Tennis Australia vuole superare il milione di spettatori per i tornei di gennaio. Nonostante la crisi economica e alcuni tagli alle spese, gli indicatori sono positivi.
Steve Wood, CEO di Tennis Australia
 
Di Riccardo Bisti – 17 dicembre 2012

 
1 milione di spettatori. E’ questo l’obiettivo – ambizioso ma fattibile – che Steve Wood, presidente di Tennis Australia, si è posto per i tornei di gennaio. La parte del leone la farà l’Australian Open, che nel 2012 ha fatto registrare l'affluenza-record di 680.006 spettatori. Dando per scontato che a Melbourne si resterà su queste cifre, magari ottenendo un altro primato, l’obiettivo è raccogliere circa 300.000 spettatori tra la Hopman Cup e i tornei di Brisbane, Sydney e Hobart, più le esibizioni di Adelaide (World Tennis Challenge) e il Kooyong Classic di Melbourne. I dati delle prevendite sono incoraggianti, in più la Hopman Cup si giocherà in un impianto tutto nuovo (la Perth Arena) in grado di ospitare 12.000 spettatori. “Il business legato al tennis sta attraversando un buon momento – ha detto Wood –. L'aumento del pubblico ha ottime conseguenze: aumentano gli sponsor, i diritti televisivi e i montepremi”. A parte i progetti ambiziosi, Wood ha ammesso che c’è anche qualche problema. In particolare, stanno andando a rilento le vendite per le Corporate Hospitality dell’Australian Open e mancano gli sponsor per lo storico torneo di Sydney, al via il prossimo 6 gennaio. C’è poi un pizzico di preoccupazione per lo sponsor principale dell’Australian Open (la casa automobilistica KIA): nel 2008, i sudcoreani hanno siglato un accordo quinquennale da 36 milioni all’anno. “Il contesto economico è molto difficile – continua Wood – lo vediamo dalla difficoltà a vendere gli spazi hospitality. Ci vuole più tempo e gli acquirenti stanno decidendo se acquistarne in quantità inferiori. Da questo punto di vista c’è qualche difficoltà”.
 
Accade qualcosa del genere al torneo di Sydney. Due anni fa, fece parlare di sé perché offriva più soldi alle donne che agli uomini. Era così perché in ambito WTA è un torneo Premier, mentre tra gli uomini è un semplice ATP 250. Due sponsor fondamentali hanno ritirato il loro sostegno. “Siamo ancora fiduciosi di poterli rimpiazzare. C’è una fuga verso la qualità: lo hanno dimostrato i rinnovi ottenuti dall’Australian Open, mentre gli altri eventi non sono considerati “marchi premium”. Oggi le aziende sono molto attente sul come investono”. Dal punto di vista dei biglietti, la prevendita è incoraggiante per le tappe di Perth e Sydney, ma l’evento forte è Brisbane. Il torneo del Queensland esiste da poco ma è già l’evento principe dopo l’Australian Open. E’ l’unico, oltre a Melbourne, che genera profitti per la federazione. Il primo Slam dell’anno gode di grande popolarità presso i giocatori, ma gli organizzatori hanno fatto uno sforzo in più per venire incontro alle richieste: il montepremi supererà i 30 milioni, con una crescita del 15% rispetto al 2012. L’ufficialità è giunta a ottobre, in risposta alle ventilate minacce di sciopero se gli sconfitti al primo turno non avessero guadagnato di più. I giocatori sono stati accontentati, visto che chi perderà all’esordio intascherà circa 21.000 euro (27.000 dollari australiani). Wood comprende le preoccupazioni dei giocatori. “E’ una sfida che riguarda tutto lo sport, non solo l’Australian Open. Stiamo tutti cercando risolverlo. Dobbiamo aiutare i giocatori di classifica inferiore con una giusta ricompensa. Nel tennis esiste un sistema piramidale che premia i più forti, ma si disperde molto rapidamente. I giocatori hanno più volte sottolineato questo aspetto”.
 
L’aumento del montepremi, in un contesto difficile, ha obbligato Tennis Australia a un taglio dei costi. Tuttavia, Wood rivendica il fatto che i programmi di base non cambiano. Nel solo 2012, la federtennis ha fornito un contributo-record di 38 milioni per lo sviluppo dei giovani tennisti e pensa di incrementare la cifra nel 2012. Tuttavia, sarà necessario tagliare alcune spese. “Abbiamo messo in atto un programma di risparmio in cui osserviamo con attenzione dove stiamo spendendo. Ma il nostro obiettivo numero 1 è far crescere il numero di praticanti”. Tra le novità previste, c’è una campagna che sarà promossa durante l’Australian Open: “Fai qualcosa di australiano nell’Australian Day: gioca a tennis”. Il torneo si gioca del 1905 e si è sempre svolto in corrispondenza della festa nazionale (il 26 gennaio). La tradizione andrà avanti, anche se a volte il rumore dei fuochi d’artificio arreca qualche disturbo allo svolgimento dei match. “Ha un senso fare la celebrazione basandoci su quella giornata, più la storia e il patrimonio che ci consentono di Avere uno Slam. Dobbiamo unire il paese intorno a qualcosa di australiano: questo torneo è diventato un’icona sulla scena mondiale”.