Il finale di stagione ha dato ottime sensazioni a Rafael Nadal. Ora sta giocando l'IPTL, ma non ha mai interrotto la preparazione. “Non meritavo di andare in vacanza”. Sta lavorando più duro che mai: “Non voglio essere IL migliore. Voglio essere migliore”. 

I numeri dicono che il 2015 è stata la peggiore annata di Rafael Nadal, almeno da quando è diventato il Rafa che conosciamo. Eppure, piano piano, il vento ha ripreso a soffiare nella giusta direzione. In un anno era passato dalla prima alla decima posizione a seguito della drammatica sconfitta nei quarti del Roland Garros. A quel punto era a un bivio: rassegnarsi a vivacchiare (e nessuno avrebbe potuto imputargli nulla) oppure ribellarsi, ancora una volta. Rafa ha scelto la seconda via, pur raccogliendo altre dolorose sconfitte (vedi Brown a Wimbledon o Fognini a New York). Alle ATP World Tour Fnals ha vinto tre partite su tre nel girone, battendo due avversari meglio piazzati di lui. Alla fine ha vinto 61 partite su 81, ha giocato sei finali e ne ha vinte tre. Bottino onesto ma non sufficiente. Lui lo sa. “Non ho fatto il lavoro giusto – aveva detto durante il Masters – per questo non mi merito una vacanza”. E' stato di parola: giusto un po' di riposo nella settimana successiva al Masters, poi tre giorni di palestra per rimettere a posto il tono muscolare. Un evento benefico e il 30 novembre aveva di nuovo la racchetta in mano (peraltro sta provando il nuovo telaio che Babolat gli ha messo a disposizione). Con queste premesse, e con la serenità di chi non ha nulla da perdere, ha preso un aereo per l'estremo oriente e ha giocato i suoi primi match nell'IPTL, con la casacca dei Micromax Indian Aces. Avrebbe dovuto esserci anche l'anno scorso, ma l'infortunio al polso e l'appendicite gli avevano consigliato di lasciar perdere. Ma il 2015, come detto, non gli ha dato le giuste soddisfazioni. Per ribellarsi alla negatività, Rafa conosce solo un modo: lavorare ancora di più.


ALLENAMENTI MASSACRANTI

E' stato premiato perché dallo US Open in poi ha giocato sempre meglio. Non ha intascato titoli, ma le finali a Pechino e Basilea, più le semifinali a Shanghai e alla 02 Arena sono il miglior viatico possibile per il 2016. Anche durante il Masters si è allenato con un'intensità incredibile: si narra di allenamenti ben più duri che le partite. Eppure, nonostante questo, ha detto di non meritarsi le vacanze. Questo è Rafael Nadal. Adesso si gode un po' di pre-season nell'IPTL. “Mi sono presentato a Manila con un paio di giorni di allenamento, non è molto ma spero che sia sufficiente. In questa settimana cercherò di lavorare il più possibile, dopodiché tornerò a Maiorca per rifinire la preparazione in vista dell'Australia”. Dopo le Filippine, il carrozzone IPTL si sposterà a New Dehli, laddove esiste un centro della sua fondazione benefica. Ovviamente Nadal incontrerà i bambini che stanno usufruendo del programma. Ma il tennis resta la sua priorità. “Ho iniziato a giocare meglio dopo la stagione americana, in cui non avevo fiducia a sufficienza per vincere. Ma gli ultimi cinque tornei mi hanno dato permesso di chiudere la stagione con energia positiva”. Tanti sostengono che il 2016 sarà l'anno della verità: noi crediamo che sarà “soltanto” una stagione importante, nel senso che Rafa Nadal non ha nulla da dimostrare a nessuno. “La cosa più importante sarà trovare la gioia nella competizione. Nel 2015 ci sono stati un paio di mesi in cui non mi sono divertito: lottavo contro me stesso, avevo problemi a controllare le emozioni. Ma adesso sto meglio, sono felice e voglio continuare così”.


"VOGLIO ESSERE SEMPRE MIGLIORE"

Rafa dice che ha “quasi” risolto certi problemi. Può essere una buona notizia, un'autocertificazione. Come a dire che ci sono ancora margini di crescita. A Manila ha giocato piuttosto bene. Contro Tomas Berdych ha rimontato da 0-3 e si è imposto al tie-break. Lo stesso tie-break gli è stato fatale contro Raonic, ma ciò che colpisce è la sua voglia di scherzare, di sorridere. Gli piace il clima di di squadra (dote già mostrata in Coppa Davis) e si è integrato alla perfezione. Non sappiamo se sarà benzina psicologica per il 2016, ma di certo non gli farà male. In India troverà Roger Federer e sarà mezz'oretta (si gioca sulla distanza di un set secco) di grandi emozioni, soprattutto per il pubblico indiano. Dovranno ringraziare a vita Mahesh Bhupathi per aver portato un match che altrimenti non avrebbero mai potuto seguire dal vivo. “Io vivo come se fossi a Maiorca ad allenarmi. Ho intenzione di allenarmi bene ogni giorno, è pur sempre preparazione per il 2016”. Dopo la parentesi indiana tornerà a casa e avrà uno sparring d'eccezione: Joao Sousa. Insieme lavoreranno dal 14 al 22 dicembre, dopodichè mangerà una fetta di panettone prima di tornare in oriente per l'esibizione di Abu Dhabi. E poi, scoccato il 2016, si farà sul serio. “Io sto ancora lavorando per migliorare – ha detto a Manila – non sono Federer, abbiamo uno stile molto diverso. Io non voglio essere IL migliore. Voglio semplicemente essere migliore. Anno dopo anno, giorno dopo giorno. Questa è la mia unica motivazione”. Negli ultimi mesi, dice, ha trovato il modo corretto di giocare. “Non so se tornerò mai al numero 1, ma sto lavorando duro per avere una chance nei grandi tornei. E magari ricreare le premesse”. Per chi è già risorto per tre volte dalle ceneri, nulla è impossibile: stavolta sarà ancora più dura, ma Rafa Nadal c'è. E se avrà una minima chance, state certi che si farà trovare pronto.