da Londra, Giorgio Spalluto – foto Getty Images
E’ durato un’ora e sette minuti il sogno di Andy Roddick di tenere a bada la “furia” (un po’ intorpidita per la verità) maiorchina. Poi Rafael Nadal ha deciso di fare sul serio, proprio quando il match sembrava ormai indirizzato dalle parti di Omaha, la città natale dello statunitense. Fino al terzo game del secondo set (6-3 2-1), la partita dell’americano poteva considerarsi perfetta. Dopo aver annullato nel game d’apertura due palle break consecutive, Andy perfeziona un parziale di 8 punti a 1, strappando a 15 il servizio all’iberico, autore di ben 2 doppi falli in un game (un vero e proprio evento), cui fanno da contraltare i 3 ace consecutivi a 142, 141 e 140 miglia orarie, con cui Roddick vola sul 3-0.
S’intuisce immediatamente come il numero uno sia tutt’altro che a suo agio su questa superficie. Le palline non prendono lo spin auspicato e i suoi colpi non hanno la profondità necessaria per buttare fuori dal campo l’americano. Il servizio poi, sembra essere tornato quello pre-US Open. La percentuale di prime fatica a varcare la soglia del 30%. Una manna per il Roddick iperaggressivo sceso in campo quest’oggi. Nadal riesce comunque a procurarsi due palle del controbreak nel quinto gioco, ma l’allievo di Larry Stefanki le annulla grazie al poderoso servizio. Saranno questi gli ultimi pericoli in battuta per Andy, fino al fatidico quarto game del secondo set. Avanti di un break, sul 2-1 30-30, è proprio la sua arma migliore a tradirlo. Il secondo doppio fallo del match gli costa la palla break che poi Nadal sfrutterà a dovere, grazie anche all’errore di dritto dell’americano.
Più passa il tempo e maggiore è la confidenza acquisita dal maiorchino nei confronti del Greenset londinese, calpestato per la prima volta solo venerdì scorso. Il dritto comincia a funzionare come si deve e anche il rendimento del servizio migliora sensibilmente. Entrambi non concedono più nulla nei propri turni di battuta, rendendo inevitabile l’epilogo al tiebreak. Nadal rischia subito di andare sotto, ma si salva con un recupero mostruoso in allungo di dritto, su una grande accelerazione di rovescio dello statunitense. Dall’1-1 al 4-3 per Rafa, ci saranno 5 minibreak di fila. A fare la differenza saranno gli ultimi due, in cui lo spagnolo indovina due grandi risposte fulminanti. I punti successivi seguono l’ordine dei servizi, con Rafa che chiude con il punteggio di 7-5.
A-Rod accusa inevitabilmente il colpo, sebbene il suo livello di gioco e di aggressività non sia assolutamente calato. E’ Rafa, però, a menare le danze, con Roddick che adesso non viene più graziato a rete, come spesso accadeva nella prima frazione. Il break che deciderà il match giunge nel quinto gioco. Si tratta di una sorta di esecuzione nei confronti del povero Andy, infilzato da una selva di passanti. Dopo due ore e 34 minuti va in archivio con il punteggio di 3-6 7-6(5) 6-4 l’incontro più equilibrato ed emozionante di questa prima fase, che per poco non è costato il successo all’ultimo Fab Four che mancava all’appello e che mai aveva vinto un set alla 02 Arena nei tre incontri disputati nel 2009. I protagonisti più attesi hanno tutti risposto positivamente. La tavola è apparecchiata. Il Master può davvero cominciare…
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