A tre anni dalla chiusura della vicenda sportiva, scatta un processo per Michele Raccuglia e Antonio Ziccardi, ex presidente del Comitato Ragionale Campano e dipendente della FIT Servizi: la FIT aveva trovato un ammanco di oltre 90.000 euro.La vicenda sportiva era terminata tre anni fa con il successo della FIT, ma la giustizia ordinaria va avanti. A fine 2011 aveva fatto scalpore lo scioglimento del Comitato Regionale FIT della Campania, presieduto da Michele Raccuglia. La FIT aveva scoperto un ammanco di quasi 100.000 euro, riconducibile (almeno in termini di responsabilità oggettiva) al presidente del Comitato. Dopo che gli organi di giustizia endofederali si erano dichiarati non competenti, la faccenda finì al TNAS (l’attuale Collegio di Garanzia), il quale diede ragione alla FIT e alla decisione di sciogliere il comitato e affidarlo a due commissari. La vicenda fu ritenuta di gravità assoluta dalla FIT, che presentò una denuncia alla Procura della Repubblica di Napoli.
E’ notizia di queste ore che Raccuglia e Antonio Ziccardi sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di appropriazione indebita, peraltro aggravata dall’abuso di relazioni d’ufficio. Secondo la Procura, sarebbe stato aperto – senza nessuna autorizzazione – un conto corrente su cui finivano almeno una parte dei soldi che avrebbero dovuto pervenire alla federazione, per una cifra complessiva di 92.634,34 euro. In particolare, Raccuglia avrebbe trasferito su questo conto quasi 17.000 euro e ne avrebbe prelevati 11.400 tramite assegni bancari e oltre 5.000 tramite bonifici. La vicenda ebbe una certa risonanza all’epoca dei fatti, con reazioni anche piuttosto veementi dagli ex membri del Comitato, i quali parlarono di impropria invasione della politica nel mondo dello sport. Dopo il lungo commissariamento, il Comitato della Campania è ripartito ed è gestito da Federico d’Atri. Il vicepresidente è Angelantonio Starace, padre di Potito.
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