Clamorosa sconfitta di Rafa, battuto da Michael Berrer al primo turno di Doha. Lo spagnolo sembra deponziato, come se il suo motore avesse due marce in meno. Grande gioia per il 34enne tedesco, all’ultima stagione in carriera. C’è una chance per Seppi.
Di Riccardo Bisti – 6 gennaio 2015
Se Aldo Biscardi si fosse occupato di tennis, il suo “Processo” avrebbe trovato l’argomento principe per le prossime due settimane. “Nadal è finito?” “Nadal saprà tirarsi su ancora una volta?”. Nel clima ovattato di Doha, in un lago di sudore, lo spagnolo ha colto una delle peggiori sconfitte in carriera. Si è arreso a Michael Berrer, che il 1 luglio compirà 35 anni e non era mai stato in grado di impensierirlo. In due precedenti, aveva raccolto le briciole: quattro giochi in quattro set. E quando Rafa si è aggiudicato per 6-1 il primo set, nessuno pensava che Michael potesse vincere. E invece negli ottavi ci va lui, grazie a un sorprendente 1-6 6-3 6-4 che accende la paura, la spia rossa nei radar nadaliani. D’altra parte, era stato Rafa ad avvisare: “Non aspettatevi un rientro tipo quello del 2013. Quest’anno spero soltanto di giocare tutta la stagione”. Sarebbe facile farsi prendere dall’emotività e dire che Rafa ha intrapreso la via del declino. La sua palla è meno potente, pesante e profonda rispetto ai tempi d’oro. Soprattutto meno profonda. Un giocatore aggressivo come Berrer ha potuto appoggiarsi con agio. In realtà, anche in passato aveva avuto problemi del genere, ma compensava con una strepitosa condizione fisica. Stavolta no, sembra un Rafa “normale”. Un Nadal incapace di prestazioni atletiche sovrannaturali può andare in difficoltà con tanti giocatori, anche col numero 127 ATP. Uno che quando si mette sulla bilancia scopre di pesare 100 chili. Nonostante questo, si muove con generosità e ha un atteggiamento sempre positivo, vincente. La sua carriera è cambiata qualche anno fa, quando Claudio Pistolesi lo ha rimesso a nuovo e portato tra i top-50. Non finì benissimo, ma oggi i due sono ancora amici e lo stesso Berrer spera che in questa stagione, l’ultima della sua lunga carriera, il coach romano possa seguirlo magari per un ultimo torneo.
CHE DIFFERENZA CON DJOKOVIC!
Berrer è una persona intelligente. Ha combinato il tennis con gli studi, e probabilmente la laurea in psicologia (conseguita all’Università di Phoenix) gli è servita nell’ultimo game, quando è andato a servire per il match. In quel momento gli saranno passate mille immagini per la mente. Ha mostrato tutta l’umanità possibile commettendo due doppi falli e sparando in corridoio un dritto facile facile, ma Nadal non ne ha approfittato. Anche i pugnetti d’incoraggiamento, che pure non sono mancati, sembravano depotenziati. Nadal ‘vive’ molto di energia. Come nei videogiochi, il suo livello di energia ne detta la competitività. Stavolta era ai minimi termini. Scopriremo presto se è un semplice passaggio a vuoto, oppure le fatiche degli ultimi 10 anni, o magari un regime di allenamento meno rigido, non gli consentono di essere quello di sempre. I suoi tifosi hanno ottime ragioni per preoccuparsi. Non è la sconfitta in sè, quanto piuttosto una serie di sensazioni negative. Per sua fortuna, la stagione è lunga e il tennis offre sempre una chance per rifarsi. Andrà atteso fino a dopo l’Australian Open e non dovrà essere condannato neanche in caso di prematura sconfitta a Melbourne, ma eventuali difficoltà anche sul rosso (giocherà Rio de Janeiro e Buenos Aires prima di Indian Wells e Miami) potrebbero essere preoccupanti. Nel frattempo, il divario con Novak Djokovic si fa sempre più grande. Prima di lui, il serbo aveva lasciato appena tre giochi al connazionale Dusan Lajovic, mostrando una condizione già da Slam. Il suo tennis è sempre più intenso ed asfissiante per gli avversari: la febbriciattola di Abu Dhabi è già un ricordo.
UNO SPIRAGLIO PER SEPPI
La sconfitta di Nadal dà una mano anche ad Andreas Seppi: dopo la bella vittoria contro Leonardo Mayer, gli si è aperto il tabellone: adesso sfiderà Joao Souza e poi il vincitore di Berrer-Dodig. La strada verso la semifinale non è così proibitiva. Per oggi, tuttavia, la copertina va a Berrer. Tornerà presto nel dimenticatoio, ma per un giorno il personaggio è lui. Gli sono riusciti colpi eccezionali (pallonetti vincenti, cross stretti) e probabilmente ha dato una gioia ai suoi figli, gli stessi che lui vorrebbe emozionare giocando su un campo centrale contro un grande avversario. Doha non sarà come Melbourne, ma chiudere con una vittoria, per un uomo che ha dato tutto se stesso al tennis, è una soddisfazione immensa. Il 2015 sarà la sua ultima stagione: magari tornerà tra i top-100, ma la ciliegina sulla torta è già arrivata. Nella sua accademia, a cui si dedicherà a tempo pieno dopo il ritiro, potrà aggiungere la targhetta più bella.
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