Nel rule-book dell’ATP figura come strumento a tutela dei giocatori infortunati, ma per alcuni il ranking protetto è diventato un giochino per fare soldi nei grandi tornei, grazie a montepremi sempre più corposi. Sembra il caso di Dmitry Tursunov, che in dodici tornei, vincendo solo due partite, ha incassato oltre 260.000 euro. Vi spieghiamo come funziona.Nato come strumento a tutela dei giocatori infortunati, il protected ranking è ormai diventato qualcosa di più. Alla stregua dell’italico “fatta la legge, trovato l’inganno”, è in parte vero che sia diventata una moda richiederlo, soprattutto per utilizzarlo in occasione degli Slam, a prescindere dal fatto che questo sottintenda la volontà di una rinascita sportiva: a volte un assegno ingente fa gola a tal punto da lasciar perdere le buone maniere e non è quindi un caso se nell’entry list dello Slam della grande Mela, dei giocatori aventi diritto ad essere già ammessi al main draw, ben 6 sfruttavano la classifica protetta. E non si tratta di un eccezionalità.
Ma come funziona? La regola non è così complicata, ma spesso e volentieri si creano delle situazioni “limite”, oppure delle domande – perché Tursunov ne può ancora disporre e Haas no? – per cui è interessante districarsi tra i meandri del regolamento.
– Quando entra in vigore? Può essere usato da qualsiasi giocatore che abbia subito un infortunio che lo abbia costretto lontano dai campi per almeno 6 mesi. È sufficiente una richiesta scritta al Presidente, ma tale domanda va assolutamente effettuata nel periodo in cui il giocatore è lontano dalle competizioni.
– Come si calcola? È la media della classifica dei primi 3 mesi del periodo del suo infortunio; poiché la classifica è settimanale, la conversione vuole che un trimestre siano 13 settimane. Se prendessimo ad esempio uno degli atleti presenti all’US Open, l’austriaco Andreas Haider-Maurer, scopriamo che il suo ultimo torneo pre-infortunio è stato l’ATP 500 di Vienna nella terza settimana di ottobre del 2015. Nei tre mesi immediatamente successivi (13 settimane), il suo ranking è stato di numero 63 per nove settimane, una settimana da numero 62, 65 e 66, la media è poco superiore a 63, che risulta infatti essere il protected ranking che utilizza.
– In che modo si può utilizzare? Ci sono due tipologie di classifica protetta, che si definiscono in base al numero di mesi in cui il giocatore è costretto in infermeria. Se questo periodo è inferiore ai 12 mesi, il ranking protetto sarà valido per 9 mesi, a partire dal primo torneo che disputa, e al massimo per un numero di competizioni non superiore a 9. Ovviamente se il tennista, in questo lasso di tempo, entra in tabellone con wild-card oppure senza necessità di utilizzare il PR, tale torneo non rientra nel novero dei nove. Qualora il periodo di ferma fosse invece pari o superiore ai 12 mesi, allora la classifica bloccata varrà per 12 mesi a partire dal primo torneo, e per 12 tornei.
– Per quanto vale? Il giocatore ha tempo esattamente 3 anni dalla data del suo infortunio per rientrare ed utilizzare il suo protected ranking. Al compimento del terzo anno, tale privilegio viene revocato.
– Ci sono delle esenzioni? Certo, e sono unicamente dovute al fatto che un tennista che rientra da un infortunio possa avere una ricaduta. Per cui un giocatore che nel periodo di tempo di 9 o 12 mesi subisce un infortunio di almeno 3 mesi, può richiedere un “congelamento” del suo vantaggio. Di questo ulteriore diritto può avvalersi in non più di due occasioni.IL CASO DI DMITRY TURSUNOV
Il russo ha chiesto il protected ranking dovuto all’infortunio patito in seguito allo US Open del 2014. La classifica è stata quindi calcolata nelle 13 settimane successive, che è passata dal numero 68 dell’aggiornamento post Slam newyorchese al numero 110 di 13 settimane dopo, con una media di 89. Il russo è sì tornato a giocare due manifestazioni a fine 2015 – per cui la sua richiesta è stata di un PR a 12 mesi – ma sia nelle qualificazioni dell’ATP 250 di Mosca sia nel Challenger di Ortisei è stato accreditato di una wild card, per cui il periodo non era ancora attivo. Siamo quindi al 2016, Tursunov gioca anche le qualificazioni del Challenger di Bangkok con un invito, e poi fa scattare il suo periodo di ranking protetto a partire dal successivo Australian Open. Iniziano da qui i 12 mesi e 12 tornei, che sono:
– Australian Open
– Acapulco
– Indian Wells
– Houston (prima ha giocato anche il challenger di Irving e poi equello di Sarasota, sempre con wild card)
– Roland Garros
– Wimbledon
– Toronto
I tornei sono a questo punto 7, i mesi pochi meno, ma qui Dmitry usufruisce del primo congelamento. Torna a gennaio e gioca l’Australian Open, si fa nuovamente male, per cui chiede la seconda proroga e torna effettivamente in estate.
Prende parte a:
– Wimbledon
– Amburgo
– Washington
Il suo 12esimo torneo, che peraltro coincide con la chiusura del terzo anno di validità del vantaggio regolamentare, saranno appunto gli U.S. Open. Ben giocata, Dmitry!
IL CASO DI TOMMY HAAS
Il Protected ranking di Tommy è scaduto lo scorso maggio – l’ultimo torneo in cui lo ha usato è stato Roma – proprio per la regola dei 3 anni. I sei eventi che ha giocato successivamente (Stoccarda, Halle, Wimbledon, Bastad, Amburgo e Kitzbuhel) li ha giocati tutti tramite wild card: ci ha sperato anche per gli US Open per chiudere la stagione, ma non ha avuto fortuna.
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