Per il momento il futuro prossimo di Rafael Nadal rimane sconosciuto. Dopo il k.o. a Shanghai lo spagnolo aveva detto di meditare addirittura di chiudere in Cina il proprio 2016, saltando Basilea, Parigi-Bercy e le ATP Finals, e si pensava che in occasione dell’inaugurazione ufficiale della sua Rafa Nadal Academy potesse avere le idee più chiare. Invece lo spagnolo, da buon comunicatore, ha preferito toccare l’argomento solo di striscio, per non spostare (giustamente) l’attenzione mediatica dal suo progetto e dalla presenza a Manacor di Roger Federer. “Non ho ancora deciso se fermarmi ora, ma ciò che mi importa davvero è di tornare competitivo al 100% il prossimo anno”. Poi ha risposto in rima alle belle parole di Federer, concentrandosi su altri argomenti ma ribadendo che il ritiro non è mai stato un’ipotesi: “me lo chiedono spesso, ma l’accademia è solo parte del mio futuro. Il presente è il tennis, mi diverto ancora molto e giocherò per tanti anni”.
Così, mentre Mats Wilander (non proprio noto come genio dei pronostici) ha detto che a 30 anni “Rafa” è sufficientemente giovane da avere ancora chance di raggiungere i 17 Slam di Federer, ha detto qualcosina in più lo zio-coach Toni. Anche lui ha glissato sull’argomento finale di stagione (“toccherà a Rafa e ai suoi dottori prendere la decisione”), ma poi ha parlato dello stato attuale di Nadal. “Ciò che gli sta succedendo non è qualcosa di concreto, ma un insieme di vari aspetti (non meglio specificati, ndr). Però è chiaro che non ha mai recuperato al 100% da quando si è infortunato al polso durante il Roland Garros, in un momento in cui aveva la forza per fare grandi cose. Siamo fiduciosi sul fatto che se recupererà potrà tornare in lotta per il titolo”. Toni ha tagliato corto anche sul fatto che, viste le tante sconfitte degli ultimi anni, gli avversari di “Rafa” scendano in campo con maggiore convinzione. Secondo lui conta poco: “succede lo stesso al contrario: quando tutto va bene ti temono, ti credono invincibile”.