Nonostante l'amore incondizionato dei parigini, soltanto due volte Roger Federer ha sollevato un trofeo nella capitale francese. C'è riuscito nel 2009 al Roland Garros (trofeo che gli diede il Career Grand Slam) e nel 2011 a Parigi Bercy. Per il resto, tante belle partite ma più delusioni che gioie. A distanza di sette anni, tuttavia, L'Equipe ha fatto emergere un curioso retroscena sul successo a Bercy. All'epoca il torneo era diretto dall'ex giocatore Jean Francois Caujolle, il quale ha rivelato che furono modificate le condizioni del campo, rendendolo più veloce, per consentire a Federer di vincere. “Roger è il mio giocatore preferito – ha detto Caujolle – sebbene i direttori dei tornei debbano essere super partes, io avevo già impostato le mie preferenze. Mi sono detto che sarebbe stato bello vederlo vincere prima che io me ne andassi”. Caujolle ha guidato Bercy per cinque edizioni, dal 2007 al 2011. All'ultima possibilità, impostando un campo super-rapido, ha ottenuto l'obiettivo quando Federer ha superato in finale il padrone di casa Jo Wilfried Tsonga. Oggi Caujolle dirige il torneo di Marsiglia, le cui ambizioni sono decisamente inferiori, ma ricorda con orgoglio il suo lavoro per convincere Federer a inserire Bercy nel suo calendario. Appena fu nominato direttore, si accorse che lo svizzero non si presentava dal 2003.
LA RICERCA DELLA SUPERFICIE ADATTA
“Ci siamo messi in contatto con il suo team e abbiamo chiesto perché non venisse. Emerse che non gli piaceva la superficie che usavamo in quegli anni, allora ci hanno consigliato di contattare un'azienda austriaca che produceva un tipo di resina simile a quella del torneo di Vienna. Con l'obiettivo di accontentarlo, abbiamo fatto così. Ma quando si è recato a Parigi, si è reso conto che non c'era particolare differenza tra le superfici del circuito: la nostra gli ricordava quella di Indian Wells e Miami, in cui aveva perso due volte contro Guillermo Canas”. Ma Caujolle, tipo brillante e risoluto, non si è dato per vinto. Voleva a tutti costi mettere Federer nelle migliori condizioni possibili, dunque ha preso a cercare materiali che rendessero il gioco più rapido, magari con un rimbalzo basso. “Nel 2010 abbiamo messo a punto la superficie più veloce del mondo, decisamente più adatta a Federer che a Nadal” dice con un sorriso. Gli organizzatori si resero conto che quel campo favoriva i giocatori di volo più che i battitori (non a caso, ci fu la semifinale di Michael Llodra, mentre Federer perse in semifinale contro Monfils). Nel 2011, finalmente, Federer ha vinto il torneo. Da allora, è iniziato un processo di rallentamento. Anche se – prosegue Caujolle – continua ad essere la più rapida di tutte. Con questo piccolo stratagemma, peraltro legittimo (le superfici devono essere omologate e rispettare determinati parametri), Caujolle ha permesso a Roger di mettere il suo nome nell'albo d'oro di un torneo che lo ama da impazzire.
LE TRIBOLAZIONI DI MARSIGLIA
Il Career Golden Masters, tuttavia, rimane un'utopia: il miglior Federer si è sempre incagliato a Monte Carlo e Roma, pescando spesso un grande Nadal e sciupando qualche occasione d'oro, soprattutto al Foro Italico, con le finali del 2003 e del 2006. Da parte sua, Caujolle continua a garantire un buon successo ai suoi tornei. E con Marsiglia, semplice ATP 250, è più complicato che con un Masters 1000. Per l'anno prossimo si è già assicurato la presenza di Andy Murray. “È stato lui a contattarmi per chiedere di giocare. Non capita spesso, di solito è il contrario. Considerando le risorse a disposizione, se i grandi non ci contattano non c'è nulla da fare. Per portare uno dei Big Four dovrei esaurire tutto il budget e non mi resterebbe spazio per nient'altro. Ad ogni modo, Murray è più economico di Federer e mi ha chiesto la metà di quello che solitamente incassa per giocare un torneo del genere”. Il torneo ATP di Marsiglia si giocherà dal 18 al 24 febbraio e dovrà fronteggiare la concorrenza di Rio de Janeiro e Delray Beach. Ma Caujolle non si scoraggia e punta a portare altri ottimi giocatori. “Vorrei investire nei giovani più forti come Coric, Edmund, Shapovalov, Khachanov, Chung o Tsitsipas. Zverev no, perché è troppo costoso in relazione allo spettacolo che offre”. In merito alle wild card, ha già fatto sapere a Wawrinka che ne avrebbe una nel caso volesse tornare, e che gli piacerebbe invitare Felix Auger Aliassime. Certo, prima del ritiro, Federer potrebbe fare un'ultima capatina a Marsiglia , laddove – peraltro – ha giocato la sua prima finale ATP, nel 2000 (persa di un soffio contro Marc Rosset), e dove manca dal 2003. Così, per ringraziarlo.