US OPEN – Finalmente Gasquet associa una buona condizione fisica al talento e batte in cinque set David Ferrer. Sono lontani i tempi dei crampi e dei baci "alla cocaina"! 
Richard Gasquet stringe la mano a Ferrer da vincitore: non ci crede neanche lui

Di Riccardo Bisti – 5 settembre 2013

 
Riccardo Piatti è stato di parola. Quando ha assunto l’incarico di allenatore di Richard Gasquet, ha detto che il suo allievo avrebbe potuto diventare una delle più valide alternative ai Fab Four (allora c’erano ancora…). Non è stato un processo facile, perchè il francese aveva un braccio d’oro ma un fisico di cristallo. Quando ha iniziato a collaborare con Sky Sport, Ivan Ljubicic ha detto che Gasquet non aveva alcuna voglia di allenarsi fisicamente. “Passerebbe ore sul campo, ma in palestra no”. Era chiaro che il salto di qualità sarebbe passato da lì. Con pazienza, e senza pestarsi i piedi con l’altro coach Sebastien Grosjean, Piatti è riuscito a convincere Gasquet dell’importanza del fitness. Un paio d’anni fa, durante gli Internazionali d’Italia, il francese arrivò a dire che il fisico era diventato uno dei punti di forza. Esagerava, ma non c’è dubbio che qualcosa sia cambiato. Lo ha dimostrato in questo fantastico Us Open, dove ha centrato una splendida semifinale grazie alle vittorie contro Milos Raonic e David Ferrer. Negli ottavi, il canadese lo aveva tenuto in campo per oltre quattro ore e si pensava che lo spagnolo lo potesse raccogliere col cucchiaino. Invece Richard ha giocato una partita gagliarda, ha tenuto duro quando tutto gli stava franando addosso, e si è imposto col punteggio di 6-3 6-1 4-6 2-6 6-3. Sarebbe stato interessante vedere le quote dei bookmakers a inizio quinto set, dopo che lo spagnolo aveva vinto piuttosto agevolmente il terzo e il quarto. Ferrer era strafavorito. Eppure Richard è rimasto in gara, chiedendo aiuto al servizio e – incredibilmente – alle gambe. I muscoli di cristallo non saranno diventati d’acciaio, ma adesso reggono. Ed è riuscito ad aggiudicarsi un buon numero di scambi in cui era costretto in difesa. Che differenza con il 2006! Allora, giocò (e perse) un ottavo in sessione serale contro Lleyton Hewitt. Nel quinto set fu assalito dai crampi e diede vita a uno spettacolo surreale, in cui alternava pessime giocate a punti maestosi. Stavolta è rimasto lì e ha saputo capitalizzare i gentili omaggi di Ferrer. Perchè, francamente, lo spagnolo gliel’ha regalata. Quando è andato a servire sul 2-3 nel quinto, “Ferru” ha infilato due sciocchezze sotto rete e ha commesso un incredibile doppio fallo sulla palla break. Gasquet ha tenuto con sufficiente agio gli ultimi due turni di battuta, ha chiuso con un bel dritto vincente e ha tirato un sospiro di sollievo.
 
Il salto di qualità è finalmente arrivato. Da quando è seguito da Piatti, ha trovato continuità. Basti pensare che in otto degli ultimi 10 Slam aveva perso agli ottavi. Come se il suo livello fosse quello, nè più nè meno. Un po’ poco per un ragazzo che da bambino era considerato il nuovo Moschettiere del tennis francese. Quella benedetta copertina su Tennis Magazine (eh si, ogni volta che si parla di Gasquet va citata…) lo aveva accostato più a Lacoste, Cochet, Borotra e Brugnon piuttosto che a Noah, Leconte, Pioline e così via. E lui, con un talento maestoso, ha rispettato la tabella di marcia fino ai 16 anni. Vincitore di Roland Garros e Us Open junior, campione del mondo Under 18, vincitore di un match ATP a meno di 16 anni (Monte Carlo 2002 contro Franco Squillari). Poi la pigrizia è venuta fuori. Richard non ha mai amato ammazzarsi di lavoro. Lo storico coach, Eric Deblicker, uno dei guru del tennis francese, pensava che la carota fosse meglio del bastone. E assecondava la voglia di Gasquet di raggiungere la perfezione tecnica. Non a caso, qualche anno fa lo avevano soprannominato “Mozart”. Un anno è andato in Sud America a giocare i tornei sul rosso. Si procurò i DVD delle partite e li guardò insieme a papà Francis. “Si imbestialiva quando vedeva alcuni errori di dritto e rovescio” racconta il padre. Nel tennis di oggi, la tecnica pura non basta più. Se così fosse, lui e Federer sarebbero ai primi due posti. Ma se lo svizzero ha curato il suo fisico in modo straordinario, Gasquet non ha fatto altrettanto. La parentesi con Gabriel Markus non ha funzionato, ed ovviamente lo scandalo doping (il famoso “bacio alla cocaina” con la misteriosa Pamela, da cui è stato scagionato) non ha dato una mano. A 25 anni, Richard ha avuto il coraggio di cercare una strada diversa. Quella giusta.
 
All’inizio è arrivata la solidità. Per la prima volta ha trovato la continuità. Si è installato tra i primi 20 e si è lentamente (ri)avvicinato ai top-10. Con calma, senza squilli di tromba, li ha riacciuffati lo scorso novembre e non li ha più mollati, salvo una settimana il mese scorso. Adesso è giunto il momento di fare l’ultimo, definitivo, salto di qualità. Il bello del nuovo Gasquet è che ha più benzina ma non ha perso la qualità del suo gioco. Nei primi due set contro Ferrer ha dato spettacolo. Ha “disegnato” tennis come raramente ci è concesso di vedere. E’ una vittoria molto significativa perchè aveva perso 8 dei 9 precedenti con lo spagnolo e qualche anno fa ne era stato umiliato al Masters di Shanghai. “Odio giocare contro Ferrer, è uno dei giocatori che mi creano più problemi – disse – preferisco giocare con Federer e Nadal”. Adesso gli toccherà davvero Nadal. “L’ultima volta che ho battuto Nadal avevo 13 anni – ha detto nell’intervista sul campo con Brad Gilbert – Dovessi affrontarlo, avrei la fortuna di non avere nulla da perdere”. A parte questo, con Federer che ha perso il treno dei migliori e David Ferrer appena battuto...questo Gasquet può ambire a un posto tra i primi 5 ATP? Il talento e il cuore dicono di si. Ma riuscirà a continuare così o ricomincerà a guardarsi allo specchio? Il dubbio sta tutto lì. 

US OPEN 2013 – UOMINI
Quarti di finale

Richard Gasquet (FRA) b.  David Ferrer (SPA) 6-3 6-1 4-6 2-6 6-3
Rafael Nadal (SPA) b. Tommy Robredo (SPA) 6-0 6-2 6-2