Rafa non si monta la testa: Roger è ancora lontano ma l’iberico è già pronto per tornare al lavoro… Nole: “chapeau, ha vinto il più forte…”

di Fabio Bagatella – foto Getty Images

 

Il successo di Flushing Meadows gli ha permesso di entrare nel ristrettissimo club dei “best of the best” (migliori tra i migliori ): i sette tennisti che hanno vinto tutti e quattro gli Slam, ma Rafael Nadal continua a mantenere ben saldi i piedi per terra. Ecco i momenti più significativi della conferenza post-finale del maiorchino e del suo degno rivale, Novak Djokovic, comprensibilmente deluso ma scevro da rimpianti.

 

Congratulazioni Rafa! Hai realizzato una grande impresa giocando un tennis di altissimo livello. Cosa significa per te questa prima vittoria agli US Open?

E’ fantastico. A mio avviso ho giocato il mio miglior match di sempre a Flushing Meadows nel momento più importante della mia carriera agonistica. Per questo motivo sono realmente tanto tanto felice.

 

Come è stato il match con Nole?

Prima dell’incontro avevo la sensazione che sarebbe stata molto molto dura. Novak è aggressivo: gioca dentro al campo con ottimi fondamentali da fondo. Ero però convinto che lui fosse più stanco di me e che se il match si fosse prolungato avrei potuto sfruttarlo a mio vantaggio. Ho iniziato bene e questo mi ha dato subito fiducia: continuavo a ripetermi di mantenere alto il livello di concentrazione mentale ed intensità dei miei colpi, combattendo per ogni punto. Sono soddisfatto di esser riuscito a metterlo in pratica per quasi tutta la partita.

 

Cosa pensi di dover realizzare per convincerti che sei davanti a Federer, forse il giocatore più forte di sempre?

La differenza di titoli in bacheca è palese (Nadal 42 con 9 Slam; Federer 63 con 16 Slam ndr). Io sono soddisfatto dei “miei”. Mi sembra “stupido” discutere se sono o meno meglio di Roger, perché i tornei vinti dicono che lui è molto davanti a me. Federer rimane per me un esempio poiché nel corso degli anni ha saputo migliorare il suo tennis, cosa che ritengo importantissima e che sto cercando di “copiare”.

 

Hai vinto praticamente tutto: Coppa Davis, Olimpiadi e i quattro Slam. Quale è il tuo prossimo traguardo?

Il mio obiettivo è sempre lo stesso nello sport come nella vita: continuare a fare progressi. Nel breve periodo sarà concludere la stagione in modo migliore rispetto agli anni passati. Il Masters rimane l’ultimo grande appuntamento che non sono riuscito a vincere. Si tratta però anche del torneo più arduo da conquistare dato che si gioca sul veloce indoor e ritengo continuerà ad esserlo a meno che non si cambi superficie.

 

Sappiamo che non ami fare paragoni, ma quest’estate ti abbiamo visto al settimo cielo per la vittoria spagnola ai Mondiali in Sudafrica. Potresti dirci quale è stata l’emozione più forte che hai mai provato?

Se parliamo dei miei successi, ogni vittoria è speciale. Un’emozione non può mai essere uguale ad un’altra, ma ognuna di esse ti regala comunque una gioia immensa. Il trionfo della Spagna è stato qualcosa di completamente diverso. Il calcio è incredibile. Voi sapete cosa rappresenti questo sport in Spagna, o forse no… Noi meritavamo quel titolo, lo meritavamo dal 1994 quando i Mondiali si tennero qui negli USA.

 

 

Novak, hai mai giocato così bene un incontro per poi perderlo?

Non so, è difficile dirlo. Per vincere il match avrei dovuto giocare al top per tutta la partita. Ho disputato realmente un gran incontro, ma ci sono stato dei momenti, come il terzo e quarto set, in cui sono calato. Rafa è “scappato” e non mi ha più permesso di rientrare in partita. Ho avuto una chance sul 4-5 del terzo set, ma lui ha “servito” tre spettacolari battute vincenti recuperando da 15-30. Proprio il suo servizio è stato a mio avviso uno dei fattori chiave per la sua vittoria, senza dimenticare la sua costante intensità nei fondamentali e la sua straordinaria copertura di tutte le zone del campo.

 

La semifinale vinta contro Federer è stata fisicamente ed emotivamente molto dura…

Da un punto di vista strettamente fisico mi sentivo bene. Quando giochi contro Rafa sai già che dovrai dare il meglio soprattutto a livello atletico, perché gli scambi sono sempre lunghi e duri. Io ero pronto e non posso imputare nulla alla mia condizione fisica. Forse la vittoria su Roger mi aveva sottratto un po’ di energie nervose, ma sapevo di aver recuperato. Desideravo ardentemente vincere, ma è stato un match dove l’avversario ha giocato meglio di te e non ti resta che riconoscerlo e congratularti con lui.

 

Anche e soprattutto alla luce del match che ti ha visto soccombere, secondo te Rafa ha la possibilità di superare Roger nella graduatoria dei tennisti più grandi di tutti i tempi?

Decisamente si. Oggi Rafa ha mezzi e capacità già per diventare il miglior giocatore di sempre. Non l’ho mai visto giocare così bene sul veloce. Il suo servizio è migliorato in maniera considerevole: è un giocatore assolutamente completo.

 


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