Dopo il match più simile a un esibizione (per demeriti di Goffin) del pomeriggio, la serata delle ATP World Tour Finals cambia faccia, mandando in scena un incontro che invece vale tutto. Nel girone intitolato a Ivan Lendl, una sfida da dentro o fuori. Milos Raonic e Dominic Thiem giocano il terzo match uno contro l’altro, dopo aver vinto un incontro a testa. Un quarto di finale in tutto e per tutto. Milos ha vinto l’unico precedente in quel di Cincinnati. Thiem, all’ottantaduesimo (no, non c’è nessun errore) incontro stagionale, è quasi un miracolo che sia giunto a questo punto con ancora delle forze residue. Nell’angolo di Milos, assieme a Carlos Moya e Riccardo Piatti, siede John McEnroe. Suo mentore di un’estate. Günter Bresnik in quello di Dominic Thiem. Chissà se ancora galvanizzato dall’incontro con Jose Mourinho, suo insospettabile ammiratore. I giochi scorrono via veloci. Chi serve concede il nulla o quasi. Milos mette prime su prime e lascia andare i colpi senza timore alcuno. Le percentuali di Thiem sono decisamente inferiori. Ma regala larghi sprazzi di ottimo tennis. Il suo rovescio spesso disegna traiettorie sublimi. Bisogna aspettare il settimo e ottavo gioco per intravedere l’ipotesi di un’occasione, con i giocatori costretti ai vantaggi per conservare il servizio. Ma di palle break nemmeno l’ombra.
Siamo in prossimità del traguardo di questo primo set. Ed è Thiem a far trapelare un po’ di incertezze. Ogni scricchiolio a questo punto può costare carissimo. L’austriaco deve servire sul 4-5 e sul 5-6, per rimanere nel set e deve ricorrere ai vantaggi nella seconda occasione. Ma il tie-break sembrava scritto sin dall’inizio, e inevitabilmente arriva. È proprio Thiem è il primo a sbagliare. Concede un minibreak con un gratuito, davvero brutto, di rovescio. Seguito poi da un ulteriore, questa volta sublime. Raonic, fino a quel punto perfetto, mette in soffitta la sua arma migliore: il servizio. Due seconde seguite da altrettante palle affossate in rete con il rovescio valgono il minibreak, questa volta per l’austriaco. Ma la confusione nella testa del canadese dura solo un attimo. Al cospetto di un Thiem poco convinto, Raonic recupera il maltolto e si porta, col ritrovato servizio, sul 5-4. E sul servizio di un Dominic sempre più timorato, si fa coraggioso a rete e si procura meritatamente due set-point. Sfuma il primo, ma non il secondo. Con l’undicesimo ace nel set e l’impressionante 91% di punti vinti con la prima di servizio.
Thiem accusa il colpo. Il primo game del secondo set è quasi una sentenza. Raonic aggredisce senza pietà alcuna lo spaurito austriaco e ottiene il break a quindici. Sul 2-0 ci sono altre due occasioni, per poter ulteriormente dilagare. Grande cuore, o quel che ne rimane, dell’austriaco, a non farsi schiacciare, salvare entrambe le occasioni concesse e rimanere a galla. Il pubblico sembra aver preso a cuore le sorti del malcapitato austriaco. Ma deve accadere qualcosa più di un miracolo perché le sorti dell’incontro possano essere riscritte. Raonic pare in piena sicurezza e non sente più nemmeno il bisogno di forzare. Si limita a fare il compitino nei suoi turni di servizio e ad aspettare la stretta di mano finale. Ma è Thiem a non averne più. Serve sul 3-5 e al secondo match-point concesso alza bandiera bianca. Raonic è in semifinale, con pieno merito. Determinato, ordinato e concentrato. E pericoloso, per chiunque debba affrontare. Per Thiem arrivano le vacanze, con la speranza che la sua programmazione nel 2017 tenda meno al suicidio sportivo.
ATP WORLD TOUR FINALS –Gruppo Ivan Lendl
Milos Raonic (CAN) b. Dominic Thiem (AUT) 7-6 6-3
GLI HIGHLIGHTS DI RAONIC-THIEM
Questo Raonic fa sul serio. Gli avversari sono avvisati.
Milos Raonic non manca l’appuntamento con la semifinale delle ATP World Tour Finals: batte in due set Dominic Thiem, gli regala (finalmente!) un po’ di riposo e ora attende di scoprire chi sarà il suo avversario nella giornata di sabato. Con una conferma: sarà pericoloso per chiunque lo trovi sulla propria strada.