne ha combinate di tutti i colori. A febbraio, prima della sfida con la Repubblica Dominicana non nascose di non sapere nemmeno chi fosse Victor Estrella, e dopo il comodo successo dei suoi definì “parecchio basso” il livello dei dominicani. Ma non le risparmiò nemmeno ai doppisti in generale, a suo modo di vedere dei singolaristi falliti. Opinione comunque a molti, se non fosse che nel team cileno erano presenti Julio Peralta e Hans Podlipnik-Castillo, due che hanno ripiegato sul doppio (con risultati migliori) dopo non aver sfondato in singolare.

Nuove polemiche anche a luglio, prima la solita frase sugli avversari: “non conosco nemmeno un giocatore colombiano”, poi parole al veleno contro Santiago Giraldo, che nell’ultima giornata della sfida Cile-Colombia si è ritirato a match in corso a causa delle condizioni disastrose del campo allestito a Iquique, che già aveva obbligato a iniziare la serie con un giorno di ritardo. “Ho detto a Giraldo di andare in pensione, perché è un giocatore mediocre. È 170 al mondo e più di questo non può fare (in realtà è stato nei primi 30, ndr), un giocatore di alto livello non avrebbe mai fatto ciò che ha fatto lui. Deve vergognarsi. Sono una squadra mediocre che non riesce a far fronte alle situazioni difficili, e l’hanno dimostrato”.

In realtà Rios si è reso conto benissimo della pessima organizzazione della sfida, tanto che prima l’ha definita “la più grande vergogna” della sua vita, e poi è stato uno dei più attivi nella stesura di un comunicato pubblico (firmato da capitani, giocatori e anche da “Fena” Gonzalez) rivolto a Governo, Ministero dello Sport e Federazione. Nella lettera viene evidenziato l’imbarazzo per non aver saputo offrire agli avversari un campo degno della Coppa Davis, e viene richiesto maggiore rispetto e impegno nei confronti del tennis e della nazionale. A quanto pare, è stato l’ultimo sforzo di Rios per il tennis cileno, visto che solamente due settimane dopo ha preferito dire basta. “Marcelo ha voluto farsi da parte – ha detto Javier Jadue, direttore della Federtennis cilena – perché è stanco e non si trova a suo agio. Magari in futuro, quando la polvere si depositerà, potrebbe tornare. Dobbiamo accettare la sua decisione”. Dal diretto interessato, invece, nessun commento. Ma visti i precedenti è meglio così.