Da Milano, Lorenzo Baletti – 18 giugno 2013“Su quale campo gioca Quinzi?”. “E’ qui il match di Quinzi?”. “Papà sbrigati! Sta iniziando la partita di Quinzi..”. All’Harbour Club di Milano, dove è iniziato il torneo challenger, la notizia la conoscono ormai tutti. Dal bambino alla vecchia signora, sono venuti tutti a vedere lui: Gianluigi Quinzi. Già personaggio ancor prima di scendere in campo, già fenomeno ancor prima di aver vinto. “E’ un Nadaliano” sussurrano in tribuna. “Ma chi è? Quello mancino?” “Si, si, è bravo, 17 anni, diventa un campione!”. Vox populi alla milanese, peccato però che sia stato sconfitto dall’australiano Bolt (uno dal braccio veloce) dopo aver buttato via tre match point. Forse un po’ di emozione, forse un po’ di incoscienza che da junior ci può stare. Il talento azzurro non è riuscito a trasformare nessuno dei tre match point conquistati nel tie break decisivo e l'australiano ha chiuso i conti col punteggio di 4-6 6-0 7-6(6) dopo poco più di due ore. Le lacrime di Quinzi a fine gara raccontano tanto di un match dai due volti. Nel primo parziale il 17enne marchigiano è bravo a sfruttare una delle poche occasioni a disposizione conquistando il break che gli permette di salire sul 3-2. Nel gioco successivo, grazie a un ace esterno e a un ottimo dritto, l'azzurro conferma il vantaggio. Vinto il primo set per 6-4, Quinzi accusa un black out: infatti, dopo aver subito il break in apertura, non riesce a riprendersi consentendo a Bolt di allungare. Da parte sua il 20enne australiano, allievo di Scott Draper, prende fiducia e pareggia i conti chiudendo la seconda frazione per 6-0. Nel terzo set l'equilibrio è massimo. Sul 2-2 arriva il break di Quinzi che però si fa immediatamente raggiungere. Si arriva così al tie break: sul 2-2 il talento azzurro infila un rovescio lungolinea perfetto che fa alzare in piedi il pubblico del centrale. Bolt spara un rovescio in corridoio e Gianluigi allunga sul 6-3 conquistando tre match point consecutivi. Un dritto in rete dell’azzurrino, poi Bolt non si scompone e infila un paio di prime di servizio ingiocabili pareggiando sul 6-6 prima di chiudere per 8-6. Quinzi ha messo in mostra tutte le sue qualità, ma si è trovato di fronte un avversario solido, che ha meritato la vittoria. “Bravo lo stesso! Non mollare!”. Alla fine Quinzi esce tra gli applausi del pubblico dell’Harbour. Non ha conquistato il match, ma il cuore della gente si. Ancor prima di aver cominciato. Passa il turno Andrea Arnaboldi. Il canturino impone subito il suo tennis al croato Toni Androic: il dritto carico di spin del tennista azzurro manda spesso fuori giri l'avversario costringendolo a sbagliare molto. Dopo aver chiuso la prima partita con un netto 6-0, Arnaboldi ha subito l'occasione di ipotecare l'incontro nel quinto gioco, quando non riesce a concretizzare neanche una della otto palle break a disposizione. Il croato accorcia sul 3-2, ma l'incontro è saldamente nelle mani del canturino che chiude per 6-0 6-3 dopo un'ora e venti minuti. Tutto facile anche per Riccardo Bellotti, che supera senza troppe difficoltà l'argentino Leandro Migani. Il tennista nato a Vienna comanda gli scambi e sfianca l'avversario che nel secondo set, visibilmente esausto, insiste in continue palle corte prima di gettare la spugna e ritirarsi quando si trova sotto per 6-1 4-3. Terminate anche le qualificazioni: si sono guadagnati l'accesso al tabellone principale il britannico Golding (che se la vedrà con il nostro Filippo Volandri, prima testa di serie del torneo), l'argentino Gonzalez, il serbo Krajinovic e lo slovacco Martin che affronterà il figlio d'arte Miloslav Mecir Jr. Potito Starace affronterà invece il giovane talento di casa Alessandro Bega.


