Rafael Nadal batte un buon Hyeon Chung all'esordio a Parigi Bercy e mette d'accordo anche la matematica: sarà numero uno del mondo a fine stagione per la quarta volta, dopo 2008, 2011 e 2013. Il giusto premio per un'annata splendida, che l'ha riportato dove merita di essere. Mai nessuno aveva chiuso da n.1 a nove anni dalla prima volta. "Significa tantissimo, ma la stagione – avverte – non è ancora finita".La certezza mancava solo per la matematica, ma Rafael Nadal non ha voluto perdere tempo. Per garantirsi il numero uno a fine anno aveva bisogno di centrare almeno gli ottavi di finale al Masters 1000 di Parigi Bercy, l’ha fatto battendo per 7-5 6-3 un ottimo Hyeon Chung e ora può coccolarsi tanti record, costruiti in un 2017 stellare. Si era capito già in Australia che il Nadal di quest’anno aveva ben poco a che vedere con quelli delle stagioni recenti, ma il grande avvio di Federer l’aveva un po’ oscurato. No problem: ha vinto tutto il possibile sulla terra rossa e poi ha continuato a fare grandi cose, conquistando il terzo Us Open e approfittando di un Federer costretto a mollare qualche torneo, e ha meritato di chiudere la stagione al numero uno. L’ufficialità è arrivata dopo un match molto intenso, in cui Chung ha confermato ancora una volta di avere le armi per costruirsi una carriera di spessore. Contro “Rafa” aveva giocato un gran match già in primavera a Barcellona, e si è ripetuto lottando per quasi due ore, spingendo con ordine, reggendo gli scambi lunghi e mostrando gli artigli sin dalle fasi iniziali. È partito meglio, poi Nadal ha fatto il Nadal e dalle tre palle-break del 3-2 per Chung è volato lui sul 5-2, ma il coreano gli è rimasto appiccicato, obbligandolo agli straordinari. E se sul 5-5 avesse concretizzato la palla-break a sua disposizione, chissà. Il problema è che per fermare questo Nadal ci vuole un miracolo, oppure Federer, come visto a Shanghai. “Rafa” ha cancellato la chance col servizio, Chung è andato in tilt nel dodicesimo game e il set è scappato via. Un epilogo simile a quello del secondo: bagarre fino al 4-3 Nadal, poi un game pasticcio di Chung, con due errori col suo rovescio e un diritto largo, break a zero e addio impresa. Tuttavia, l’impressione su Chung resta positiva. Il punteggio gli rende meno onore di quanto ha mostrato: la differenza l’hanno fatta solo due game giocati male. Se mai, il problema è che contro Nadal sono anche troppi.
At 31 years of age @RafaelNadal will become the oldest year-end No.1 in #ATP history.
MAI NESSUNO N.1 A NOVE ANNI DALLA PRIMA VOLTA
Qualcuno dirà che è un controsenso vedere Nadal chiudere l’anno in vetta proprio nella stagione in cui Federer ha sconfitto lo storico complesso psicologico e tecnico che gli era costato alcune delle sconfitte più amare della sua carriera, ma è esattamente lo stesso che succedeva ai tempi d’oro di entrambi. Nadal vinceva 3 volte su 4, ma il numero uno era quasi sempre Federer. Ora la situazione si è capovolta. Resta il dubbio sul come sarebbe andata a finire se lo svizzero non avesse saltato completamente la stagione sulla terra battuta, ma come ha – giustamente – detto lo stesso Nadal va considerato che l’assenza dai tornei sul rosso ha aiutato Federer ad arrivare più fresco ad altri appuntamenti. In condizioni fisiche diversi, magari, avrebbe raccolto meno. Quindi, se si guarda la stagione nel suo intero (anche se non è ancora terminata) la classifica ha ragione: questo Nadal merita di chiudere l’anno al primo posto. Un risultato che gli consegna tanti record: è il più anziano a riuscirci dall’introduzione del ranking ATP (1973), e il primo a farcela per quattro anni non consecutivi (2008, 2011, 2013 e 2017). E i nove anni passati fra la prima volta e l’ultimo sono a loro volta un record, uno dei più importanti, perché testimoniano la longevità di un campione dato tante volte per finito. Per non parlare della durata dell’era dei Fab Four: è il quattordicesimo anno consecutivo che in vetta a fine stagione c’è uno di loro. “Sono molto molto felice per tutto – ha detto Nadal dopo il successo – perché è stato un anno fantastico. Dodici mesi fa non avrei mai sognato di essere numero uno a fine stagione. È qualcosa che per me significa molto. Ma l’anno non è ancora finito”. Vero, verissimo. Anche perché prima delle vacanze ci sono due tornei che non ha mai vinto. L’occasione ideale per mettere la ciliegina sulla torta a forma di 2017.
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