Visto quello che ha combinato intorno alle 5 del pomeriggio c’è da scommettere che Sam Querrey stia ancora sprizzando gioia da tutti i pori, passando da una telecamera all’altra nella sala interviste dell’All England Club. Ma forse non è lui l’uomo più felice del momento, e nemmeno Roger Federer o Andy Murray come qualcuno ha scherzato, bensì il suo coach Craig Boynton. La regia del Centre Court l’ha pizzicato mentre faceva segno al suo giocatore di star calmo dopo il brutto errore di Sam nel primo punto del tie-break, e poi è tornata su di lui a fine match, riprendendo il suo abbraccio con la compagna di Querrey. C’è da scommettere che appena dopo abbia preso in mano il cellulare per correre almeno virtualmente sul Campo 18, dove per lui è arrivata l’altra grande gioia della giornata. Perché giusto un attimo dopo l’impresa di Querrey è arrivato il servizio vincente con cui il suo altro allievo Steve Johnson ha regolato in quattro set Grigor Dimitrov, strappando per la prima volta un ottavo di finale Slam, conquistandosi un posto fra i primi 25 del mondo e allungando a otto la sua striscia di vittorie consecutive, dopo le cinque che la scorsa settimana gli han dato il successo a Nottingham. Nel giro di una manciata di minuti, dunque, una doppia soddisfazione di quelle che nella vita (anche di un coach) capitano molto raramente. Il programma l’ha obbligato a sacrificare un allievo in favore dell’altro, ed è normale sia andato su Querrey visto che affrontava il numero uno, ma col senno di poi Boynton non poteva chiedere di meglio.
Mai entrato fra i primi 400 del mondo da giocatore, il 52enne americano vanta ottimi trascorsi come coach, lavorando con gente del calibro di Jim Courier, Mardy Fish e John Isner, che sotto la sua guida è arrivato al best ranking alla nona posizione della classifica mondiale. I due si sono detti addio nel 2012, prima che Boynton iniziasse la collaborazione con la USTA che l’ha portato sulle panchine di Querrey e Johnson, dopo un periodo a fianco di Jack Sock. Proprio Isner e Sock sono gli altri due statunitensi ancora in gara a Wimbledon, entrambi al terzo turno e – anche se non avranno un compito facile (il primo sfida Tsonga, il secondo Raonic) – potrebbero addirittura regalargli un incredibile poker, probabilmente senza alcun precedente nella storia di Wimbledon. Infine, una curiosità sul prossimo match di Querrey. Subito dopo il successo contro “Nole” ha detto (e in questo caso c’è da credergli) che non sapeva chi gli sarebbe toccato, ovvero Nicolas Mahut. E qui scatta una divertente curiosità statistica, visto che per un posto nei quarti, che sarebbe il miglior risultato della carriera di entrambi, si affronteranno i due giocatori sconfitti nei match più lunghi della storia del torneo. Il francese nelle famose 11 ore e 5 minuti contro Isner del 2010 (6-4 3-6 6-7 7-6 70-68), lo statunitense due anni dopo contro Marin Cilic, con un 7-6 6-4 6-7 6-7 17-15 da 5 ore e 31′. Come se gli dei di Wimbledon, dopo averli feriti, siano pronti a farsi perdonare.
Querrey, Johnson: il grande giorno di Craig Boynton
Nell’arco di cinque minuti, il coach statunitense ha visto Sam Querrey far fuori da Wimbledon il numero uno del mondo Novak Djokovic, e l’altro suo allievo Steve Johnson centrare per la prima volta la seconda settimana in uno Slam. E se vincessero anche Isner e Sock…