Esiste un confine tra faccia tosta e autolesionismo. Purtroppo per lui, Nick Kyrgios non sempre riesce a individuarlo e cade in un preoccupante buio agonistico. È accaduto a Toronto, al primo turno della Rogers Cup contro il suo ex nemico Stan Wawrinka, con il quale aveva avuto un alterco proprio in Canada, tre anni fa (si era espresso in termini non troppo gentili su Donna Vekic, fidanzata di Wawrinka). Nonostante alcuni vincenti a velocità siderali (ha tirato un dritto – un dritto! – a oltre 200 km/h), si è arreso col punteggio di 1-6 7-5 7-5. Dopo ogni match, se vuole evitare una multa, ogni giocatore deve parlare con i giornalisti. Kyrgios si è presentato tra sbadigli, smorfie e risposte brusche. Gli hanno ricordato quello che aveva scritto prima di Wimbledon: stare lontano dal circuito gli aveva fatto apprezzare il tennis e aveva riacceso la sua motivazione.
“Ti senti ancora così, oppure è cambiato qualcosa?”.
“No”.
Il problema di Kyrgios è che ormai ha 23 anni e una discreta esperienza nel tour. Non si può più trincerare dietro la “giovane età”. All'inizio sembrava un personaggio divertente, talvolta irriverente, un ritorno al passato dopo la passività comportamentale del post-McEnroe. Sul campo, quando ha voglia di giocare, è molto divertente. Non gli manca nulla.
ATTEGGIAMENTO NEGATIVO
Nel primo set, in effetti, ha mostrato la migliore versione di sé. Tweener, colpi spettacolari, Wawrinka relegato a sparring. Ma poi lo svizzero è tornato in partita ed è stato più attento di lui. Perché, sempre più spesso, è sufficiente giocare una partita “attenta” per avere la meglio su Kyrgios. Va detto che nel secondo set ha chiesto l'intervento del fisioterapista per un problema all'anca, probabilmente lo stesso che lo aveva costretto a saltare Washington. In passato, tuttavia, era stato accusato di fingere infortuni o mollare deliberatamente partite. L'aneddotica è vasta e parla di multe, persino squalifiche. Lui stesso aveva ammesso che a volte si tratta di una strategia. “Perché giocare sempre al massimo se non ti sei allenato bene, quando dietro l'angolo c'è sempre un nuovo torneo?”. Anche Wawrinka aveva alimentato il sospetto che Kyrgios fosse un personaggio un po' così, e non solo per i fatti di Montreal. I due si erano riavvicinati qualche mese dopo, trovandosi nello stesso team dell'International Premier Tennis League, uno dei più grandi fallimenti nella storia recente del tennis. Doveva rivoluzionarlo con montepremi strabilianti, è morta dopo appena tre edizioni. “Nick è giovane, ma non può essere una scusa – diceva Wawrinka nel 2015 – si comporta male a ogni partita. Il problema è che non lo fa solo con se stesso, ma anche verso gli avversari, gli arbitri, i raccattapalle”. A Toronto, a fare il tifo per Wawrinka, c'era anche Donna Vekic. Ovviamente l'australiano non ha proferito parola. Il problema è che il suo atteggiamento complessivo è rimasto uguale.
TALENTO SPRECATO
Le sue scenate non sono più divertenti, né quando dà della “sporca feccia” al giudice di sedia e nemmeno quando scaraventa una racchetta per terra e questa, dopo essere rimbalzata per terra, finisce in mezzo al pubblico. Il tennis gli ha già fruttato 6 milioni di dollari, quattro titoli ATP e un paio di quarti di finale negli Slam. Gli darà altro: se continua così, tuttavia, difficilmente otterrà quello che il talento gli consentirebbe. “Ovviamente, l'anca mi fa un po' male – ha detto in conferenza stampa, con un sospiro come a far capire che la domanda non era gradita – per questo ho chiamato il fisioterapista. Direi che fosse chiaro”. Gli hanno poi chiesto se ha qualche piano per gestire l'infortunio.
“Non lo so”
Indomiti, gli hanno domandato se il match ha lasciato qualcosa di positivo.
“Non c'è stato niente di positivo”.
Ha riservato giusto qualche parola gentile per Wawrinka: “Per lui è un ottimo segnale giocare partite come questa, senza avvertire dolore. Sta giocando a un buon livello, il suo rovescio è di classe mondiale e partite come questa gli possono dare fiducia”. Al secondo turno, lo svizzero se la vedrà con Marton Fucsovics in vista di un possibile terzo turno contro Rafael Nadal, vero test per verificare la sua condizione. Quanto a Kyrgios, torneo dopo torneo, si sta costruendo l'immagine di giocatore buono per gli exploit isolati e nulla più. A Toronto ha giocato anche il doppio insieme a Ivan Dodig, segno che l'anca farà pur male, ma non gli impedisce di giocare. Hanno raccolto quattro game. Adesso potrà lasciare il Canada per dirigersi a Cincinnati. Con un altro grande punto interrogativo accanto al suo nome.
ROGERS CUP TORONTO – Primo Turno
Stan Wawrinka (SUI) b. Nick Kyrgios (AUS) 1-6 7-5 7-5