LA STORIA – A un anno dalla diagnosi del Linfoma di Hodgkin, Victoria Duval è pronta a tornare. La giovane americana è guarita dopo aver affrontato con coraggio la malattia e la vedremo allo Us Open. “Ho potuto conoscere il mondo reale”. 

"Nel giugno 2014, all'età di 18 anni, stavo giocando un torneo in Messico quando ho avvertito una grossa protuberanza al collo. In quel momento ero sola con il mio coach. Non pensai niente di particolare, ma ho informato subito mia madre. Giusto per sicurezza, ho svolto alcuni esami dopo essere tornata a casa. Mi hanno detto che tutto sembrava a posto. Un paio di giorni dopo sono andata in Europa con mia madre. Ero entusiasta all'idea di giocare Wimbledon. Avevo giocato la prova junior, ma non quella 'vera'. Non avevo una classifica sufficiente per il tabellone principale, quindi avrei dovuto giocare le qualificazioni. Poche settimane dopo il viaggio, il grumo diventava sempre più grande. Mia mamma, basandosi sulla sua storia clinica, ha pensato che qualcosa non andasse. Il medico del torneo, d'accordo con la sua intuizione, ha organizzato una biopsia d'urgenza. Il giorno prima delle qualificazioni mi hanno detto che il risultato era disponibile. E' stato uno dei momento più stressanti della mia vita. Mentre mi dirigevo verso lo studio del medico mi tremavano le gambe. Non sapevo cosa pensare, ma nulla avrebbe potuto prepararmi alla notizia che stavo per ascoltare. Avevo un cancro. Quando me l'hanno detto, ho subito perso i sensi e sono scoppiata in un pianto isterico. Non sapevo molto dei tumori, li associavo subito alla morte. Può sembrare drammatico, ma ho subito pensato a come avrei trascorso i miei ultimi giorni sulla terra”.

 

C'è spazio per il lieto fine. Oddio, anche Alisa Kleybanova ha ottimi motivi per sorridere: poter continuare a vivere è la cosa più importante, ma il suo ritorno alle gare non è stato memorabile. Essendo più giovane, Victoria “Vicky” Duval può scrivere un finale diverso, ancora più saporito. Lo scorso anno, prima di scendere in campo per le qualificazioni di Wimbledon, l'americana di origine haitiana ha saputo di avere il Linfoma di Hodgkin, lo stesso (brutto) male che aveva colpito la Kleybanova. Si può guarire, ma è un sempre un dramma. Lei volle ugualmente giocare, passò le qualificazioni e si spinse addirittura al secondo turno del main draw. Salutò Londra con un posto tra le top-100, ma la consapevolezza di andare incontro a un periodo molto duro. Oggi, a oltre un anno di distanza, è pronta a tornare nel tour. La vedremo in campo allo Us Open, dove probabilmente le daranno una wild card. E' il torneo dove ha giocato contro Kim Clijsters nell'ultimo torneo della belga, e dove ha ottenuto la sua vittoria più importante contro Samantha Stosur. “E' stato un viaggio lungo, ma adesso sono di nuovo pronta per competere e non c'è un posto migliore dello Us Open per ricominciare. Il mio primo torneo sarà un ITF da 25.000 dollari a Landisville, Pennsylvania, poi spero di giocare a New Haven”. Vicky non ha perso l'ottimismo tipico di una teenager, e ha sottolineato i lati positivi dello stop forzato. “Ho investito un sacco di tempo nell'arte. Ho imparato nuove tecniche e per me è stata una terapia. Mi sono chiusa in un ufficio e ho conosciuto il mondo reale, passando del tempo insieme a persone lontane dallo sport. Ho condiviso la mia storia in una puntata di TED Talk. Paradossalmente, la malattia mi ha dato una boccata d'aria fresca e mi ha consentito di avere una corretta visione della mia carriera”.


LA SALUTE PRIMA DI TUTTO

Ovviamente sarà un percorso lungo e lei ne è consapevole. Tuttavia ci sono alcuni esempi che le danno fiducia. Non solo la Kleybanova, ma anche Corina Morariu e il doppista britannico Ross Hutchins. “So che il mio tennis deve ancora arrivare. Dio mi ha dato questo regalo da condividere con gli altri e sono più che mai desiderosa di tornare nel tour. Il supporto delle altre giocatrici è stato eccezionale. Ho realizzato anche un video con Madison Brengle, spero di continuare a fare qualcosa del genere”. Piani agonistici? Dopo lo Us Open continuerà a giocare i tornei ITF negli Stati Uniti, ma molto dipenderà dalla salute. L'obiettivo, naturalmente, è superare l'87esima posizione che rappresenta l'attuale best ranking. “Sicuro, ma la cosa più importante è la salute e giocare una stagione completa. Non voglio sprecare questa chance”. Ma oltre a se stessa, pensa anche alle altre. Vorrebbe che la sua storia diventasse un esempio per combattere le avversità e superarle. “Puoi affrontare anche una situazione che va fuori dal tuo controllo. Spero che la gente ricorderà che ne sono venuta fuori”.

 

“La costante sensazione di vomito, il mal di testa, i dolori di stomaco, la stanchezza, la perdita d'appetito, il gusto metallico in bocca. Però, prima di iniziare la chemioterapia ero in gran forma, quindi il corpo ha risposto bene. Ho persino potuto giocare a tennis. E dopo tre mesi di trattamento, le lacrime erano diventate di gioia. Avevo vinto la mia battaglia con il cancro! Questo viaggio è stato molto difficile ma educativo. Ho imparato ad apprezzare quello che abbiamo. La buona salute è un privilegio: quando te la portano via, ti rendi conto di quello che davi per scontato. E ho imparato che tutto accade per una ragione. Non cambierei per niente al mondo tutto quello che ho passato”.

 

Vicky Duval sta preparando un libro di memorie, in cui racconterà nel dettaglio il suo viaggio all'inferno e ritorno.