COPPA DAVIS – Radek Stepanek fa valere esperienza, cuore e coraggio e regala il trionfo alla Repubblica Ceca, il primo come stato indipendente. Un intero paese in delirio.
L'entusiasmo incontenibile del team ceco
Di Riccardo Bisti – 19 novembre 2012
E’ la Davis delle lacrime. Le lacrime passate, quelle versate e quelle trattenute. La Coppa Davis 2012 è nata nel 1993, quando la Repubblica Ceca si è separata dalla Slovacchia. Fu anche l’anno in cui Jana Novotna perse una clamorosa finale di Wimbledon contro Steffi Graf. Avanti 4-1 e servizio nel terzo set, andò in cortocircuito e regalò il titolo alla tedesca. Durante la premiazione, versò litri di lacrime sulla spalla della Duchessa di Kent. E’ una delle immagini-simbolo del tennis nel 20esimo secolo. E’ proprio la Novotna il filo conduttore tra quelle lacrime e quelle di oggi, versate da Radek Stepanek dopo il successo nel match decisivo contro Nicolas Almagro. Dopo aver giocato il singolare venerdì e il doppio sabato, è rimasto in campo per quasi quattro ore prima di imporsi con il punteggio di 6-4 7-6 3-6 6-3. Si è aperto un mondo di emozioni. Non potrebbe essere altrimenti per la prima Davis vinta dalla Repubblica Ceca come stato indipendente. Il successo del 1980, infatti, era griffato Cecoslovacchia. Nove giorni prima di compiere 34 anni, Stepanek ha ottenuto il successo più importante in carriera. Dopo essersi preso gli abbracci dei compagni, è corso a baciare la moglie Nicole Vaidisova e i genitori, papà Vlastimil e mamma Hana, una libraia. E’ scesa qualche lacrima, arrossando gli occhi nelle prime interviste sul campo. Ma erano lacrime di gioia, ben diverse da quelle di Jana Novotna. Presente in tribuna autorità, la campionessa di Wimbledon 1998 ha vissuto con grande partecipazione il weekend, senza perdersi neanche una palla. Non ha vinto la nazione più forte, anche perché gli altri componenti erano Lukas Rosol e Ivo Minar, non esattamente due fenomeni. Ma è il trionfo di Jaroslav Navratil, capitano dal 2006, che in questi anni è riuscito a ottenere sempre la disponibilità dei migliori. Era l’unica cosa che gli chiedevano. Con la Repubblica Ceca aggrappata a due giocatori, l’assenza di uno solo dei due avrebbe fatto crollare il castello. Invece ci sono sempre stati, quando hanno potuto. Navratil ha anche avuto il merito di far rendere al top i rincalzi nelle poche occasioni avute: come nei quarti del 2010, quando Minar e Hajek vinsero comodamente in Cile. Un nucleo piccolo ma unito.
La giornata era iniziata con il successo di David Ferrer contro un sfibrato Tomas Berdych, provato sia fisicamente che mentalmente dopo le fatiche dei giorni scorsi. L’intensità di Ferrer è bastata per chiudere in due ore e mezza con il punteggio di 6-2 6-3 7-5. Lo spagnolo ha avuto l’unico momento di difficoltà quando ha dovuto chiudere nel terzo, ma si è ripreso in tempo per evitare complicazioni. Con i due successi a Praga, gli resta la soddisfazione di essere il giocatore ad aver vinto più partite nel 2012, con lo straordinario bilancio di 76 vittorie e 15 sconfitte. Almagro e Stepanek sono scesi in campo tesi, con quel nervosismo che blocca le gambe. E’ stata una partita interessante, decisa da qualche episodio. Stepanek l’ha interpretata meglio tatticamente, facendo valere l’esperienza di chi aveva già giocato diversi match sul 2-2. L’ha vinta in due momenti: nel secondo, quando ha rimontato un break di svantaggio e ha dominato il tie-break, mostando a tutti chi era il più forte sul piano mentale. Il secondo momento, più simbolico e spettacolare, è stata l’impressionante volèe in tuffo che gli ha dato un punto importante sul 4-2 nel quarto set. Il passante di Almagro era ben giocato, basso ed angolato. Lui si è gettato nella spazzatura, arpionando la palla praticamente da sdraiato. Dopo un punto del genere, non avrebbe mai potuto perdere. Quando è andato a servire per il match sul 5-3, ha chiesto aiuto agli dei del tennis. E’ arrivato. Due prime vincenti lo hanno issato al matchpoint. Pochi secondi dopo, un rovescio in rete di Almagro ha scatenato il pandemonio, suggellato da una premiazione solenne, con le luci puntate solo sui giocatori, in una scenario degno di un concerto rock. E’ il delirio ceco.
Ma è anche la Davis delle lacrime trattenute, e versate solo in privato. Nicolas Almagro ha dato quello che aveva, ma le sue debolezze (tecniche e mentali) sono emerse tutte. Gli piace fare il duro, ha provato ad aizzare gli spagnoli fino all’ultimo, ma alla fine era lì lì per piangere. Ha resistito, ma si è sfogato negli spogliatoi. Quando la Spagna è tornata in campo per la premiazione, il suo volto pasciuto era distrutto, tipico di chi ha appena scaricato la tensione. Corretja lo ha abbracciato, lo ha baciato in fronte. E’ stato fedele fino all’ultimo alla sua scelta. E’ partito con lui, non ha voluto tradirlo. Un gesto romantico, che gli si è ritorto contro. In panchina c’era Feliciano Lopez, che forse un punto (e quindi la Davis) lo avrebbe portato a casa. C’è stata qualche polemica, ma Corretja è uomo dolce, dai valori antichi. Probabilmente in Spagna qualcuno lo massacrerà per aver puntato su Almagro, “anello debole” teorizzato d Berdych ed effettivamente rivelatosi tale. Chissà se la RFET (la federtennis spagnola), a partire dal presidente Josè Luis Escanuela, avrà voglia di difenderlo. Sapevano di aver preso un Maestrelli, non un Mourinho. Stavolta è andata male, ma Corretja merita rispetto. A Praga, intanto, i cechi godono. E chissà che non decidano di festeggiare nel castello dove il 17 luglio 2010 Stepanek e Vaidisova si sposarono. Un pezzo di questa Davis, in fondo, è nata anche quel giorno.
COPPA DAVIS 2012 – FINALE
REPUBBLICA CECA – SPAGNA 3-2
David Ferrer b. Radek Stepanek 6-3 6-4 6-4
Tomas Berdych b. Nicolas Almagro 6-3 3-6 6-3 6-7 6-3
Tomas Berdych / Radek Stepanek b. Marc Lopez / Marcel Granollers 3-6 7-5 7-5 6-3
David Ferrer b. Tomas Berdych 6-2 6-3 7-5
Radek Stepanek b. Nicolas Almagro 6-4 7-6 3-6 6-3
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