Si avvicina sempre di più il ritorno in campo di Jannik Sinner, che dal 13 aprile potrà tornare ad allenarsi liberamente. L’obiettivo è puntare forte su Roma e Parigi, forti di un carico di lavoro differente anche sul piano fisico

Foto di Ray Giubilo

Una clessidra immaginaria scandisce ogni giorno il tempo che separa Jannik Sinner dal ritorno in campo, quando si è giunti ormai quasi a metà della squalifica concordata con la WADA. La data cerchiata in rossa è il 4 maggio – giorno in cui terminerà il periodo di sospensione – con anche prima quella del 13 aprile dove decadrà qualunque limitazione legata agli allenamenti, con l’altoatesino che potrà così dividere il campo con giocatori tesserati e svolgere le sessioni di allenamento anche nei circoli affiliati, su tutti il Country Club di Montecarlo. Non tutti i mali però vengono per nuocere, e anche in un qualcosa di tanto negativo come una squalifica, Sinner e il suo team sono riusciti a trovare alcuni aspetti positivi che potranno tornare utili alla ripresa della competizione.

Uno su tutti, la possibilità di svolgere una preparazione fisica mirata e puntuale per la stagione sulla terra, da sempre una superficie che ha regalato a Sinner meno gioie di quanto non accada sul cemento o sull’erba. Di questo ne aveva parlato tempo fa il preparatore atletico Marco Panichi a Sky Sport, sottolineando l’unicità di un periodo così lungo da poter sfruttare per la preparazione. “Avere così tanto tempo ci consentirà di toccare profondamene delle caratteristiche e delle condizioni che vogliamo migliorare. Sapere che possiamo dedicare tanto tempo a determinati aspetti è una spinta importante”. E in effetti, sembra proprio che il focus degli allenamenti di Sinner in questa prima parte della squalifica sia stato per lo più sulla parte fisica puntando tutto sulla resistenza, un fattore chiave nei match sul rosso soprattutto al Roland Garros dove i match sono 3 su 5. Come riportato da Federica Cocchi su “La Gazzetta dello Sport”, in questo primo mese e mezzo di allenamenti il focus è stato proprio sul piano fisico, cercando di adeguare il più possibile il fisico dell’altoatesino alle dure battaglie sul rosso. Il tennis sta entrando pian piano nella tabella di marcia degli allenamenti, per consentire a Sinner di smaltire i pesanti carichi di lavoro e tornare progressivamente a colpire la palla. Il tutto si è svolto, a quanto pare, non lontano da Montecarlo e più precisamente al TP Soleil, dove in questi giorni Sinner è stato visto più volte e dove già in passato si era allenato nei primi tempi della sua collaborazione con Simone Vagnozzi.

I frutti di questo duro lavoro saranno tangibili solamente una volta che Sinner tornerà in campo, ma è importante non sottovalutare il lavoro che si sta svolgendo in questa fase. Come raccontato dallo stesso Panichi ospite nel podcast “Tressessanta“, la disciplina e la capacità di lavorare anche su quei lati meno affini definiscono poi il campione. “Io dico sempre che le cose che non ti piacciono devi farne sempre una in più rispetto a quella che decidi di fare, se devi fare 10 esercizi sugli addominali allora devi farne 10+1″. E da questo punto di vista, spiega il preparatore italiano, Sinner è uno dei migliori e per certi versi ricorda la dedizione di Djokovic per il tennis. “Sinner anche se in maniera diversa rispetto a Nole è uno che vive per il tennis, è competitivo anche negli allenamenti perché si diverte così. Il talento è un insieme di cose, è il giusto mix che crea il campione, non si può lavorare per compartimenti stagni”. Interessante in ultimo anche l’analisi sull’aspetto più mentale che caratterizza la preparazione di un’atleta, dove a una predisposizione naturale occorre affiancare un’educazione quotidiana per evitare quello che Panichi ha definito travaso emozionale. “Ci sono alcuni tipi di emozioni che hanno un travaso emozionale che non permettono più al giocatore di avere un controllo di quello che sta facendo. Queste cose vanno insegnate. Il giocatore che spacca le racchette o tira pallate a destra e sinistra sono travasi emozionali che non sono stati gestiti”.