Con Nadal fuori dai giochi, in semifinale a Melbourne insieme a Djokovic, Murray e Federer ci va Milos Raonic, passato in 4 set su Gael Monfils. Un risultato tutt’altro che casuale, frutto di progressi evidenti a tutto campo. E se il 2016 fosse il suo anno?Nove vittorie su nove incontri, titolo a Brisbane e semifinale a Melbourne. Come iniziare bene una stagione? Chiedere a Milos Raonic, unico imbattuto nel 2016 insieme al numero uno Novak Djokovic. Dopo la caduta di Rafael Nadal al primo turno, è diventato scontato (anche se non è più una novità) che in insieme ai primi tre della classe sarebbe potuto arrivare un nome diverso dal solito, ed è sacrosanto che quel posto se lo sia preso il canadese, per la seconda volta in carriera dopo Wimbledon 2014. Ma quello fu un lampo senza particolare seguito, mentre questa semifinale, la prima a Melbourne per un canadese, potrebbe lanciarlo definitivamente fra i primissimi, magari a colmare quel posto fra i Fab Four che Nadal ha ormai abbandonato e Wawrinka è parso spesso poco costante per meritare. Lui non ha ancora dimostrato nulla, ma dopo un inizio così la speranza che il 2016 diventi la sua stagione d’oro è più che legittima. Perché non c’è solo un bel risultato in uno dei quattro tornei più importanti del circuito, ma ci sono dei progressi evidenti nel gioco, a tutto campo. Li ha notati agli ottavi Stan Wawrinka, che col nordamericano ci aveva sempre vinto ma si è arreso al quinto set, e se n’è accorto pure Gael Monfils nei quarti. Il francese l’aveva battuto due volte su due, ma stavolta è toccato inginocchiarsi anche a lui, al termine di un 6-3 3-6 6-3 6-4 che senza un piccolo passaggio a vuoto sarebbe potuto durare anche un set in meno. “Devo cercare di non farlo giocare in una situazione di confort”, aveva detto Milos dopo gli ottavi. Ed è proprio quello che ha fatto, accorciando gli scambi ed estremizzando l’accoppiata servizio-diritto, il suo schema preferito. È sempre stato micidiale, con la prima sopra i 220 all’ora e uno dei diritti più rapidi del Tour, ma lo è ancora di più da quando ci ha abbinato un terzo step: la discesa a rete. Il dato odierno dei punti giocati al volo dice 46, ma va più o meno raddoppiato, perché non conta tutte le volte che non ha avuto bisogno di colpire la volèe. “Ho fatto le cose bene – ha detto in conferenza stampa – creandomi e sfruttando le mie chance. Ho comandato spesso il gioco, colpito bene la palla, sono stato efficace da fondo campo. Sono molto felice di come è andata”.
IL QUARTO POSTO NON È UN MIRAGGIO
Tolto un momento buio nel sesto gioco del secondo set, quando dopo aver mancato una palla-break è stato lui a cedere per la prima (e unica) volta la battuta con tre errori di diritto, il canadese ha giocato un match molto attento e ordinato, concedendo pochissimo al servizio. Tant’è che gli sono bastati tre break per portare a casa tre set e il match, con un solo piccolo brivido sul 4-3 al quarto. Prima 0-30, poi 30-40, ma niente paura. Servizio, diritto a sventaglio e addio problemi. Due giochi più in là la stretta di mano, dopo uno schiaffo di diritto che ha portato a 47 i colpi vincenti. Nel complesso, Monfils è sembrato piuttosto scarico, e quando non riesce a esaltarsi il suo tennis perde parecchia incisività. Ma la sensazione è che per battere il Raonic di oggi ci sarebbe voluto tanto, forse troppo. Perché oltre a quanto già detto, il canadese è cresciuto tantissimo anche dal lato del rovescio. È più solido, ma ha anche giocato dei vincenti notevoli. E più quel colpo funziona, più funzionerà. Il canadese è quasi diventato un giocatore dal tennis piacevole, perché anche se il servizio resta il 90% del suo gioco, e di fino non è certo quello che la tocca meglio, si è costruito uno stile interessante, e fisicamente pare stia benissimo. Le quattro ore con Wawrinka potevano lasciare qualche scoria, invece si presenterà freschissimo alla sfida di venerdì con Andy Murray. Un avversario difficilissimo, perché brilla in difesa e risposta, le due qualità forse più importanti quando dall’altra parte della rete c’è uno come Milos. Lo scozzese ha già disinnescato il servizio di Groth all’esordio e partirà sicuramente favorito, ma se c’è una versione di Raonic che può sognare l’impresa è proprio quella vista sin qui in Australia. Una vittoria significherebbe finale e probabile consacrazione, mentre una sconfitta non cambierebbe di una virgola il suo inizio di stagione. Di questo passo entrerà di nuovo fra i primi 10, per rimanerci e salire ancora. Fino a dove? Su Nadal c'è un punto interrogativo, Nishikori dopo la finale a New York non si è confermato e la sua vittoria su Wawrinka qualcosa vorrà pure dire. Ergo, il quarto posto non è un miraggio. L’anno scorso l’ha toccato per una settimana, poi è sceso fino al 14. Stavolta vuole prenderselo per restarci.
AUSTRALIAN OPEN – Quarti di finale
Novak Djokovic (SRB) b. Kei Nishikori (JPN) 6-3 6-2 6-4
Roger Federer (SUI) b. Tomas Berdych (CZE) 7-6 6-2 6-4
Milos Raonic (CAN) b. Gael Monfils (FRA) 6-3 3-6 6-3 6-4
Andy Murray (GBR) b. David Ferrer (ESP) 6-3 6-7 6-2 6-3
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