INDIAN WELLS – Le sconfitte di Roberta Vinci e Sara Errani sono lo specchio di un periodo negativo, da cui le azzurre dovranno uscire in fretta. Attesa alle stelle per Giorgi-Sharapova. 
Sara Errani non è sembrata competitiva contro Eugenie Bouchard

Di Riccardo Bisti – 10 marzo 2014


Dopo un sabato spumeggiante, la domenica è stata piuttosto deludente. La sconfitta di Lorenzi contro Marin Cilic ci poteva stare, per mille motivi. Ben più dolorose le battute d’arresto di Sara Errani e Roberta Vinci. Nel post-match, al microfono di Vanni Gibertini, sono apparse entrambe tranquille e fiduciose per il resto della stagione. E’ giusto che sia così, ma non si può negare il momento di difficoltà. E’ certamente il caso della Errani, reduce da due stagioni eccezionali. L’azzurra ha ceduto 6-3 6-3 a Eugenie Bouchard, senza mai dare l’impressione di essere in partita. A parte un break in avvio, ha sempre dovuto rincorrere. Non si è mai avuta la sensazione che potesse farcela, e forse sarebbe stato meglio perdere con qualche rimpianto. A parte il cronico problema al servizio (la seconda palla è troppo debole), ha giocato troppo corto, senza particolari variazioni. La Bouchard spinge duro e ha trovato terreno fertile. Unendo il suo senso dell’anticipo alle incertezze della Errani, ha tirato la bellezza di 36 colpi vincenti, con una media di due a game. Un po’ troppi per pensare di bloccarla. “E’ stato un problema tattico – ha detto la Errani – ho fatto fatica a fare il mio gioco, in particolare a uscire dalla diagonale di rovescio, quando invece avrei dovuto usare più spesso il dritto e muovere il gioco. Ma buona parte è merito suo. Il piano era di non essere troppo prevedibile, ma non l’ho fatto come avrei dovuto. E poi ho giocato corto”. Sara non è parsa troppo contenta della sua prestazione, ma contro questa Bouchard era davvero complicato. La canadese sembra aver ritrovato le sensazioni che l’hanno spinta in semifinale all’Australian Open, e conferma di apprezzare le condizioni di Indian Wells, non così diverse rispetto a Melbourne.
 
“Mi sento bene, ma ci sono anche le avversarie. Non dipende sempre da me” ha chiosato la Errani, cui manca parecchio la terra battuta. Adesso si allenerà in vista di Miami, poi si tufferà sulla fase della stagione che ci farà capire le sue reali ambizioni. In tutto questo, la semifinale di Fed Cup sul veloce di Ostrava darà un po' di fastidio perchè andrà a spezzare una programmazione già pianificata. E’ giusto che Sara si auguri il meglio, ma riteniamo che un piazzamento tra le top-15 a fine stagione sarebbe più che positivo. Negli ultimi mesi stanno emergendo alcune giocatrici che nel biennio 2012-2013 non c’erano, e Sara sembra una delle indiziate per far posto alle new-entry, almeno sul veloce. Sulla terra potrebbe essere un’altra storia. Riprende la spirale negativa per Roberta Vinci, che sullo Stadium 4 ha ceduto in tre set a Casey Dellacqua (4-6 6-4 6-3 lo score). L’azzurra ha una visione lucida dei fatti. “Penso che la favorita fosse lei per una serie di motivi: è in fiducia, quest’anno ha vinto diverse partite, poi è mancina e ha un tennis che mi mette in difficoltà”. In particolare, il dritto mancino della Dellacqua, una frustata di puro polso, è piuttosto difficile da leggere. “E poi poteva giocarmi alto sul rovescio”. La Vinci è convinta che il momento di crisi sia esclusivamente psicologico, ed esclude di apportare modifiche al suo staff (il coach Francesco Cinà e il preparatore atletico Piero Intile). “Se arriva la fiducia, poi i colpi arriveranno da sè”. E’ giusto andare avanti, anche perchè il suo team le ha fatto fare miracoli, ma il momento negativo deve finire quanto prima: quando si affonda in un burrone, più si va in giù e più è difficile risalire. Roberta lo sa bene.
 
L’interesse si sposta su Flavia Pennetta e (soprattutto) Camila Giorgi. Flavia è la giocatrice più affidabile, quella che ha colto i migliori risultati sul cemento. Si è visto a Dubai, e lo ha mostrato nel delicato match contro Taylor Townsend. Adesso se la vedrà con Samantha Stosur, peraltro con discrete possibilità di farcela, se non altro perchè l’ha battuta cinque volte su cinque, sempre sul cemento all’aperto. Per Flavia, infatti, resta il grande rimpianto di non averla potuta affrontare nella semifinale dello Us Open 2011. L’attesa più grande, tuttavia, è per il match di Camila Giorgi contro Maria Sharapova. Se gli Stati Uniti sono il paese dove ha lasciato qualche rancore di troppo, sono anche quello dove si esprime al meglio. Le vittorie ai turni precedenti fanno ben sperare in un match equilibrato, forse addirittura nel colpaccio. Gli ultimi risultati della Sharapova, uniti alle sue attività, non danno l’impressione di una giocatrice irraggiungibile. Di sicuro non dovrà sottovalutare Camila, i cui ritmi frenetici potrebbero destabilizzarla. Nella lunga conferenza stampa dopo il primo turno, nessuno le ha fatto domande sulla Giorgi: si è parlato dell'esperienza olimpica, della possibilità di disegnare gli abiti per Serena Williams, della proposta di fare giocare gli Slam maschili al meglio dei tre set…ma non della prossima avversaria. Si giocherà sullo Stadium 1, non prima delle 22. Un match da non perdere.