Nonostante si sia inserito qualche altro coach, Piotr Wozniacki è da sempre a fianco della figlia Caroline. Un legame che funziona, fin da quando era lei a guidare lui in giro per il mondo. “Avevo paura di esagerare, oggi sono fiero di come è andata”.La storia del tennis è piena di rapporti burrascosi fra padri-coach e figlie-allieve. Scindere il ruolo di genitore da quello di allenatore è molto complicato, perciò capita che si generino degli episodi di padri-padroni, vera e propria croce delle proprie allieve. Ma c’è anche chi ha sempre avuto ben chiara la differenza fra il proprio ruolo nel tour e quello in famiglia. Uno dei casi piacevoli è quello di Piotr Wozniacki: ha dedicato la sua intera vita alla figlia Caroline, e pur senza particolare esperienza l’ha guidata a diventare una delle tante giocatrici che si sono succedute in vetta al ranking WTA prima del prepotente ritorno ai vertici di Serena Williams. A dieci anni dall’inizio della carriera ‘pro’ di Caroline, insomma, può dire di avercela fatta, in campo e fuori. Non ha impedito alla figlia di esprimere la sua personalità, una delle migliori di un tour femminile regnato dalle invidie, così come di tentare di tornare grandissima insieme ad altri coach. Prima il veterano danese Michael Mortensen, quest’anno Arantxa Sanchez-Vicario, che doveva darle per la stagione sul rosso ma ha messo in stand-by la collaborazione, per problemi a gestire vita in famiglia e viaggi nel tour. In attesa di riparlarne per il 2016, l’unica guida è sempre il padre, che non si è mai fatto da parte e ne ha avuto ragione. E pensare che agli inizi non pareva affatto l’uomo ideale: cresciuto coi nonni materni in Polonia perché i genitori non avevano soldi (tanto che il nome che porta sui documenti è Viktor Krason), e poi emigrato in Danimarca, non conosceva una parola di inglese, tanto che era la figlia a guidare lui in giro per il mondo, piuttosto che il contrario. Col suo inglese scolastico prenotava lei hotel, viaggi e ristoranti, oltre a dover tradurre tutto al padre. “E doveva farlo bene – racconta oggi Piotr – perché quando c’era da firmare un contratto o negoziare una sponsorizzazione, a livello comunicativo io ero senza speranze”.
 
“PENSAVO DI RUBARLE LA GIOVINEZZA”
Caroline l’ha sempre fatto col sorriso, si divertiva ad aiutare il padre, e anche questo l’ha aiutata a crescere, nonostante le molte difficoltà. “Spesso ho pensato di averle rubato un po’ della sua giovinezza, e non conoscendo nulla di pedagogia e psicologia avevo paura di ferirla. Sono fiero di come è andata a finire”. In effetti, oggi ‘Caro’ è una sportiva di successo, apprezzata anche per il suo carattere e il suo fisico, tanto da essere finita addirittura a posare in bikini per la famosissima ‘Swimsuit Edition’ di Sports Illustrated, in mezzo a un sacco di modelle professioniste. Ma soprattutto è ancora top five, e al prossimo Us Open arriverà per difendere la finale dello scorso anno, persa con la sua migliore amica Serena Williams. “Ora la gente vede solo la ciliegina sulla torta, ma per costruire la torta abbiamo impiegato tanti anni. Eppure, pare che qualcuno non se ne renda conto”. L’allusione è per le tante critiche che le sono piombate addosso nel suo paese, dove è un po’ sottovalutata. Sia per quel gioco che all’apparenza non fa male, anche se in realtà logora lentamente le avversarie come acqua contro le rocce, sia per la mancanza di un titolo del Grande Slam in bacheca. Piotr non è affatto contento. “Forse si dimenticano di tutto quello che Caroline ha fatto. Quando da giovanissima vinceva i tornei da 100.000 dollari, erano solo dei tornei da 100.000 dollari, quando ne ha vinti di più importanti, ho letto che vinceva per l’assenza di Serena Williams. La gente che parla, anche se è stata nel tour, non ha raggiunto i livelli di Caroline, ha vissuto in un mondo differente. Il tennis è uno degli sport in cui donne e uomini guadagnano gli stessi soldi, un milione di donne nel mondo sognano di diventare grandi in questo sport, e Caroline è una di loro. Sono fiero che ce l’abbia fatta e di come sia passata oltre tutte le critiche ricevute negli anni. Mi piacerebbe che in futuro un’altra giocatrice danese possa ottenere i suoi stessi risultati, così che la gente si rende conto di quanto sono complicati di raggiungere”.
 
FIERO DELLA FIGLIA ANCHE FUORI DAL CAMPO
Qualche volta papà Wozniacki ha anche sbroccato, come quando due anni fa a Doha si alzò dalla tribuna a protestare con il giudice di sedia reo di non aver chiamato una palla fuori, ma tendenzialmente è una persona tranquilla, che preferisce lavorare in silenzio, senza sparate e con obiettività. E sa riconoscere di aver leggermente trascurato la vita dell’altro figlio Patrick, di 4 anni più grande di Caroline, che prometteva grandi cose nel calcio ma non è mai riuscito a sfondare. Anche in questo caso, insomma, ha fatto la scelta giusta, riuscendo comunque a mantenere un rapporto solido col figlio, rafforzato, come quello con gli altri famigliari e con lo staff della giocatrice, dai tanti momenti difficili incontrati negli ultimi anni. Gli stessi nei quali Piotr ha capito che avrebbe dovuto godersi di più i periodi felici. “Mi ero completamente dimenticato cosa volesse dire. C’è stato un periodo in cui abbiamo fatti grandi cose: vincevamo titoli, eravamo in testa al ranking, ma la mia mente era sempre proiettata al prossimo allenamento, al prossimo torneo. Ho perso la felicità di godere del momento, e oggi me ne pento. È sbagliato non essere soddisfatti dopo una vittoria o una finale: sono grandi risultati. Mi sono promesso che in futuro lo farò più spesso”. Dopotutto, la figlia ha solo 25 anni, c’è ancora tutto il tempo per togliersi qualche altra grande soddisfazione, e magari alzare al cielo quel benedetto titolo in uno Slam. Se la prima piazza del ranking non è bastata, quello potrebbe mettere a tacere anche le ultime bocche. Nonostante abbia spesso ricevuto odio, però, Caroline continua a guardare agli altri, aiutando tante persone in modo concreto. “Sono fiero di quello che fa per gli altri. Non solo devolve dei soldi in beneficenza, ma corre delle maratone per raccoglierne degli altri, sta usando la sua immagine per fare del bene. È coinvolta in centinaia di iniziative, e soprattutto lo fa in silenzio, senza farsi pubblicità, senza dire ‘guardatemi, guardate quello che sto facendo'. Sono fiero di lei, è molto sensibile, è veramente una bella persona. Ha ciò che i soldi non possono comprare”. Già, proprio come papà Piotr.