Le cinque (più una…) Grandi Delusioni del 2012. Da Caroline Wozniacki a Francesca Schiavone, passando per il “solito” Tomic. L’anno prossimo sarà quello del riscatto?
Ion Tiriac ha perso la sua battaglia per portare la terra blu nel circuito
 
Di Riccardo Bisti – 17 dicembre 2012

 
A fine anno (tennistico), in assenza di tennis giocato, c’è l’abitudine di guardarsi indietro e ripercorrere la stagione. Classifiche, graduatorie, ricordi…vediamo di tutto. Sul numero di TennisBest Magazine in edicola trovate un lungo servizio sul meglio e il peggio del 2012 tennistico. In questa sede, tuttavia, vale la pena segnalare le cinque (più una) grandi delusioni dell’anno. E’ facile individuare gli eroi e celebrarli, ma è più stimolante pescare chi ha deluso, per un motivo o per l’altro. In realtà, le delusioni sono state parecchie, ma ci limitiamo a segnalare le più clamorose. Con un bonus relativo al nostro tennis.
 
1) CAROLINE WOZNIACKI
Se Novak Djokovic (n. 1 a fine 2011) avesse chiuso l’anno in decima posizione, sarebbe stato massacrato di critiche. Tra le donne è successo proprio questo: Caroline Wozniacki, regina senza corona negli ultimi due anni, è franata fino a uscire dalla top 10. Vi è rientrata per un pelo, giocando un buon finale di stagione. Ma i successi a Seul e Mosca non cancellano le eliminazioni al primo turno a Wimbledon e Us Open, oltre a tante altre sconfitte inattese. Caroline perde troppo tempo in attività extratennistiche, Rory Mcllroy compreso. Se non cambia atteggiamento rischia di restare una comprimaria e di essere ricordata come una delle più scarse numero 1 di sempre. Non le manca nulla per essere una campionessa, ma per arrivare lassù bisogna essere al top sia fisicamente che mentalmente. Negli anni passati è stato così, stavolta no. E il suo posto è stato preso da Victoria Azarenka, esempio di dedizione e abnegazione. Per vincere, la danese deve affidarsi ad astuzia, tattica e carattere. Nel 2012 ha fallito, ma qualche segnale di risveglio è arrivato. Compirà 23 anni a luglio, è ancora in tempo per riaccendere la lampadina.
 
2) MILOS RAONIC
Doveva spaccare il mondo, invece è rimasto fuori dai primi 10. Si può definire “delusione” uno che ha chiuso l’anno con il suo best ranking? Si, se sei il miglior giocatore nato negli anni 90 e hai tutto (fisico, colpi e testa) per eccellere. Invece ha perso tutte le partite più importanti, con la sola eccezione di Tokyo, quando ha battuto un Murray ancora inebriato dal successo a New York. Per il resto, ha fatto il suo compitino ma ha buttato via una marea di chance, a partire dal torneo di casa, a Toronto, dove ha ceduto a Isner in un tabellone apertissimo a causa delle assenze “olimpiche”. Male anche a Cincinnati e Wimbledon. Ha dichiarato che gli manca qualcosa per oltrepassare il vuoto che i fab-four hanno solcato sul gruppone. Nel 2013 dovrà trovare il modo per abbassare il ponte levatoio.
 
3) GAEL MONFILS
Non tanto per la lunga assenza che ne sta mettendo a repentaglio la carriera. Il 2012 è figlio di una gestione sconsiderata negli anni passati, in cui ha chiesto tantissimo al suo fisico senza apportare reali migliorie tecniche (pur avendone doti e capacità). LaMonf si è affidato a una condizione atletica impressionante, ma sta pagando il conto. Le sue ginocchia sono messe peggio di quelle di Nadal e non si sa quando (e se) tornerà a giocare. Aveva iniziato alla grande, battendo proprio Nadal a Doha, poi la sconfitta per mano di Kukushkin a Melbourne ha dato il là al periodo nero. Ha provato a rientrare in autunno, ma non c’è stato nulla da fare. Henri Leconte ha detto che il ragazzo è in confusione e non sa cosa fare: per loro fortuna, i francesi hanno un mucchio di ricambi, ma perdere un giocatore così a 26 anni sarebbe ugualmente drammatico.
 
4) ION TIRIAC
L'idea della terra blu era malaccio, anzi. Baffo Ion delude perché stavolta ha perso una battaglia. Dall’anno prossimo, il torneo di Madrid tornerà a giocarsi sulla tradizionale terra rossa, in barba alla sua sete di novità. Oltre al danno, la beffa: i campi blu sono stati bocciati perché i giocatori scivolavano troppo, ma è stato dimostrato che il problema non dipendeva dal colore. Il vecchio Ion non è riuscito a convincere l’ATP della bontà del suo progetto, e i suoi propositi sono stati rispediti alla Caja Magica. Le frasi di Nadal e Djokovic (“Se si giocherà ancora sul blu, l’anno prossimo non ci saremo”) hanno spaventato l’ATP al punto da non dare più ascolto al demiurgo rumeno.
 
5) BERNARD TOMIC
Non potrebbe essere altrimenti per uno che ha raggiunto i quarti a Wimbledon a 19 anni e aveva esaltato gli australiani a inizio anno, arrendendosi solo a Federer. Poi ne ha combinate di tutti i colori: la polizia lo ha pizzicato al volante di una macchina che non avrebbe potuto guidare, le telecamere lo hanno ripreso mentre boxava (scherzosamente o no, non lo sappiamo) dentro una vasca idromassaggio, a Wimbledon lo hanno multato perché ha zappato l’erba con la sua Yonex…e a Shanghai ha ammesso candidamente di non essersi impegnato al 100%. In tanti lo vedevano sicuro top 20 a fine anno (forse anche top 10…), invece ha chiuso al numero 52, addirittura alle spalle di Marinko Matosevic. Ciliegina sulla torta: lo hanno fatto fuori dal team di Coppa Davis per il primo match del 2013. Se Raonic è stato deludente, l’australiano è stato un disastro almeno quattro volte tanto. Così come è quadrupla la sua classifica rispetto a quella del canadese.
 
BONUS – FRANCESCA SCHIAVONE
Nessuno si aspettava che ripetesse i miracoli del 2010 e le imprese del 2011, ma è stata davvero deludente. Non ci fosse stata la fiammata a cavallo tra maggio e giugno (vittoria a Strasburgo, ottavi a Wimbledon), sarebbe uscita dalle top-50. In tanti hanno provato a rimetterla in carreggiata, ma i risultati non sono arrivati. Le abbiamo visto perdere partite incredibili per mancanza di grinta, come se avesse la testa altrove. Ha chiuso perdendo dalla Puchkova e da Urszula Radwanska. Neanche la Fed Cup le ha dato una mano: si è salvata per miracolo a Biella, mentre non ha potuto nulla a Ostrava contro le ceche. Nel 2013 compirà 33 anni, ma non la daremmo per spacciata. Francesca ti sa sempre sorprendere, in positivo e in negativo. Non ci stupiremmo se trovasse un ultimo exploit, magari meno fragoroso ma ugualmente significativo. Unico lato positivo: nel 2012 ha superato quota 500 vittorie in carriera.