Dopo essere precipitata fuori dalle 200 ed essere stata lambita da un caso di doping, la Paszek torna al successo in Canada…

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

 

Quattro vittorie e nove sconfitte. Era con questo bottino non propriamente galattico, che Tamira Paszek si presentava ai nastri di partenza del Wta di Quebec City, partendo dalle qualificazioni. E sì, perché la promettente 19enne austriaca di padre tanzaniano (cresciuto in Kenya e Canada) e madre nata in Cile (ma cresciuta in Austria, di cui Tamira ha preso il cognome), dopo un inizio di carriera folgorante (primo successo nel circuito maggiore a 15 anni sulla nostra Camerin in quel di Portorose) che le aveva garantito un best ranking di n. 35, era precipitata in classifica fuori dalle 200 nel corso di quest’anno. I primi segnali di un risveglio, in verità molto graduale, si erano ammirati agli US Open dove, partendo sempre dalle qualificazioni, aveva superato al primo turno battendo la ceca Lucie Safarova.

 

Una piccola iniezione di fiducia per una ragazza, la cui parabola discendente aveva avuto inizio poco più di un anno fa, quando fu resa nota la maldestra auto emotrasfusione di cui era stata protagonista. Nel luglio dello scorso anno, provata da lancinanti dolori alla schiena, Tamira era ricorsa a questa pratica, totalmente inconsapevole dell’infrazione in cui stava incorrendo. L’autoemotrasfusione è, infatti, severamente vietata dal regolamento antidoping, poiché migliora le prestazioni atletiche grazie alla maggiore capacità aerobica dovuta all’aumento dei globuli rossi. Autodenunciatasi presso le autorità competenti, Tamira aveva preferito autosospendersi in attesa delle decisioni delle autorità competenti.

 

E’ stato quello l’inizio di un lungo digiuno di risultati interrottosi in Canada questa settimana in cui, partendo dal tabellone cadetto, ha infilato 8 vittorie consecutive, perdendo per strada un unico set, nell’atto conclusivo contro Bethanie Mattek-Sands. La Paszek si è aggiudicata il primo set al tiebreak per 8-6, annullando due setpoint prima di concedere il primo set del torneo all’eccentrica statunitense col punteggio di 6-2. Nel terzo set l’americana sfrutta l’inerzia a suo favore involandosi sul 3-1, prima di subire il ritorno della Paszek che chiude il terzo parziale per 7-5 dopo 2 ore e 47 minuti di gioco.

 

Grazie a quello che è il secondo successo stagionale (dopo quello ottenuto nel torneo ITF di Izmir in Turchia), Tamira può festeggiare il ritorno tra le prime 100 (n. 92), lei che tre settimane fa si era presentata agli US Open da numero 196. E’ la seconda qualificata ad aggiudicarsi un titolo Wta dopo l’impresa di Ekaterina Makarova a Eastbourne. A 19 anni e 9 mesi, la Paszek ha tutto il tempo per rimettere insieme i pezzi di un puzzle che sembrava irrimediabilmente dissestato per colpa di una clamorosa leggerezza.

 


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