La WTA ha ufficializzato le città candidate a ospitare il Masters femminile dal 2019. Delle sei interessate, in quattro hanno formulato un'offerta: Manchester, Shenzhen, San Pietroburgo e Praga, ma Singapore punta ad andare avanti. “Ognuna ha i suoi pro e i suoi contro”. Il contratto sarà di 5 anni, decisione ad aprile.

Quattro città, forse cinque, per un posto al sole tennistico. È ufficiale: ad aprile, la WTA stabilirà la sede del proprio Masters per il quinquennio 2019-2023, quando sarà scaduto l'attuale accordo con Singapore. Per mantenere il suo status, la sede attuale dovrà battere la concorrenza di Manchester, San Pietroburgo, Praga e Shenzhen. Avevano manifestato interesse altre due città, che però non hanno formulato offerte concrete. Ad annunciarlo è stato l'amministratore delegato WTA Steve Simon. Dopo aver ringraziato Singapore per il buon lavoro svolto dal 2014 a oggi, ha aggiunto: “Abbiamo sempre manifestato interesse per un prolungamento dell'attuale contratto. Avevamo un accordo: al termine di questa edizione ci saremmo trovati per discutere i risultati raggiunti e ragionare sul 2019 e sul futuro. Lo faremo, non vedo l'ora”. Nelle trattative, Singapore è rappresentata dal rappresentante sportivo del Consiglio del Turismo, Jean Ng: “Le discussioni con la WTA andranno avanti dopo la finale di domenica e ne siamo lieti – ha detto – le WTA Finals sono un evento completo: non si tratta di un semplice torneo di tennis, ma prevedono attività e iniziative che coinvolgono pubblico e appassionati di ogni categoria d'età”. La prima edizione a Singapore, nel 2014, ha raccolto 129.000 spettatori. L'anno successivo erano saliti a 130.000, mentre non ci sono i dati per il 2016. Viene da pensare che ci sia stato un calo. Le prime giornate del 2017 hanno garantito un buon colpo d'occhio, ma la sensazione è che la WTA sia orientata al cambio.

CANDIDATURE DI LIVELLO
Delle quattro nuove candidate, tre sono già presenti nei circuiti ATP-WTA. San Pietroburgo è sede di un WTA Premier (a febbraio) e un ATP 250 (a settembre), mentre il Longgang Sports Centre di Shenzhen ospita un torneo WTA a gennaio e un prova ATP a settembre. Praga è l'emblema di un Paese, la Repubblica Ceca, che negli ultimi anni ha dominato il tennis femminile. Oltre ad aver ospitato diverse finali di Coppa Davis e Fed Cup, vanta il Prague Open (torneo WTA primaverile) e la recente Laver Cup, che è stata un clamoroso successo di pubblico. L'unica città a non avere eventi professionistici è Manchester, ma la Manchester Arena è un impianto straordinario: nel 2015 avrebbe dovuto ospitare la semifinale di Coppa Davis Gran Bretagna-Australia, ma era già colma di eventi e così l'incontro si è giocato a Glasgow. Secondo Micky Lawler, presidentessa WTA, ogni città ha i suoi pro e i suoi contro. L'Europa rappresenta la tradizione del tennis, la Cina un potenziale inespresso, mentre Singapore ha garantito stabilità finanziaria grazie al sostegno del governo e di tanti sponsor. “Singapore offre molto di quello che cerchiamo – ha detto – è una capitale, cosmopolita, molto internazionale. Il torneo è cresciuto di anno in anno, il tutto in un contesto molto esigente, abituato a eventi di altissimo livello come il Gran Premio di Formula Uno”.

LE (BUONE) CARTE DI PRAGA
Se le candidature di Manchester e San Pietroburgo erano già note, Praga è una novità che potrebbe modificare le gerarchie: non solo hanno ottime giocatrici, ma la 02 Arena si è rivelata impianto straordinario e particolarmente adatto al tennis, oltre a garantire una buona risposta di pubblico. La trattativa con Praga è iniziata a maggio e si è intensificata durante lo Us Open. Evidentemente, l'offerta è arrivata. La WTA richiede garanzie molto alte, compreso il sostegno delle istituzioni pubbliche. La Repubblica Ceca sarebbe pronta a fornirle, anche perché la 02 Arena si è rivelato impianto molto redditizio: oltre al tennis, hanno ospitato la Final Four dell'Eurolega di basket e la prima, storica, partita di hockey NHL mai giocata in Europa. Inoltre la soluzione europea sembra molto gradita alle giocatrici: sette delle otto partecipanti alle WTA Finals 2017, infatti, sono europee e gradirebbero una trasferta più breve. La WTA sceglierà soltanto in base al denaro o anche valutando altri criteri? Lo scopriremo tra sei mesi.