La sconfitta contro Jarkko Nieminen, unita ai risultati-shock di alcuni coetanei, riaccende il dibattito su Gianluigi Quinzi. Cresce il partito dei pessimisti, ma ci vuole equilibrio nei giudizi. La fase di transizione è evidente.

Di Riccardo Bisti – 23 luglio 2014
(La foto in home page è di Costantini – FIT)



Anche i finlandesi avevano la loro storia da raccontare. Dopo 12 anni, il loro eroe tennistico è tornato a giocare il challenger di Tampere, cittadina di 200.000 abitanti non troppo distante da Helsinki. Tra Jarkko Nieminen e uno dei challenger più longevi del circuito (la prima edizione risale addirittura al 1982) c’è una storia particolare. E’ il primo challenger che ha giocato, nel lontano 1999, e giunse addirittura in semifinale. Stesso risultato l’anno dopo, poi due successi di fila. Nel 2002, in finale, battè un giovanissimo Richard Gasquet (e chissà che non possa essere un buon auspicio…). Da allora, i challenger non sono più il suo habitat. Ne ha giocato qualcuno, per carità, me in questi anni si è affacciato al numero 13 ATP e ha vinto moltissimo. Oggi, a 33 anni (li compie proprio oggi), ha accettato di tornare laddove aveva cominciato. Una bella storia: dei tanti ragazzini che hanno assistito al match contro Gianluigi Quinzi, alcuni non erano nemmeno nati quando Jarkko vinceva il torneo all’alba del 21esimo secolo. Questa è la storia finnica, ma ce n’era anche una tutta italiana: per la prima volta, Quinzi ha affrontato un giocatore “vero” in condizioni difficili. Non proibitive, perchè la Finlandia non è famosa per il calore del pubblico, ma comunque difficili. E sotto il sole di Tampere, dove è ancora giorno alle 23, c’erano un migliaio di spettatori a sostenere Nieminen. Per Quinzi era un test d’oro per capire il suo livello, soprattutto dopo l’improvvisa esplosione di alcuni coetanei. Prima Nick Kyrgios (classe 1995) ha battuto Nadal e centrato i quarti a Wimbledon, poi Elias Ymer (1996) ha passato un turno all’ATP di Bastad dopo una stagione impressionante a livello future, infine Alexander Zverev (1997) ha fatto quel che ha fatto ad Amburgo (e la sconfitta a Umago, per mano di Albert Montanes, non lo ridimensiona particolarmente). Come se non bastasse, la terra croata ha lanciato il giovanissimo Borna Coric (pure lui del '96), che ha vinto la sua prima partita ATP contro un solido top-100 (Edouard Roger Vasselin). Insomma, Quinzi si è trovato a gestire una valanga forse inattesa, certamente significativa.
 
FASE DI TRANSIZIONE
Il sorteggio sembrava fatto apposta: Nieminen è un giocatore di qualità ed esperienza, con ben 386 vittorie nel circuito ATP. Uno che non si batte da solo. E così è stato, nel 6-3 6-2 maturato in 76 minuti. In casi come questo, bisogna saper pesare nel modo giusto il bicchiere mezzo pieno e quello mezzo vuoto. Quinzi ha mostrato buone cose. Al di là del punteggio, un po’ severo (soprattutto nel primo set) ha mostrato di poter giocare a certi livelli. Quando poteva, comandava lo scambio e provava a tenere l’iniziativa. Sa bene che – nella maggior parte dei casi – chi comanda vince la partita. Però ha commesso troppi errori, dando l’impressione di essere in una fase di transizione. E’ normale: quando aveva preso un buon ritmo (tre futures vinti in maggio), si è fermato un mese per sostenere gli esami di maturità. E poi c’è la nuova guida tecnica, quel Marcos Aurelio Gorriz seduto a bordo campo con un cappello da pescatore simile a quelli che indossa Josè Perlas. Il cappello era griffato Colsanitas, a ricordare i suoi trascorsi colombiani. Accanto a lui c’era Federico Torresi, ex discreto giocatore che ha seguito Quinzi nel delicato periodo di transizione dopo la separazione con Eduardo Medica. La sensazione è che ci voglia un po’ di tempo per apprezzare gli effetti della cura Gorriz. Sul piano tecnico-tattico, GQ è parso quello di sempre: cerca di essere aggressivo con entrambi i fondamentali, ma la sua palla non sembra così pesante. Dopo un inizio difficile (0-2, poi uno svantaggio di 0-40 sul 2-2), Jarkko Nieminen ha gestito la partita senza grossi problemi. In verità, il finnico non ha neanche avuto bisogno di spingere al massimo.
 
