Nadal approfitta di un Federer aggressivo ma falloso e lo batte per la prima volta sui campi indoor. Lo spagnolo vola in finale e attende il vincitore di Djokovic-Wawrinka. 
Per la 22esima volta, Rafael Nadal stringe la mano da vincitore a Roger Federer

Di Cosimo Mongelli – 10 novembre 2013


Alla vigilia di questa semifinale, l'unico dato che fa sorridere Federer è il bilancio negli scontri diretti al Masters, che parlano di un 4-0 a suo favore. Ma Nadal parte coi favori del pronostico. Lo stesso avversario, in conferenza stampa ieri, ha detto di sentirsi un vero underdog. Stanco, dopo l'estenuante maratona contro Del Potro. E con gli occhi quasi rassegnati: di fronte c'era l'avversario che gli ha sempre dato più problemi. Per vincere, avrebbe dovuto compiere più di un miracolo. Non ha molte strategie da attuare, Roger, se non quella di accelerare al massimo gli scambi, massimo due o tre scambi, e servire altissime percentuali di prime. Se si mette sul piano fisico, per lo svizzero, è notte fonda. Inizia l'incontro e Federer gioca già al massimo. Sempre alla ricerca del punto: col servizio, con il vincente ad ogni costo. La tattica funziona, perchè Nadal fatica ad allungare gli scambi, portando il match in quel territorio dove è imbattibile.  Ma il gioco dura poco, lo spazio di qualche game. Le occasioni avute dal campione di Basilea sul 3 a 2, con tre palle break non sfruttate, sono solo una mera illusione. Col senno di poi, sono state l'unica occasione per rendere più emozionante e avvincente questa disputa. Per Roger e per il pubblico presente, tutto schierato a suo favore, come tradizione della 02 Arena.
 
Sul 4 pari Federer è gia in riserva, serve come peggio non potrebbe e subisce il break. Quasi non ci si crede, quando il game successivo Nadal non chiude il set e cede a sua volta il servizio. Platea in estasi, coccodrilli messi da parte e Roger portato quasi in trionfo. Platea che deve però destarsi dal sogno pochi istanti dopo. E' solo un canto del cigno. Nel game successivo non ha la forze per servire efficacemente e ributtare indietro le sassate di Rafa. E cede, nuovamente, il servizio. Questa volta non ci sono miracoli e nemmeno li si aspetta. Rafa non è certo il tipo che concede spesso la seconda occasione e chiude non solo il set, ma anche la partita.
 
Il secondo parziale è solo una formalità per lo spagnolo. Federer cerca di rimanere a galla, ma sembra sempre più in ritardo sulla palla e sempre più con la testa sotto la doccia. Al quinto game, la pietra tombale sul match, con il break di Nadal e nessuna chance per Roger di riavvicinarsi. Un Federer senza forze, prosciugato di ogni energia che aspetta solo la stretta di mano finale che arriva di lì a poco. Per la ventiduesima volta su trentadue incontri si deve arrendere al suo più acerrimo rivale in nemmeno un'ora e venti minuti di gioco. Una vittoria sin troppo facile e severa per il maiorchino, che giunge per la seconda volta in carriera in finale alle ATP World Tour Finals. Il suo avversario uscirà dalla sfida tra Stan Wawrinka e Nole Djokovic. Rafa ha la possibilità di mettere le mani sull'unico cimelio che ancora non può annoverare nella sua sterminata bacheca. Solo dieci mesi fa sembrava impossibile, per molti addetti ai lavori, detrattori e menagrami, che lo spagnolo potesse tornare competitivo.

ATP WORLD TOUR FINALS 
Semifinali

Rafael Nadal (SPA) b. Roger Federer (SUI) 7-5 6-3
Novak Djokovic (SRB) vs. Stanislas Wawrinka (SUI)