Problemi per l’impianto che ospiterà il Torneo Olimpico. Causa ritardi nella costruzione, il governo di Rio de Janeiro ha rescisso il contratto col consorzio produttore. Scoppia la protesta, e al momento non si conosce il futuro dei lavori. Ma il 95% è già stato fatto.Le buone risposte giunte dal torneo ‘test’ svolto a metà dicembre sembravano aver lanciato la volata all’ultima fase dei lavori per la realizzazione dell’impianto che ospiterà la prossima edizione del Torneo Olimpico di tennis, invece appena un mese dopo ecco un brusco stop. A causa dei ritardi sulla tabella di marcia, il governo di Rio de Janeiro ha rescisso il contratto col consorzio produttore dell’impianto, formato dai gruppi edili locali IBEG Engenharia e Construções, Tangran Engenharia and Grupo Damiani, multandoli di ben 11 milioni di reais (2.7 milioni di dollari). Il progetto iniziale prevedeva il termine dei lavori entro il 2015, ma già da un avvio al rilento si era capito che sarebbe stato molto difficile rispettare i tempi previsti, e così è stato. Tuttavia, lo scossone degli ultimi giorni era del tutto inatteso. In una nota, il consorzio produttore ha detto di essere totalmente perplesso dall’annullamento del contratto, e che procederà per vie legali contro la rescissione degli accordi senza preavviso né giustificazioni, chiedendo un risarcimento per le ingenti perdite finanziare e il danno d’immagine arrecato alle varie società. Già la scorsa settimana, i funzionari del consorzio e alcuni operai addetti alla costruzione dell’impianto, situato nella zona ovest della città, hanno protestato fuori dai cancelli (appiccando anche un incendio a un container amministrativo, fortnatamente senza danni a persone o cose) per il mancato pagamento da parte del Comune del Fondo di garanzia per la durata del servizio, utile a saldare gli stipendi arretrati e il premio di partecipazione ai 356 operai licenziati nel corso dei lavori.
ZERO CERTEZZE SUL FUTURO DEI LAVORI
Intercettato dai media, il sindaco Eduardo Paes ha assicurato che il comune pagherà il fondo, spiegando che il consorzio avrebbe spinto per un’estensione del periodo di costruzione, così da provare ad aumentare i propri introiti. “È una pratica che purtroppo sta diventando molto comune – ha detto – ma noi non accettiamo questo genere di comportamenti. Chi non rispetta i tempi prestabiliti sappia che siamo pronti a rescindere tutti i contratti. Ne abbiamo facoltà”. L’avvocato José Eduardo Junqueira Ferraz, legale del consorzio, ha presentato subito una rischiesta per la sospensione dell’annullamento degli accordi, appellandosi alla differenza di trattamento ricevuta rispetto alla società responsabile della realizzazione del Centro equestre, che ha avuto la possibilità di presentare la propria difesa contro l’intenzione di sollevarla dall’incarico. Per il momento, il comune non ha dato risposta. In una dichiarazione, i responsabili del Consorzio hanno fatto presente che il 95% dei lavori (costati intorno ai 50 miliori di dollari) è già stato completato, come effettivamente si può notare anche da riprese aeree e fotografie. Il "Maria Esther Bueno" (lo stadio principale, da 10.000 posti), i due Show Court e tutti i campi secondari sono praticamente ultimati, ma manca ancora tutto il contorno, e i collegamenti con le altre strutture del Parco Olimpico, la cui responsabilità, pare, è però da dividere con altre società. Al di là delle questioni politiche e burocratiche, resta il fatto che a 200 giorni dal via del Torneo Olimpico c’è un impianto ancora da completare, e soprattutto nessuna società pronta a subentrare nel progetto. Interpellati sulla questione, infatti, i vertici della Prefettura di Rio, responsabile della costruzione del Parco Olimpico, han detto di non sapere come e quando l’impianto verrà ultimato.
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