Facile come bere una tazza di tè. La quarta vittoria al Queen's per Andy Murray è stata tanto facile quanto ingenerosa, nei confronti di Kevin Anderson. Reduce da una settimana di altissimo livello, il sudafricano non lo ha nemmeno impensierito. Un'ora e poco più prima di stringere la mano a un avversario che, qualora ci fossero ancora dubbi, mette in chiaro il ruolo di favorito numero uno per Wimbledon. E a crederci, in questo ruolo, è soprattutto Andy. “Un ottimo modo per arrivare a Wimbledon”. Con un sorriso che la dice lunga, lunghissima, su quali siano le sue aspettative. Il migliore dei modi per arrivare a Wimbledon, quindi. Mentre c'è chi si lecca ancora le ferite e non ha ancora giocato un quindici su erba e chi regala ancora spettacolo, ma forse non è più in grado di farlo al meglio dei cinque set. Ma torniamo alla finale. In cuor suo Kevin Anderson ha accarezzato l'idea di trovarsi un avversario con qualche, anche impercettibile, strascico. Per il prosieguo della semifinale, interrotta dalla pioggia, che ha visto Murray protagonista in mattinata.
ANDY, PROVE DA REALE D'INGHILTERRA
Ma a creare gli unici, flebili, fastidi di questa prima domenica d'estate è stato proprio Troicki. Che, dopo aver perso malamente il primo, si è trovato avanti di un break nel secondo senza nemmeno volerlo. Per essere poi recuperato e quindi sconfitto al tie-break, peraltro unico rifugio possibile anche per Kevin Anderson. Devastante al servizio per tutta la settimana, con un solo game concesso in battuta, al debutto contro Hewitt. Ma non oggi. Murray è in totale controllo sin dal primo scambio. Concede le briciole ed è subito pronto ad approfittare dell'errore dell'avversario, che arriva puntuale nel quinto game. Errore, uno dei tanti di Kevin durante l'incontro, che dà il via libera allo scozzese per il break, mai più recuperato. Impossibile da recuperare, se hai di fronte di chi commette due soli gratuiti in nove game. Stesso identico copione nel secondo set. Andy conduce il gioco e prende il largo ancora nel quinto game. Splendida la smorzata con cui conquista il punto del 3 a 2. Che mette i titoli di coda alla partita e manda in visibilio gli astanti. Solo il tempo di aspettare la stretta di mano finale. E mettere le mani sul 34esimo trofeo in carriera. Il sesto su erba. Erba che nel prossimo mese potrebbe davvero elevarlo a reale, agli occhi dell'Inghilterra. Prima Wimbledon, poi la Francia, nei quarti di finale di Coppa Davis. Cosa volere di più dalla vita?
ATP 500 QUEEN'S – FINALE
Andy Murray (GBR) b. Kevin Anderson (SAF) 6-3 6-4