Di Riccardo Bisti – 15 gennaio 2015
Se prima non c'era nulla di ufficiale, se non l'udienza tenutasi un paio di mesi fa da Daniele Bracciali, adesso la vicenda delle presunte partite truccate prende forma a livello istituzionale. I due giocatori nel mirino sono Daniele Bracciali e Potito Starace. La notizia è stata pubblicata oggi dagli organi di comunicazione della FIT: lo scorso 9 gennaio, la Procura Federale ha avanzato una richiesta di sospensione cautelare da ogni attività per i due giocatori in questione. Il Tribunale Federale FIT ha disposto l'udienza per venerdì prossimo, alle ore 16. Sarà l'occasione per discutere le richieste della Procura e, per i giocatori, di difendere la propria posizione. Tutto è partito a metà ottobre, quando è esploso il caso su tutti gli organi di stampa nazionale. L'inchiesta era partita dal calcio ed è deflagrata nel tennis. Fecero molto scalpore le trascrizioni di una conversazioni Skype dell'utente “Braccio78”, identificabile in Daniele Bracciali, che parlava di un match a Newport contro l'americano Scoville Jenkins. Tra tecnicismi e linguaggi più o meno in codice, “Braccio78” informava il suo interlocutore che i giocatori ricevevano offerte anche di 50.000 euro per aggiustare il risultato di una partita. Nei giorni successivi erano emersi ulteriori dettagli, con diverse allusioni ad altri giocatori. Il nome che emergeva con più frequenza era quello di Potito Starace, anche se – va detto – non esistono intercettazioni a suo carico ma veniva tirato in ballo da terzi. Un mese dopo, secondo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”, il nome di Starace sarebbe stato nuovamente tirato in mezzo da Roberto Goretti. Sempre la Gazzetta ha parlato di indizi definiti “schiaccianti” (chat, sms e persino un versamento di 60.000 euro).
GLI ATTI PROCESSUALI
Nel mare di intercettazioni e di verbali (qualcosa è rimasto secretato, altri dettagli sono stati resi noti) si è mossa la Procura della FIT, essendo Bracciali e Starace regolarmente tesserati. La presa di posizione della FIT era stata chiara sin dall'inizio, con una riunione d'urgenza del Consiglio di Presidenza e della stessa Procura Federale, seguita dalle prime dichiarazioni del presidente Angelo Binaghi "Se l'inchiesta dovesse confermare quanto sembra trasparire dalle intercettazioni pubblicate dai giornali – aveva detto Binaghi – si tratterebbe di illeciti da considerare gravissimi e intollerabili anche se, a differenza del calcio, commessi nell’ambito di eventi internazionali, dunque non organizzati né gestiti da noi. Visto il danno d'immagine arrecato al tennis italiano, la FIT si dichiara fin d’ora parte lesa dagli eventuali reati commessi sia da propri tesserati sia da terze persone”. La Procura Federale si è mossa subito, chiedendo alla Procura di Cremona (dove si sta svolgendo l'indagine penale) gli atti processuali. Gli stessi sono pervenuti alla Procura del CONI che a fine dicembre li ha girati alla quella della FIT. La lettura degli atti ha convinto il Procuratore Filippo Bonomonte e il Procuratore Aggiunto Guido Cipriani a chiedere il provvedimento. Difficile fare ipotesi o anche soltanto previsioni: di certo, considerata l'importanza di Bracciali e Starace nel mondo del tennis italiano (hanno conseguito risultati straordinari, sia individualmente che in Coppa Davis), per arrivare a una richiesta così dura devono aver trovato molto convincenti gli indizi contenuti negli atti. Adesso la palla passa al Tribunale FIT: se la richiesta dovesse essere accolta, si aprirebbero vari scenari. I giocatori avrebbero il diritto di ricorso in appello, un iter che in teoria può essere allungato fino al CAS di Losanna (ente supremo per queste vicende). Ricordiamo che questa è la giustizia sportiva, il cui iter è parallelo a quello della giustizia ordinaria.
BRACCIALI E L'AUSTRALIAN OPEN
Allo stesso tempo, le sentenze FIT hanno effetto sull'attività nazionale ma possono – naturalmente – portare conseguenze anche con le istituzioni internazionali: ATP e ITF. Fermo restando che non c'è ancora traccia di sentenze se non la fissazione di un'udienza, il caso sarebbe interessante sul piano giuridico: in passato, per illeciti del genere, le squalifiche a tennisti sono arrivate tramite la Tennis Integrity Unit. Un'eventuale (ripetiamo: eventuale) sospensione di un organo nazionale come sarebbe trattata a livello internazionale? E dalla stessa TIU? Pur avendo la classifica per giocare le qualificazioni, Potito Starace ha rinunciato alla trasferta in Australia, mentre Bracciali si è regolarmente recato Down Under per giocare il doppio insieme a Jesse Huta Galung. Dando un'occhiata alle varie entry list, si scopre che Starace non si è iscritto a nessun torneo fino a metà febbraio. Risulta tra gli “alternates” a Marsiglia e Rio de Janeiro, al via il 16 febbraio. In entrambi i casi, dovrebbe giocare le qualificazioni. Sette anni fa, sia Bracciali e Starace ricevettero alcune squalifiche di breve durata per aver scommesso su alcuni match su conti scommesse a loro intestati. Fu opinione comune che si trattò di un'innocente leggerezza. Stavolta, l'ipotesi di illecito sembra ben diversa.