Imbarazzante vicenda in Gran Bretagna: un match di tennis tra Cameron e il sindaco di Londra può generare fondi per il partito conservatore, ma quei soldi arriverebbero dalla Russia così criticata dallo stesso Cameron…
Di Alessandro Mastroluca – 24 luglio 2014
Russia contro Gran Bretagna: questa partita non s'ha da giocare. Ai primi di luglio, il lotto principale nell'asta per la raccolta fondi del partito conservatore britannico, una sfida a tennis con il premier Davis Cameron e il sindaco di Londra Boris Johnson, è stato venduto per 160 mila dollari. Se l'è aggiudicato Lubov Chernukhin, finanziatrice di lungo corso del partito e moglie del ministro russo dell'economia dal 2000 al 2002. Ecco il busillis, l'ex carica del marito Vladimir, in tempi più recenti direttore della compagnia aerea Aeroflot. Lunedì, infatti, Cameron ha dichiarato al Parlamento che “Se Putin non dovesse cambiare il suo approccio verso l'Ucraina, allora noi e il resto dell'Europa dobbiamo cambiare atteggiamento verso la Russia”. Dichiarazioni ipocrite per il partito laburista. “Putin si farà una risata se Cameron accetterà le 160 mila sterline di un suo ex ministro mentre cerca di convincerci della sua robusta opposizione all'illegale annessione russa della Crimea e al quasi certo coinvolgimento della criminalità nell'abbattimento dell'aereo della Malaysia Airlines – ha dichiarato Chris Bryant, ministro per l'Europa nell'ultimo governo a guida Labour – dal 2010 Cameron ha voluto fare affari con i russi e tenersi i loro soldi, ma stavolta deve restituire quel denaro. Non può farsi vedere a giocare quella partita”.
PECUNIA NON OLET
Cameron, però, ha annunciato che non restituirà i soldi perché non sarebbe l'approccio giusto, ha spiegato nel corso di una visita durante i Giochi del Commonwealth a Glasgow. “La signora Chernukhin vive in Gran Bretagna da anni ed è una cittadina britannica”. Però il Primo Ministro non ha lesinato critiche alla Francia per la decisione di continuare a vendere navi da guerra ai russi nonostante l'appoggio di Putin ai separatisti in Ucraina. Un invito tanto più pressante alla luce delle rivelazioni del Comitato per il controllo sulle esportazioni di armi della Camera dei Comuni, secondo cui il governo britannico starebbe continuando a vendere armi ai russi per milioni di sterline, nonostante Putin stia armando i ribelli in Crimea e in altre zone calde dell'Ucraina. Cameron, però, ha smentito e dichiarato che la vendita si è interrotta a marzo. Restano, però, i forti legami economici tra il partito conservatore e i ricchi miliardari russi che hanno “colonizzato” la City londinese e donato oltre un milione di sterline al partito dal 2010. Già alla cena di due anni fa figurava tra gli invitati il diplomatico Sergei Nalobin, che ha lavorato dietro le quinte per creare il gruppo parlamentare pro-Cremlino dei Conservatori Amici della Russia, che si è sciolto quando si è scoperto che Nalobin era il figlio di un alto ufficiale del KGB. L'anno scorso, rivelano il Guardian e il Bureau of Investigative Journalism, ha partecipato anche l'abituale compagno di allenamenti di judo di Putin, Vasily Shestakov, che è stato presentato a Cameron. E Johnson, nella stessa occasione, ha condiviso lo stesso tavolo di Andrei Borodin, banchiere in esilio accusato dal Cremlino di una frode aggravata da 220 milioni di sterline. E quest'anno, nell'esclusivissima cornice dell'Hurlingham Clun di Londra, oltre ai Chernukhin c'era anche Alexander Ternenko, l'ex boss della Yukos, la più grande compagnia petrolifera russa, fallita nel 2005 dopo l'arresto del CEO ed azionista di riferimento Michail Chodorkovskij, accusato di frode fiscale, bancarotta fraudolenta, inesecuzione di sentenza di una corte, evasione fiscale e produzione di false documentazioni. Ternenko, che ora è cittadino britannico e ha finanziato il partito con 280 mila sterline negli ultimi due anni, ha offerto 90 mila sterline per un busto in bronzo di Cameron che ha donato al Carlton Club.
I DUBBI DI JOHNSON
Questi legami hanno suscitato le prime perplessità anche all'interno del partito. “Dovremmo smettere di accettare donazioni da compagnie di proprietà di magnati russi?” si è chiesto via twitter l'ex tesoriere Tory Lord Ashcroft. “E' fondamentale controllare tutti gli assegni e verificare che Chernukhin non sia un compare di Putin – ha spiegato Johnson a Sky News – se così fosse, di sicuro non giocherò quella partita”.
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