Per la prima volta dopo anni, sia Venus che Serena sembrano competitive nello stesso torneo. Per loro, Miami è una seconda casa. Serena: “La schiena è OK”. Venus punta a sfidare la Halep.
Serena Williams sostiene a gran voce Venus durante la finale di Dubai
Di Gianluca Roveda – 19 marzo 2014
A Indian Wells è successo di tutto, ma alla fine Novak Djokovic e Roger Federer hanno ristabilito l’ordine. La rivoluzione si è invece compiuta nel tabellone femminile, con il successo di Flavia Pennetta. Ci si domanda se a Miami sarà teatro di restaurazione anche tra le donne. Pensi a Key Biscayne e vengono subito in mente le sorelle Williams, che sui campi di Crandon Park si sentono come a casa. Per la prima volta dopo molto tempo, sembrano competitive nello stesso torneo. Il loro bilancio vittorie-sconfitte nel 2014 è quasi uguale: 9-2 per Serena, 9-3 per Venus. Avrebbero potuto trovarsi in finale a Dubai, ma Alize Cornet ha impedito l’ennesimo scontro fratricida. Tuttavia, a Miami sono di nuovo in pista, e il sorteggio le ha messe dalle parti opposte del tabellone. Il Sony Open porta bene soprattutto a Serena, vincitrice in ben sei occasioni, ancor più dei cinque successi raccolti rispettivamente a Melbourne, Londra e New York. Per lei è un torneo speciale, poiché vive in Florida sin da quando è bambina. Anche se adesso trascorre molto tempo a Parigi, la zona di Palm Beach County, a due passi da Miami, resta sempre un punto di riferimento. “Ho atteso l’arrivo di questo torneo, è bello essere qui. Mi sento davvero a casa”. Serena inaugurerà la difesa del titolo giovedì, quando sfiderà Yaroslava Shvedova (che al primo turno ha superato la Schiavone). “Amo i miei sostenitori e l’opportunità di giocare per loro”. Per Serena non è stato il miglior avvio possibile: ha vinto a Brisbane, ma poi ha perso due brutte partite: in Australia contro la Ivanovic e a Dubai contro la Cornet.
In quest’ultimo match, sembrava chiaramente menomata al servizio. Tuttavia, assicura di sentirsi meglio. Con un sorriso, ha eclamato che la schiena sta molto meglio. “Ho fatto tonnellate di trattamenti per essere sicura che rimanga sciolta, quindi non ho alcun problema”. Molto si capirà dai primi turni: quando Serena sta bene, difficilmente è battibile. Non è un caso che sia considerata la più forte della sua generazione, e qualcuno l’ha anche inserita nel dibattito sulla migliore di sempre. “Ogni volta che scendo in campo c’è un’enorme pressione. Le mie sconfitte fanno notizia molto più delle vittorie. Se perdo una partita, solitamente finisco in prima pagina. Tuttavia, cerco di non farci caso. Billie Jean King mi ha detto che la pressione è un privilegio”. Per ovvi motivi, ha meno pressione Venus. La sorella maggiore viene da un calvario di un paio d’anni, in cui le sconfitte non facevano più notizia. La Sindrome di Sjogren, che la fa affaticare con grande facilità, l’ha fatta precipitare. C’è voluto un po’ di tempo, ma adesso ha imparato a conviverci. Quando la malattia la lascia stare, è ancora in grandi condizioni fisiche. Si è visto a Dubai, dove non ha ceduto un set e ha umiliato la Cornet in finale. A Miami è accreditata della 29esima testa di serie e farà il suo esordio contro la vincente tra De Vroome e Schmiedlova, in vista di un terzo turno molto affascinante contro Simona Halep, appena entrata tra le top-5 WTA. Sarà il match in grado di dirci se Venus è davvero tornata competitiva, a un tiro di schioppo dai 34 anni. E chissà che Miami, il loro feudo personale, non possa segnare la prima finale in famiglia dopo oltre quattro anni. L’ultima risale ai WTA Championships 2009, a Doha. Sembra passata una vita, ma chi si sente di escludere una restaurazione?
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