NON GUARDARE GLI ALTRI
Quinzi è stato poco incisivo nei momenti importanti. Ha avuto quasi le stesse chance di Nieminen, ma alla fine ha trasformato solo una palla break su sette contro le quattro su otto di Jarkko. La differenza vera è lì, così come in uno smash affossato in rete che non si dovrebbe sbagliare. L’impressione è che sia un po’ nervoso, come se sentisse – per la prima volta – che la situazione gli sfugga un po’ di mano, che non dipenda tutto da lui. In questo senso, gli exploit dei coetanei non aiutano perchè portano a paragoni inevitabili ma crudeli, almeno per ora. La bravura di Quinzi (e di chi gli sta attorno) risiederà nel capire che i conti si fanno a fine carriera, non all’inizio. Dando un’occhiata agli Under 19 del circuito ATP, Gianluigi è settimo. Sono dati che servono a capire il livello di crescita, nonchè a presentare gli avversari del futuro. Ma non tolgono nè aggiungono nulla alle possibilità di GQ. Parliamoci chiaro: se Kyrgios batte Nadal, non significa che Quinzi abbia meno chance di sfondare. Se Zverev fa il fenomeno ad Amburgo, non significa che Quinzi sia un bidone. Ognuno ha i suoi tempi e noi, in Italia, di baby fenomeni non ne abbiamo mai avuti. Per carità, Pistolesi e Gaudenzi sono stati numeri 1 junior (proprio come Quinzi), Nargiso era partito come un treno…ma la maturazione non arriva da un momento all’altro. Per questo, sarà importante andare avanti per la propria strada, stando lontano dai commenti che farebbero girare la testa a chiunque. Se c’è stata una partita ingiudicabile, beh, è stata proprio questa. Eppure c’è chi lo ha visto benissimo e chi, allo stesso tempo, malissimo. Paraocchi e tappi alle orecchie: oltre al duro lavoro, Quinzi avrà bisogno di questi due accessori. Se li utilizzerà nel modo giusto, il 2014 potrebbe ancora essere foriero di soddisfazioni importanti.
 
CLASSIFICA ATP LIMITATA AGLI UNDER 19 (*)
Alexander Zverev (Germania) – n. 161 – 20 aprile 1997
Borna Coric (Croazia) – n. 230 – 14 novembre 1996
Hyeon Chung (Corea) – n. 241 – 19 maggio 1996
Thanasi Kokkinakis (Australia) – n. 243 – 10 aprile 21996
Yoshihito Nishioka (Giappone) – n. 250 – 27 settembre 1995
Elias Ymer (Svezia) – n. 286 – 10 aprile 1996
Gianluigi Quinzi (Italia) – n. 312 – 1 febbraio 1996
Nicolas Jarry (Cile) – n. 313 – 11 ottobre 1995
Jared Donaldson (USA) – n. 333 – 9 ottobre 1996
Christian Garin (Cile) – n. 346 – 30 maggio 1996
 
CLASSIFICA ATP LIMITATA AGLI UNDER 20 (*)
Nick Kyrgios (Australia) – n. 65 – 27 aprile 1995
Alexander Zverev (Germania) – n. 161 – 20 aprile 1997
Borna Coric (Croazia) – n. 230 – 14 novembre 1996
Adam Pavlasek (Repubblica Ceca) – n. 232 – 8 ottobre 1994
Hyeon Chung (Corea) – n. 241 – 19 maggio 1996
Thanasi Kokkinakis (Australia) – n. 243 – 10 aprile 21996
Yoshihito Nishioka (Giappone) – n. 250 – 27 settembre 1995
Pedja Krstin (Serbia) – n. 258 – 3 settembre 1994
Kyle Edmund (Gran Bretagna) – n. 267 – 8 gennaio 1995
Elias Ymer (Svezia) – n. 286 – 10 aprile 1996
Gianluigi Quinzi (Italia) – n. 312 – 1 febbraio 1996
 
(*) Classifiche ATP del 21 luglio 2014