. Un delirio di emozioni, non sempre positive. Una valanga di 398 punti, non tutti belli da vedere. Però la gente si è ammucchiata sulle tribunette del Campo 9 dello Us Open ben oltre i limiti della capienza. Quando c’è Fabio Fognini succede sempre qualcosa. Nel bene, nel male, ma succede. Stavolta c’è stato il lieto fine: la vittoria contro Teymuraz Gabashvili è maturata col punteggio di 6-7 3-6 7-6 7-5 6-4. Un successo che lo spinge al secondo turno, dove sfiderà David Ferrer. Sfida complicata, ci mancherebbe, ma il Ferrer del 2016 è più abbordabile rispetto a qualche tempo fa. Ma resta da raccontare la battaglia psicologica contro il russo di Georgia (Gabashvili è nato a Tbilisi, poi si è spostato in Russia con i genitori all’età di 9 anni), incapace di sfruttare un mucchio di occasioni nel terzo e nel quarto, quando è andato a servire due volte per il match. Niente da fare: il servizio lo ha tradito più di una volta, poi Fabio ha voluto fortemente questo successo. A un certo punto ha scelto la via della lotta, si è intestardito, non voleva lasciare strada a un avversario che non gli sta simpatico. I due si sono beccati qualche volta a distanza (“Fa più rumore della Azarenka!” ha detto Fabio, dopo uno scambio pieno di urla), dando un po’ di elettricità a un match non sempre bellissimo. Fabio ha sciupato ben quattro setpoint nel primo set (due sul 5-4 e altrettanti nel tie-break), salvo poi arrendersi al ventesimo punto del game decisivo. Il secondo era diretta conseguenza del primo: Gabashvili, tra l’altro, mostrava soluzioni tecniche tutt’altro che disprezzabili. Alcuni rovesci di alta scuola, persino alcuni dritti in arretramento, in contropiede, sorprendevano un Fognini che entrava e usciva dal match. In particolare, Fabio era in difficoltà dal lato del rovescio. Un po’ pigro nella ricerca della palla, ha commesso parecchi errori da quella parte.
Ma il match era giocabile. Gabashvili è un guerriero ma non ha un cuore d’acciaio, inoltre ha alcuni limiti precisi. Nella transizione verso la rete, ad esempio. E così si è trovato per due volte sotto di un break nel terzo. Fabio si è innervosito quando gli hanno chiamato due falli di piede, è uscito dal match e si è ritrovato sotto 4-5. Al momento di servire per il match, Gabashvili ha tremato. E al tie-break, sofferente alla coscia sinistra, ha commesso qualche doppio fallo di troppo. Sul 5-5, Fabio ha giocato un bello scambio e ha intascato il set. Come nella trama di una telenovela, l’azzurro ha avuto un altro passaggio a vuoto nel quarto. Il match sembrava poter andare in discesa (2-1 e servizio), invece subiva quattro game di fila (5-2 Gabashvili), ma una contro-serie di cinque game gli regalava il quinto set. In condizioni fisiche nettamente migliori, Fabio volava 2-0 e 0-30 sul servizio del russo, ma la sofferenza era infinita. Anche Gabashvili rifiutava l’idea della sconfitta, mostrando quello spirito che aveva fatto la fortuna del suo coach Guillermo Canas. Il russo acciuffava il 4-4, ma Fabio trovava la forza per l’allungo decisivo e per intascare una vittoria in perfetto stile Fognini, con tanto di frasi polemiche rivolte verso chissà chi in tribuna. Vittoria sofferta, tribolata, emozionante. Il livello di gioco non è stato il migliore possibile, anzi, rischia di essere insufficiente contro Ferrer. Però lo spirito c’è, la voglia di vincere anche. Ferrer sarà più fresco perché ha usufruito del ritiro di Dolgopolov nel primo set, però 48 ore di tempo dovrebbero essere sufficienti per rimettere a posto il fisico, anche e soprattutto grazie alle nuove metodologie di recupero (bagni ghiacciati ed affini).
Oltre a Fognini e Giannessi (senza dimenticare Seppi), l’Italia porta al secondo turno anche Paolo Lorenzi. Il senese, a caccia della leadership nazionale (Fognini perderà i 180 punti colti l’anno scorso), si è preso una bella rivincita contro Carlos Berlocq, da cui aveva perso piuttosto nettamente al Roland Garros. Invece a New York gli sono bastate meno di due ore per imporsi con un netto 6-4 6-2 6-1. Al secondo turno se la vedrà con Gilles Simon, bravo a superare Radek Stepanek evitando complicazioni. Non sarà facile, ma il precedente di tre anni fa a Indian Wells (laboriosa vittoria del francese per 6-3 3-6 7-5) fa sperare in un buon match di Paolino, giunto alla sua 22esima partecipazione Slam. Dopo aver raccolto 13 sconfitte nelle prime 13 partecipazione, adesso proverà ad azzannare per la prima volta un terzo turno. Chissà.