E' ripreso il sodalizio che aveva portato l'ex baby-fenomeno azzurro a vincere Wimbledon Junior e diventare numero 1 del mondo tra gli Under 18. Dopo tante esperienze fallimentari, i due si sono ritrovati in Florida. Lontano dalle pressioni che li avevano travolti. 

Si può fare un ritorno al passato se non hai ancora compiuto 20 anni? Sì, specie se ti chiami Gianluigi Quinzi. Il 7 luglio 2013 ci eravamo emozionati, davvero, nel vedere l'abbraccio tra il marchigiano ed Eduardo Medica sul Campo 1 di Wimbledon. Con la vittoria sull'occhialuto Hyeon Chung, l'Italia tornava a prendersi Wimbledon Junior a 26 anni dal successo di Diego Nargiso. Nessuno pensava che l'ingresso tra i professionisti sarebbe stato così difficoltoso per GQ, incapace di entrare tra i top-300 ATP in due anni di professionismo. Il tutto mentre alcuni coetanei volavano, a partire da quel Chung che oggi veleggia stabilmente tra i primi cento. Quinzi ha avuto problemi fisici (un infortunio al polso nel 2014 che ha rischiato di sfociare in un'operazione) ma soprattutto di gestione. Tutto è cominciato nella primavera dell'anno scorso, quando è terminata la collaborazione con Eduardo Medica, ex giocatore argentino che dopo quattro anni decise di lasciar perdere, un po' perché travolto dalle pressioni (enormi) cui era sottoposto Quinzi, un po' per dedicarsi alla famiglia (risiede in Messico e ha un figlio piccolo, aspirante tennista). Quello che doveva essere una cambiamento di routine si è rivelato un disastro per Quinzi. Ma oggi è cambiato tutto: Medica è di nuovo al suo fianco. Per dirla con Antonello Venditti, dopo aver fatto giri immensi, il loro amore sportivo è tornato. I due lavorano a Bradenton, presso l'accademia IMG, dallo scorso 24 novembre. Lontano dall'Italia, dalle pressioni della stampa e dalle critiche degli avvoltoi. Le immagini e i filmati dei social network non ingannano. Chiunque si era emozionato, quel giorno di luglio, avrà avuto un sussulto. Dopo aver battuto Chung, Quinzi si è avvicinato alle tribune e si è preso l'abbraccio di Medica, sceso dal box giocatori fin quasi a bordo campo. C'era tanta simbologia, in quel gesto. Era stato Medica ad andare da Quinzi e non viceversa, come invece accade spesso a Wimbledon, moda inaugurata da Pat Cash nel 1987. Come a dire che la “scalata” sulle tribune doveva essere tenuta per un altro evento, su un altro campo distante qualche centinaio di metri. Il mitico Centre Court.


LONTANO DA PRESSIONI E AVVOLTOI

Non è andata così. Dopo l'uscita di scena di Medica, per GQ sono cominciati i problemi. In un anno si sono alternati ben cinque allenatori al suo angolo. Tomas Tenconi, Marcos Aurelio Gorriz, Federico Torresi, Mariano Monachesi e Giancarlo Petrazzuolo. Gente preparata, alcuni con un background di livello assoluto. Ma nessuno ha trovato la chiave per entrare in sintonia con il ragazzo e con un ambiente piuttosto ambizioso, a partire dalla famiglia. A ben vedere, i numeri del 2015 non sono troppo negativi. Quinzi ha vinto due tornei futures (Sunrise in febbraio, Oldenzaal in agosto) e la sua classifica attuale è leggermente migliore rispetto a quella di 12 mesi fa. Oggi è numero 383 ATP. Ma ovviamente non è quello che ci si aspettava. Un campione di Wimbledon Junior è atteso a grandi risultati, invece Quinzi non ha combinato granché a livello challenger, giocando soltanto un quarto di finale a Napoli (perso al fotofinish con Marco Cecchinato) e tre secondi turni: Vercelli, Mestre e Caltanissetta. Un po' poco per un ragazzo che sin da Under 12 era pronosticato come possibile fenomeno, il numero 1 che l'Italia non ha mai avuto. Previsioni confermate da una crescita irresistibile fino ai 18 anni. Fino a quando c'era Eduardo Medica. Adesso GQ riparte proprio da lui, coach di poche parole ma che lo conosce come pochi altri. Inoltre a Miami è uno dei tanti. Non come in Italia, dove persino una troupe di Sky andò a trovarlo nella sua Porto San Giorgio dopo il titolo a Wimbledon, o dove faceva registrare il tutto esaurito in qualsiasi primo turno. Durante i match di Quinzi, abbiamo visto spalti gremiti come non se ne vedevano neanche in finale. Quel periodo, una mezza psicosi, è terminato. Quinzi lavora duro a Bradenton e si allena con gente forte come Vasek Pospisil e pianifica il ritorno nel tour dopo aver interrotto in anticipo il 2015 (ha giocato l'ultimo torneo a inizio ottobre). Il primo appuntamento è per il 4 gennaio. Mentre i big saranno in Australia, lui andrà a pochi passi da Hollywood, per giocare un future da 25.000 dollari sul cemento di Los Angeles. Al suo fianco, Eduardo Medica. Per riaprire un discorso che vorrebbe terminare con una scalata del Centre Court. Sognare non costa nulla e a volte può fare anche bene.