Un clamoroso errore di un giudice di linea scippa ad Andreas Seppi il primo set nella semifinale di Sydney contro Tomic. L’arbitro fa ripetere il punto, ma la frittata era fatta.
Prima finale ATP per Bernard Tomic
 
Di Riccardo Bisti – 11 gennaio 2013

 
La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo. Se il tennis fosse come il calcio, Andreas Seppi avrebbe piagnucolato con i giornalisti per una chiamata assassina che gli ha impedito di vincere il primo set contro Bernard Tomic e (magari) acciuffare la finale a Sydney. E lunedì avrebbe partecipato a un’osteria televisiva qualsiasi. Ma il tennis non è il calcio, e Seppi è un ragazzo (troppo?) tranquillo. Resta l’amarezza per un set volato via a causa di un “no” vergognoso urlato da una giudice di linea. Seppi era avanti 8-7 nel tie-break, era il terzo setpoint dopo che ne aveva avuti due consecutivi dal 6-4 al 6-6. Un dritto anomalo spediva Tomic fuori dal campo. L’australiano c’è arrivato, ma l’azzurro aveva tanto campo a disposizione. Probabilmente avrebbe chiuso al colpo successivo. Invece la folle chiamata ha costretto il giudice di sedia a chiamare l’overrule e a far ripetere il punto. La verifica elettronica di hawk eye era impietosa. La palla era rimbalzata abbondantemente dentro la linea. Clamoroso. Senza scomodare i match di Coppa Davis nell’est europeo (ricordate le finali Romania-Usa e Cecoslovacchia-Italia?), per trovare una chiamata così scandalosa bisogna risalire a un vecchio Us Open, quando i giudici di linea presero di mira Serena Williams contro Jennifer Capriati. Qui la posta in palio era più bassa, ma il danno resta. Se Seppi avesse vinto il primo set, la partita sarebbe cambiata, anche perché Tomic non stava benissimo. Soffriva di vertigini, qualche minuto prima aveva chiesto l’ausilio del trainer che gli aveva dato un po’ di Panadol per rimetterlo in sesto. L’australiano è stato comunque bravo, perché nella ripetizione del punto ha tirato un bel lungolinea vincente di rovescio. E’ finita 7-6 6-4 per Tomic, alla prima finale ATP in carriera. “Sono felice e onorato di poterla giocare in Australia”. Se la vedrà con Kevin Anderson, che nell’altro match aveva superato Julien Benneteau al termine di un match-thriller, chiuso 3-6 6-4 7-6 dopo aver annullato due matchpoint.
 
Seppi è in ottima forma fisica e tecnica. All’Australian Open può fare buone cose, anche se il sorteggio non gli è stato troppo amico. Aver messo alle strette un Tomic in gran forma, tuttavia, è un buon biglietto da visita. “In passato avrei avuto molte difficoltà in una situazione del genere – ha detto Tomic – adesso sono in forma e ho trovato fiducia nei momenti importanti. La fiducia è una gran cosa. Negli ultimi due mesi mi sono allenato alla grande. Finalmente sto mostrando cosa può fare il mio tennis. Ma devo migliorarmi e andare avanti, a partire dalla finale di Sydney”. A inizio articolo parlavamo di sfiga. Per Seppi è stata doppia: oltre alla chiamata-killer, l’azzurro si è trovato contro un Tomic tutto nuovo, ben diverso da quello che fino a due mesi fa mollava le partite. Voleva questa vittoria a tutti i costi. Nel primo set ha chiamato un paio di volte il fisioterapista, dicendo di avere la vista annebbiata. A bocce ferme, dirà che era dovuto a un’insalata mangiata troppo a ridosso del match, circa 40 minuti prima. Il ragazzo ha talento: se mantiene testa e umiltà può fare grandi cose, magari già a Melbourne dove potrebbe pescare Roger Federer al terzo turno, rivincita dell’anno scorso, quando si trovarono negli ottavi. E intanto gli australiani hanno ripreso a coccolarlo. Fino a due settimane fa lo bastonavano, poi sono arrivate sette vittorie consecutive che lo hanno rimesso sul piedistallo, anche perché giunte contro avversari meglio piazzati in classifica. L’Australia non vince il torneo di Sydney dal 2005 (trionfo di Lleyton Hewitt), e non arrivavano in finale dal 2008 (exploit di Chris Guccione). A Seppi resta un pizzico di amarezza, anche perché questo torneo gli porta fortuna: anni fa, su questo stesso campo, battè uno Hewitt ancora saldamente tra i primi 10. Non si è ripetuto, ma a Melbourne la distanza dei tre set su cinque dovrebbe metterlo al riparo dagli episodi negativi. E soprattutto non ci sarà Tomic sulla sua strada.