“Su quale campo gioca Quinzi?”. “E’ qui il match di Quinzi?”. “Papà sbrigati! Sta iniziando la partita di Quinzi..”. All’Harbour Club di Milano, dove è iniziato il torneo challenger, la notizia la conoscono ormai tutti. Dal bambino alla vecchia signora, sono venuti tutti a vedere lui: Gianluigi Quinzi. Già personaggio ancor prima di scendere in campo, già fenomeno ancor prima di aver vinto. “E’ un Nadaliano” sussurrano in tribuna. “Ma chi è? Quello mancino?” “Si, si, è bravo, 17 anni, diventa un campione!”. Vox populi alla milanese, peccato però che sia stato sconfitto dall’australiano Bolt (uno dal braccio veloce) dopo aver buttato via tre match point. Forse un po’ di emozione, forse un po’ di incoscienza che da junior ci può stare. Il talento azzurro non è riuscito a trasformare nessuno dei tre match point conquistati nel tie break decisivo e l'australiano ha chiuso i conti col punteggio di 4-6 6-0 7-6(6) dopo poco più di due ore. Le lacrime di Quinzi a fine gara raccontano tanto di un match dai due volti. Nel primo parziale il 17enne marchigiano è bravo a sfruttare una delle poche occasioni a disposizione conquistando il break che gli permette di salire sul 3-2. Nel gioco successivo, grazie a un ace esterno e a un ottimo dritto, l'azzurro conferma il vantaggio.
 
Vinto il primo set per 6-4, Quinzi accusa un black out: infatti, dopo aver subito il break in apertura, non riesce a riprendersi consentendo a Bolt di allungare. Da parte sua il 20enne australiano, allievo di Scott Draper, prende fiducia e pareggia i conti chiudendo la seconda frazione per 6-0. Nel terzo set l'equilibrio è massimo. Sul 2-2 arriva il break di Quinzi che però si fa immediatamente raggiungere. Si arriva così al tie break: sul 2-2 il talento azzurro infila un rovescio lungolinea perfetto che fa alzare in piedi il pubblico del centrale. Bolt spara un rovescio in corridoio e Gianluigi allunga sul 6-3 conquistando tre match point consecutivi. Un dritto in rete dell’azzurrino, poi Bolt non si scompone e infila un paio di prime di servizio ingiocabili pareggiando sul 6-6 prima di chiudere per 8-6. Quinzi ha messo in mostra tutte le sue qualità, ma si è trovato di fronte un avversario solido, che ha meritato la vittoria. “Bravo lo stesso! Non mollare!”. Alla fine Quinzi esce tra gli applausi del pubblico dell’Harbour. Non ha conquistato il match, ma il cuore della gente si. Ancor prima di aver cominciato.
 
Passa il turno Andrea Arnaboldi. Il canturino impone subito il suo tennis al croato Toni Androic: il dritto carico di spin del tennista azzurro manda spesso fuori giri l'avversario costringendolo a sbagliare molto. Dopo aver chiuso la prima partita con un netto 6-0, Arnaboldi ha subito l'occasione di ipotecare l'incontro nel quinto gioco, quando non riesce a concretizzare neanche una della otto palle break a disposizione. Il croato accorcia sul 3-2, ma l'incontro è saldamente nelle mani del canturino che chiude per 6-0 6-3 dopo un'ora e venti minuti. Tutto facile anche per Riccardo Bellotti, che supera senza troppe difficoltà l'argentino Leandro Migani. Il tennista nato a Vienna comanda gli scambi e sfianca l'avversario che nel secondo set, visibilmente esausto, insiste in continue palle corte prima di gettare la spugna e ritirarsi quando si trova sotto per 6-1 4-3. Terminate anche le qualificazioni: si sono guadagnati l'accesso al tabellone principale il britannico Golding (che se la vedrà con il nostro Filippo Volandri, prima testa di serie del torneo), l'argentino Gonzalez, il serbo Krajinovic e lo slovacco Martin che affronterà il figlio d'arte Miloslav Mecir Jr. Potito Starace affronterà invece il giovane talento di casa Alessandro Bega.