Colpito dal Linfoma di Hodgkin, il giovane Jakob Mueller ha avuto la possibilità di incontrare Roger Federer poco dopo la guarigione. L'amore per il tennis gli ha dato la forza di andare oltre la malattia: oggi frequenta la scuola superiore e sta bene. 

Jakob Mueller è un ragazzino come tanti. Il suo amore per il tennis risale al 2012, quando gli è capitato di seguire la semifinale di Wimbledon tra Roger Federer e Novak Djokovic. Abituato a guardare gli sport di squadra come basket o football americano, rimase affascinato dalle dinamiche di uno sport individuale. Talmente entusiasta che due giorni dopo avrebbe seguito la finale (vittoriosa) contro Andy Murray. Da lì in poi, è nato un grande amore per il tennis e una viva passione per lo svizzero. Conseguenza: qualche settimana dopo ha iniziato a prendere le prime lezioni e giocare qualche torneo nella sua Little Rock, Arizona. Ma nell'autunno del 2014 è stato raggiunto da una notizia terribile: nel corso di una visita medica per comprendere il perché di una crescita anomala nei pressi di una clavicola, gli è stato diagnosticato il Linfoma di Hodgkin, brutta malattia che peraltro aveva già colpito due tennisti di alto livello (che però ne sono usciti): Alisa Kleybanova e Ross Hutchins.”Ho pensato di morire – ha ammesso Mueller in una dichiarazione raccolta da Tennis Magazine – ma i miei genitori mi hanno spiegato che la malattia era curabile. Da allora, ho mantenuto un atteggiamento positivo. Non ho cambiato le mie abitudini”. Certo, si è dovuto sottoporre a delle cure non semplici come radiazioni e chemioterapie, il che gli ha impedito di andare a scuola fino all'inizio del 2015.

Nel periodo trascorso a casa, ha alimentato la sua passione per il tennis osservando diversi incontri su Youtube, tra cui la leggendaria finale di Wimbledon 2008 (anche se terminò con una dolorosa sconfitta per Federer). Mike Mueller, padre di Jakob, è stato chiaro: “Il tennis gli ha permesso di distrarsi dalle vicende mediche, inoltre lo ha aiutato perché è un gioco che rafforza concentrazione e auto-disciplina, cose che ha dovuto mettere a fuoco durante la malattia”. Il ragazzo è guarito in circa tre mesi e si è subito riavvicinato al tennis. Qualche tempo dopo avrebbe scoperto le iniziative di “Make-A-Wish Foundation", il cui obiettivo e far incontrare i propri idoli a ragazzi in difficoltà. Il suo sogno si è avverato allo Us Open 2015, quando ha trascorso 20 minuti in compagnia di Federer. “Mi è piaciuto come abbia risposto con amabilità alle nostre domande – ha raccontato Mueller – doveva effettuare una conferenza stampa e doveva andare via, ma sembrava che volesse restare. Avrebbe preferito rimanere e uscire con noi”. Oggi Jakob sta bene, continua a giocare a tennis e ha intrapreso la scuola superiore. “Il tennis mi ha aiutato a mettere da parte i miei problemi di salute. Però preferisco essere trattato come un normale 15enne. Il tennis non ha cambiato la persona che sono”. Non è la prima volta che Roger Federer si presta a un evento del genere: già qualche anno fa, durante Wimbledon, gli era capitato di incontrare Beatriz Tinoco a seguito di un'analoga iniziativa. Magari perderà qualche partita in più, ma fuori dal campo continua ad essere un numero 1.