L’Italia perde i pezzi: Simone Bolelli e Potito Starace, pur con prestazioni diverse (molto meglio il campano) lasciano Miami. Tra poco potranno pensare alla terra. Bene Roberta Vinci.
Roberta Vinci ha vinto un buon match con la Pironkova, ma ora è attesa da Serena
Di Riccardo Bisti – 22 marzo 2012
Neanche il torneo di Miami cancellerà una tradizione che vuole il tennis italiano competitivo grazie alle donne. Dopo le eliminazioni di Andreas Seppi e Alberta Brianti, è arrivata la prima vittoria azzurra grazie a Roberta Vinci, passata indenne da un test non semplice. La tarantina ha superato la bulgara Tsvetana Pironkova con il punteggio di 7-5 6-1 ma non è stata una passeggiata, soprattutto nel primo set. Roberta è partita piano, subito in svantaggio 5-1, ma poi ha infilato un parziale di 10 giochi che le ha permesso di vincere il primo set e portarsi 4-0 nel secondo. A quel punto il “più” era fatto e il match si è agevolmente concluso in poco meno di 100 minuti. L’urna, tuttavia, non è stata amica di Roberta (appena rientrata tra le top 20), perché al terzo turno se la vedrà con Serena Williams. Non poteva esserci avversaria peggiore. Nella giornata di venerdì ci saranno anche gli esordi di Francesca Schiavone e Flavia Pennetta.
E’ andata meno bene tra gli uomini. C’era tanta curiosità per la prestazione di Simone Bolelli, sempre alla ricerca di se stesso. Dopo aver vinto due belle partite nelle qualificazioni (contro Delic e Serra), soprattutto per il modo in cui erano maturate, ci si aspettava una buona prestazione contro lo spagnolo Albert Ramos, numero 56 ATP. Invece Simone si è arreso nettamente (6-3 6-1 lo score) in un’ora e mezzo di gioco. Ciò che scoraggia sono le statistiche in risposta: il “Bole” si è aggiudicato appena due punti quando Ramos ha messo la prima di servizio (percentuale del 10%) e appena 8 su 21 (38%) sulla seconda. Con un rendimento del genere è impossibile essere incisivi, infatti Bolelli non ha avuto una sola palla break in tutta la partita. Dopo aver tenuto fino al 3-3, ha perso nove dei successivi dieci game (gli ultimi sei consecutivi), abbandonando Miami con i soli 16 punti destinati a chi supera le qualificazioni. Un bottino che non gli consentirà di rientrare tra i primi 100. Il prossimo tentativo avverrà la prossima settimana al challenger di Le Gosier, in Guadalupa, dove l’anno scorso raccolse un brutta sconfitta contro Gastao Elias. Adesso per Simone arriveranno i tornei sull terra battuta. Vedremo se la polvere di mattone sarà sufficiente per farlo tornare ad alti livelli.
Non ci sono dubbi sul fatto che la terra sia la superficie migliore per Potito Starace. Il campano, tuttavia, ha giocato una buona partita contro il baby Ryan Harrison, cedendo 6-7 6-4 6-4 in due ore e 20 di gioco. Starace partiva nettamente sfavorito, invece la differenza l’hanno fatta le due palle break trasformate dall’americano, una nel quinto game del secondo set e l’altra in avvio di terzo. Peccato, perché sarebbe stata una vittoria di prestigio che gli avrebbe spalancato nuovamente le porte del campo centrale per un match contro Roger Federer. Nonostante le statistiche al servizio fossero decisamente migliori per l’americano, Starace ha tenuto benissimo per due set e si è disunito solo nel terzo, quando non ha raccolto praticamente nulla nei turni di risposta. Per lui vale lo stesso discorso fatto per Bolelli, ed anzi è ancora più importante: una grandissima percentuale dei punti ATP di Starace, infatti, arrivano dalla terra battuta. Lui lo sa, e cercherà di essere in forma al momento giusto, magari per gli Internazionali d’Italia, dove non è mai andato oltre il terzo turno. L'Italia degli uomini ha salutato definitivamente Miami con la sconfitta di Flavio Cipolla, battuto 6-3 7-5 dal tedesco Cedrik Marcel Stebe.
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