Il tedesco sta disputando in coppia con Sebastian Baez, forse, il suo ultimo Wimbledon
LONDRA – C’era una volta Dustin Brown, il funambolico giamaicano di Germania, servizio fulminante e gioco eccentrico ma spettacolare, dai tuffi sotto rete alle volée di schiena (guardate su You Tube, se potete). Una specie di Kyrgios senza tutto il talento dell’australiano, al massimo arrivato al numero 64 del mondo, ma capace di battere due volte (sempre sull’erba) un certo Nadal, dieci anni fa ad Halle e poi nel 2015 addirittura a Wimbledon, 7-5 3-6 6-4 6-4 nel secondo turno. Sapevamo che qualche mese fa aveva dato l’addio al tennis, dopo un lungo periodo di tribolazioni per grossi problemi alla schiena, che commentava le partite sul canale tedesco di Amazon Prime e invece, a quasi quarant’anni – li compirà il prossimo 8 dicembre – ha ripreso a giocare da qualche settimana, solo in doppio (con i tornei di singolare aveva smesso già tre anni fa), e si è riaffacciato anche su questi prati, in coppia con l’argentino Baez. «Voglio solo divertirmi, niente di più – ha raccontato Dustin al sito dell’ATP – mi godo il fatto di poter giocare senza sentire dolore, è già un grande risultato. L’addio definitivo? Mi piacerebbe chiudere al prossimo Open d’Australia, vediamo come ci arrivo».
Brown aveva avvertito per la prima volta forti problemi alla schiena nel torneo di Montpellier del febbraio 2017, cosa che lo aveva costretto a saltare tutta la stagione. Poi un anno fa, durante l’appuntamento di Stoccarda, la rottura improvvisa di un disco vertebrale con conseguente fuoriuscita di liquido nel midollo spinale. «Ho sentito uno schiocco mentre servivo, è un ricordo terribile». Da qui, l’inizio di mesi di calvario. «Non riuscivo neanche a camminare – ricorda – facevo tre, quattrocento metri, poi dovevo fare una pausa a causa del dolore alla colonna vertebrale. Faticavo a dormire, anche per due o tre giorni di seguito, diventavo intrattabile, poi negli ultimi due mesi le cose sono migliorate molto, anche se non mi sento ancora completamente a posto, mi ritrovo con alcune delle dita del piede sinistro parzialmente insensibili».
A maggio è rientrato in campo, nel Challenger di Mauthausen, poi al Roland Garros ha fatto coppia con Tiafoe ed ora con Baez è tornato a Wimbledon, dove non giocava da cinque anni. «Ogni volta che vengo qui c’è qualcuno che mi chiede della vittoria su Rafa di nove anni fa. Ovviamente ci sono stati altri momenti speciali nella mia carriera ma c’è poco da fare, sarò ricordato per quella impresa». E francamente, non ci sembra poco.