In Italia c'è un appassionato che possiede tre telai utilizzati (in partita!) da Roger Federer. Simone Pernazza ha coronato il suo sogno grazie all'intercessione di Claudio Mezzadri: l'entourage di Federer, infatti, vuole che i telai arrivino a persone “fidate”, evitando il mercato nero.Maneggiare nel salotto di casa lo stesso attrezzo che Roger Federer ha fatto roteare nervosamente in attesa di affondare la risposta sul Centre Court di Wimbledon. Un sogno quasi a tinte erotiche per chi – nel pianeta tennis ce ne sono parecchi – ha elevato lo status del basilese da campione da ammirare a divinità da venerare. Un sogno diventato realtà per Simone Pernazza, quarantaduenne di Orvieto che di mestiere fa l’educatore, entrato in possesso di tre fusti direttamente dalle mani di Federer e utilizzati in partite ufficiali da Mister 17-Slam. La sua esperienza è unica, visto che in Italia soltanto lui possiede tre racchette appartenute – e usate – da Roger in persona.
Senza enormi somme di denaro da destinare a imprese del genere, sono entrate in gioco componenti casuali e fortunate per far sì che Simone realizzasse il sogno di possedere il cimelio più importante, una sorta di Sacro Graal per chi idolatra lo svizzero. Pernazza si definisce un “fanatico delle attrezzature, al punto che negli anni ho messo insieme una vera e propria collezione di racchette che oggi conta oltre 300 telai di tutti i tipi, dalle antiche racchette in legno ai moderni fusti”. Come tutti gli smanettoni del settore, aveva un sito di riferimento dove reperire materiale: Tennisway (oggi non più attivo), implementazione virtuale del negozio milanese il cui proprietario era Claudio Mezzadri. Ogni appassionato sa che Mezzadri, oltre ad essere tra i commentatori del tennis per Sky Sport, è un ex tennista svizzero di Locarno e – soprattutto – ex capitano svizzero di Davis, nonché colui che fece esordire un diciassettenne Federer contro Sanguinetti nella sfida contro l’Italia. “Claudio era l’unico che customizzava le racchette rendendole esattamente come quelle di Federer, con lo stesso tipo di incordatura e bilanciamento. Era in grado di creare tali repliche perché Roger gli aveva regalato una sua racchetta proprio in occasione dell’inaugurazione del negozio”. Spinto dalla curiosità e aiutato dal buon rapporto con Mezzadri, Simone chiese – banalmente – cosa facesse Federer delle racchette che avevano superato il chilometraggio limite, quegli attrezzi che per i comuni mortali sono ancora più che validi ma che per un professionista diventano obsoleti. La risposta di Mezzadri fu incoraggiante a metà: da un lato occorre godere dell’amicizia di Federer per beneficiare del dono, dall’altra molte delle racchette maneggiate da Roger vengono destinate ad aste di beneficenza per la RF Foundation. Quindi basta semplicemente presentare una cospicua offerta in denaro per impossessarsi del cimelio? No, tutt’altro. “L’entourage di Federer non vuole assolutamente che si crei un mercato secondario sulle sue racchette – afferma Pernazza – pertanto Roger e le persone a lui vicine (come Mezzadri) vogliono conoscere i soggetti cui andranno i telai onde evitare l’accostamento di Federer a episodi spiacevoli come può essere una vendita speculativa”. In questo senso si è rivelata necessaria l’intercessione di Mezzadri nelle vesti di garante.
Entrando nel dettaglio, Simone spiega che la Wilson – così come altre case produttrici – fornisce a Federer blocchi di racchette da utilizzare durante la stagione. In passato si trattava di sei blocchi: uno dalla preparazione invernale fino agli Australian Open, il secondo per Dubai, Indian Wells e Miami, poi due blocchi per la stagione su terra e su erba, uno per i Masters 1000 su cemento nordamericano fino allo Us Open, e infine l’ultimo da Shanghai alle ATP World Tour Finals. “La prima offerta che mi fu accettata dalla Fondazione di Federer riguardava una delle racchette comprese nel blocco della stagione sulla terra del 2007: posso dire con certezza che quella che ho nella mia collezione è la racchetta utilizzata da Federer l’ultima volta nella finale del Roland Garros persa contro Nadal in quanto la dicitura ‘sun’ riportata sul telaio indica che è stata incordata la domenica”. Anche il secondo pezzo del trittico appartiene a una stagione terraiola del campione svizzero, ma meno fortunata. Si tratta, infatti, dell’anno 2013 e l’ultimo utilizzo risale, dunque, alla deludente sconfitta nei quarti di Parigi contro Tsonga. “La terza racchetta mi è stata consegnata, infine, nel febbraio 2015 ed è sicuramente la più preziosa, in quanto la più rara. Appartiene al blocco per la stagione su erba del 2014 quando Federer giocò col prototipo interamente pittato di nero passando dal piatto 90 al 97. È la stessa racchetta con cui Roger perse la finale di Wimbledon 2014 al quinto set contro Djokovic”.
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