Rino Tommasi, tra i più grandi giornalisti di tennis che l’Italia abbia mai avuto, compie oggi 87 anni. Gli affettuosi auguri di Luca Marianantoni, suo allievo e amico
Rino Tommasi, il maestro per eccellenza del giornalismo sportivo italiano di ogni epoca, compie oggi 87 anni. Un compleanno per tutto il mondo del tennis che Rino ha raccontato per oltre mezzo secolo con professionalità, passione e competenza. Tommasi e il grande tennis, Tommasi e la boxe, Tommasi e i numeri, Tommasi e le statistiche, Tommasi e la televisione, Tommasi e Gianni Clerici, Tommasi e le pay tv, sono solo alcuni dei connubi che hanno reso Rino immortale e famoso in ogni angolo del mondo.
Nato a Verona il 23 febbraio 1934, Rino è stato un discreto tennista di 2a categoria, nonché per quattro volte campione italiano universitario e per due volte medaglia di bronzo ai Giochi mondiali studenteschi. Per tutti gli anni 60 si dedica all’organizzazione di incontri di pugilato, poi a prevalere è l’amore per il tennis. Incomincia a scrivere per Tuttosport, poi passa alla Gazzetta dello Sport raccontando 13 edizioni dei Giochi Olimpici, 149 tornei del Grande Slam e, per la tv, più di 400 incontri valevoli per il titolo mondiale di pugilato.
E’ stato una figura di riferimento per tutti i giornalisti sportivi italiani che seguono il tennis. Tutti indistintamente, compreso Stefano Semeraro, direttore de Il Tennis Italiano.
E non poteva non esserlo anche per il sottoscritto. Ho conosciuto Tommasi nella primavera del 1989, quando Rino aveva 55 anni ed era all’apice della carriera giornalistica, e io ne avevo 22 ed ero un apprendista stregone. Avevo risposto a un annuncio apparso su “Matchball” e Rino mi aveva scelto come statistico di fiducia. Viaggiavamo con l’inseparabile valigia delle indie, una specie di baule con dentro tutti gli albi d’oro, i tabelloni dei tornei dello Slam e le carriere di tutti i primi 100 giocatori e giocatrici del mondo. I computer erano appena nati, Windows era alla versione 2, e gli articoli venivano ancora trasmessi ai dimafoni o via fax.
Ho esordito a Monte Carlo 1989 e il mio primo torneo dello Slam è stato il Roland Garros, quello degli storici successi di Michael Chang e Arantxa Sanchez. Da allora Rino è diventato il mio secondo padre; non ci siamo più separati. Insieme abbiamo coperto 50 tornei dello Slam e questo mi ha permesso di attingere a un bagaglio culturale immenso.
Il più grande pregio di Rino è stato il tempo che ha dedicato a me, come a qualsiasi altro collega. Tutte le volte che mi avvicinavo per un consiglio e lo chiamavo a telefono, non c’è stata una volta che fosse una, che Rino mi avesse detto di attendere dei minuti. Interrompeva quello che faceva, mi dedicava il tempo dovuto, e poi riprendeva a scrivere, a parlare o a creare statistiche. Sono nato con la passione per i numeri, ma Rino mi ha tramandato l’amore per le statistiche. Giocare con i numeri per partorire quelle tabelline che hanno accompagnato tutta la mia vita.
Sono orgoglioso di aver condiviso con Rino centinaia di incontri che hanno fatto la storia del tennis, infinite discussioni sulle statistiche e di aver organizzato, a sorpresa ma con l’aiuto dei suoi familiari, uno dei suoi recenti compleanni.
Auguri Rino, il mondo del tennis con tutti quelli che ci lavorano dentro, ti saranno grati in eterno.