Come ogni anno, alla vigilia del Masters 1000 di Miami ha avuto luogo l’Università dell’ATP, un percorso di formazione della durata di tre giorni, con tanto di diploma finale, al quale tutti i giocatori della ‘Division 1’ (aperta ai top 200 in singolare e i top 100 in doppio) sono invitati a partecipare. Il meeting serve a informare i giocatori sulle operazioni dell’ATP e su tanti aspetti importanti della vita del tour. A Miami erano in sedici, da dieci nazioni diverse, fra i quali i giovani talenti Chung, Fritz, Edmund e Nishioka e pure quattro azzurri: Luca Vanni, Andrea Arnaboldi, Roberto Marcora e Stefano Travaglia. Sono stati ‘istruiti’ su 14 temi diversi, fra i quali anti-corruzione, anti-doping, ritiri e altro. “È stata un’esperienza molto formativa – ha detto Fritz –, credo che converrebbe farla a tutti i giocatori”.  
Come ogni anno, alla vigilia del Masters 1000 di Miami ha avuto luogo l’Università dell’ATP, un percorso di formazione della durata di tre giorni, con tanto di diploma finale, al quale tutti i giocatori della ‘Division 1’ (aperta ai top 200 in singolare e i top 100 in doppio) sono invitati a partecipare. Il meeting serve a informare i giocatori sulle operazioni dell’ATP e su tanti aspetti importanti della vita del tour. A Miami erano in sedici, da dieci nazioni diverse, fra i quali i giovani talenti Chung, Fritz, Edmund e Nishioka e pure quattro azzurri: Luca Vanni, Andrea Arnaboldi, Roberto Marcora e Stefano Travaglia. Sono stati ‘istruiti’ su 14 temi diversi, fra i quali anti-corruzione, anti-doping, ritiri e altro. “È stata un’esperienza molto formativa – ha detto Fritz –, credo che converrebbe farla a tutti i giocatori”.