Grande giornalista, indimenticabile commentatore ma soprattutto un grande amico. Fabio Della Vida racconta il “suo” Rino Tommasi
Rino Tommasi con Ivan Lendl – foto Angelo Tonelli
Non è stato un bel risveglio ieri mattina: apprendere la notizia della morte di Rino Tommasi è stato proprio un brutto colpo, anche se purtroppo la notizia non era inaspettata. Come a tanti che lo hanno conosciuto bene, Rino mi mancherà moltissimo.
Non sto a dire quanto grande sia stato come giornalista, come conduttore (la grande Boxe è stato un programma bellissimo), come telecronista, come organizzatore e via dicendo, lo sappiamo tutti.
Ho avuto la fortuna di conoscerlo bene perché era un grande amico di mio papà, col quale vinse la Coppa Croce col Canottieri Roma, perché giocava anche molto bene: gli ho voluto bene perché mi ha aiutato tantissimo nel mio lavoro. Era burbero, Rino, ma buono, veramente buono, ha aiutato tanta gente e davvero a lui e a Virginia sua moglie devo molto.
Rino era schietto anche quando ero piccolo, non mi addolciva la pillola: gli dissi una volta, ai primi anni 70, che sarei andato a Verona a vedere la Roma, e lui: “Che ci vai a fare? Tanto Bui (centravanti del Verona di cui Rino era tifosissimo e ottimo giocatore) vi castiga
2 a 0, doppietta di Bui) me lo ha rinfacciato tutta la vita…
Tommasi era famoso e rispettato in tutto il mondo, pensate che ha curato il programma giornaliero degli Us Open per moltissimi anni ed i suoi pronostici erano seguitissimi da tutti gli spettatori: era rispettato e amato dai grandi del tennis e della boxe, le sue grandi passioni (infatti sono sport che si somigliano molto). Laver, Hoad, Rosewall, Ashe, Ali, Tyson e mille altri lo ammiravano molto e la sua amicizia più bella forse è stata quella con Nino Benvenuti, il nostro pugile più grande.
E’ definito il precursore del computer, faceva a mano ogni anno classifiche e statistiche non solo su tennis e boxe ma anche su calcio, atletica ed altri sport. La sue cronache con Gianni Clerici sono nella leggenda.
Io amo il mio lavoro perché amo il tennis e l’ho seguito in tutto il mondo per tanti anni; l’unica nota negativa è che mi sono perso molte loro telecronache perché ero ai tornei.
Erano fantastici, competenti, sarcastici, mai banali, mi ricordavano i due vecchietti dei Muppet, uno show animato degli anni 70 che criticavano tutti e tutto con ironia. Ma erano anche puntuali, al massimo, mai o quasi, dicevano “doveva fare questo o quello“, come purtroppo fanno la stragrande maggioranza dei commentatori di oggi, presuntuosi e spesso ignoranti (del gioco ovviamente).
Loro ti spiegavano tutto con ironia. Sicuro di sé e delle sue opinioni, non aveva peli sulla lingua e diceva e scriveva quello che pensava, senza fronzoli e senza mezza parole.
Spaziava da uno sport ad un altro con nonchalance e competenza e ricordava tutti i risultati: era incredibile, soprattutto nel tennis e nella boxe. Gli chiesero se aveva paura della morte e rispose così: “La morte non mi fa paura, mi fa paura il non sapere chi vincerà Wimbledon quell’anno”.
Capiva molto del gioco ma sapeva ammettere i pochi errori che faceva. Per esempio non era convinto di Sampras, che i primi due anni a Wimbledon non andò oltre il secondo turno, salvo poi confessare l’anno dopo il suo errore con un semplice “Su Sampras mi sono sbagliato“.
Alcune sue espressioni sono nella storia e forse la più famosa è “circoletto rosso”, cioè il punto o il colpo stupendo; questa espressione nacque per il fatto che Rino usava cerchiare in rosso i punti più belli del match per aiutare i tecnici di Sky a preparare gli highlights.
Ubaldo Scanagatta, grande amico di Rino, ha collezionato in un libricino che conservo in cassaforte molte frasi e aneddoti su Rino con cui voglio terminare questo ricordo.
Ci mancherai Rino, avoglia se ci mancherai. Riposa in pace.
FRASI DA CIRCOLETTO ROSSO
E’ possibile essere obiettivi, impossibile essere neutrali.
Il doppio ha perduto interesse da quando non lo giocano più i migliori giocatori; ormai il doppio è un malato terminale (detta 20 anni fa)
Negli Stati Uniti hanno costruito Flushing Mesdows in 8 mesi, in ITalia nello stesso tempo una pratica non passa da una scrivania ad un’altra.
Una partita di Davis a risultato deciso è come baciare tua sorella.
Diego Nargiso ha giocato il primo set da John McEnroe e il secondo e il terzo da Diego Nargiso.
Alle volte possedere un libro è meglio che leggerlo.
Il Natale non si festeggia, si subisce, dovrebbe essere come le Olimpiadi, ogni 4 anni.
Ho detto a Berlusconi che non lo voto, è troppo di sinistra.
L’unico modo per non invecchiare è morire giovani.
Sono stato 162 volte negli USA e mai per turismo.
La boxe olimpica la disputano pugili dilettanti arbitrati da ladri professionisti.
Arthur Ashe a Rino: “senza di te non avrei mai saputo quante volte ho perso da Laver”.