ROLAND GARROS. Nadal batte Almagro in tre set e si avvicina al settimo titolo a Parigi. In semifinale troverà Ferrer, muro di gomma per (quasi) tutti ma non per lui.
La gioia di Ferrer dopo il successo su Murray
 
Di Riccardo Bisti – 7 giugno 2012

 
Raccontare le gesta di grandi campioni è un privilegio, ma c’è il rovescio della medaglia: sei costretto a dire più o meno sempre le stesse cose. E’ sicuramente il caso di Rafael Nadal al Roland Garros. Vince una partita dopo l’altra e ingrossa le statistiche, via via sempre più impressionanti. Con il successo su Nicolas Almagro (7-6 6-2 6-3 lo score), ha portato a casa il 50esimo successo sulla terra di Parigi, portandosi a due sole vittorie dal titolo numero 7, che significherebbe record assoluto in questo torneo. Attualmente lo condivide con Bjorn Borg, vincitore in sei occasioni su otto partecipazioni (le uniche due sconfitte arrivarono contro Adriano Panatta). Il bilancio di Rafa è 50-1, con l’unica sconfitta nel 2009 contro Robin Soderling. Travolto da mononucleosi e incertezze, lo svedese è fermo da un anno e ci sono mille dubbi sul suo rientro alle competizioni. Il match contro Almagro è andato esattamente come si prevedeva: discreta resistenza del murciano, ma insufficiente per battere Nadal. Il murciano ha vinto più partite di tutti sulla terra battuta nel 2012, ed è entrato in campo con uno schema ben preciso: cercare di accorciare i punti il più possibile. Nadal era un filo contratto: ha iniziato con un doppio fallo e ha commesso qualche errore di troppo. In tutto il primo set non c’è stata una sola palla break, ma nel momento più importante Almagro si è disunito ed è finito sotto 5-1 nel tie-break. Si è riavvicinato fino al 5-4, ma un dritto sulla riga e un servizio vincente hanno chiuso il primo set.
 
Sullo slancio, Nadal ha subito preso un break di vantaggio nel secondo e lo ha incassato piuttosto facilmente pur senza giocare alla grande, con una modesta percentuale di prime palle (appena 46%). C’è stata più partita nel terzo, dove Almagro ha avuto una chance di andare avanti di un break sia sul 2-2 che sul 3-3. Poteva fare qualcosa meglio nell’ultima palla break, quando ha messo un dritto in corridoio. Gli è stato fatale il game successivo, e Nadal non ha avuto problemi nel chiudere con l’ace numero 10. In cinque partite, Rafa non ha perso un set ed è rimasto in campo un totale di 10 ore e 37 minuti. Negli ultimi due match contro Seppi e Tsonga, Djokovic ha giocato quasi otto ore e mezzo. Numeri che alla lunga potrebbero fare la differenza. Nel post-partita, Nadal ha sottolineato l’importanza del servizio: “In tutti i tornei, soprattutto nelle fasi finali, il servizio deve darti una mano. Altrimeno è un’agonia. Senza il servizio oggi avrei perso il terzo set. Ho servito bene anche a Monte Carlo, Barcellona e Roma, altrimenti sarebbe stato quasi impossibile vincere questi tornei”.
 
In semifinale, il King della Terra Battuta se la vedrà con David Ferrer, lo gnomo di Javea che ha superato in quattro set “Merola” Murray, che nel primo set si lagnava per i (presunti) problemi alla schiena ogni volta che perdeva un punto. Murray ha lottato come ha potuto per tutto il match, ha strappato il tie-break del secondo, ma si è arreso alla maggiore solidità dello spagnolo, contro il quale non ha mai vinto sulla terra battuta. Incitato a gran voce da coach Javier Piles, “Ferru” non ha mai abbassato il rendimento in oltre tre ore e mezzo di gioco. L’intensità del suo tennis fa paura, soprattutto in relazione ai 30 anni di età. E’ una banalità, ma le gambe-motorino dello spagnolo sono come il vino: invecchiando, diventano sempre più veloci ed esplosive. Per Ferrer è la terza semifinale Slam in carriera dopo Us Open 2007 e Australian Open 2011. La differenza, alla fine, l’hanno fatta gli errori gratuiti: Ferrer ne ha commessi 32 contro i 59 di Murray, che adesso cercherà rifugio sull’erba britannica per togliersi qualche soddisfazione tra Queen’s, Wimbledon e Olimpiadi. Ferrer si è preso i complimenti di Nadal: “Arriva da una fantastica stagione sulla terra. Mi auguro che vinca a Parigi o a Barcellona, o dove gli piace. Spero che non sia stavolta”. I precedenti tra Nadal e Ferrer sono inquietanti: 15-4 per Nadal, con l’unico successo di Ferrer sulla terra a Stoccarda 2004, quando Rafa era appena maggiorenne. Quest’anno si sono trovati in finale a Barcellona e in finale a Roma, con vittorie in due set di Nadal. Se vuole avere qualche speranza, Ferrer deve prendersi il DVD della finale di Barcellona e cercare di fare le stesse cose, magari giocando meglio i punti importanti. E’ l’unica via. L’altra semifinale sarà l’atteso Federer-Djokovic. Questa è l’opinione di Nadal: “Partita equilibrata, impossibile da pronosticare. L’anno scorso chi avrebbe detto che Federer avrebbe vinto dopo sei mesi di imbattibilità di Nole?”.